Numero 0 - Aprile 2002 - Anno 1

Under attack


Ho letto da qualche parte che eravamo in 20.000 e per questo dico che ne eravamo di più: sabato 16 marzo, per le strade di Roma, in risposta all’appello di Indymedia e Radio Onda Rossa contro ogni attacco alla libertà d’espressione individuale e collettiva.
Irruzioni per l’una, processi per l’altra, perquisizioni per l’una, minaccia di chiusura per l’altra, sbirri in divisa per l’una, sbirri seduti in parlamento per l’altra. Intimidazioni e repressione per tutti. E’ questo che mi è bastato per scendere in piazza: solidarietà e cooperazione contro lo stato repressore. In piazza contro gli sbirri mediatici, padroni del sistema d’informazione, supervisori dell’integrità istituzionale, attenti a che nessuno, ancora, esca dal coro.
Ma qualcuno s’è tirato fuori da questo imposto monopolio informatico, sottratto o almeno resosi consapevole della demenza precoce alla quale vogliono incanalarci; qualcuno va contro l’omologazione mediatica. Questa situazione (di resistenza) nasce da realtà varie, sottesa da idee, reali o presunte, diverse, portata avanti da individui, collettivi locali o network internazionali. L’intento è comune: informare e controinformare opponendosi al regime e alle sue propagandistiche bugie, con la lotta alla censura per la libertà d’informazione e controinformazione come individuale, diffuso e praticabile strumento di ribellione.
Ho letto da qualche parte che la tecnologia telematica è utile esclusivamente ai fini di dominio, di controllo, di oppressione e repressione, di accentramento di informazioni di ogni tipo: dati sulla popolazione, sulla produzione, sulle tendenze dei consumatori, quindi dati identificativi e di conseguenza manipolabili a piacimento del potere; che il suo utilizzo crea solo virtualmente realtà autonome o illusioni di autodeterminazione.
Ho letto da qualche parte anche di altre vedute, di ottimistiche speranze riposte nella Rete, in internet, mezzo che complicherebbe il quotidiano, istituzionale chiudersi delle cesoie della censura sull’informazione alternativa e indipendente.
Ottimismo non è verità anzi, cosa dico, non è realtà; d’altronde credo che non mettendo in discussione l’esistente, la triste equazione che ci si para davanti ogni giorno, si finisce col rafforzare questo schifo. Se non si alza la voce, se non si urla, se non si stringe il pugno attorno alla pietra… se non si pensa alla propria tastiera ed al proprio monitor come "armi" di lotta allora sì che quelle "realtà autonome" rimarranno virtuali e l’autodeterminazione illusoria.


Rob...


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