Numero 11 - Aprile 2003 - Anno 2

La cooperazione umana


Il pensiero libertario ed antiautoritario è una conquista dell’umanità, avvantaggiarsene, con consapevolezza e responsabilità, è un atto di volontà, corollario dell’evoluzione del patrimonio ideale dell’uomo. A positivo fondamento della concezione anarchica è il principio della mutualità, in cui è implicito il concetto solidaristico di cooperazione, volontaria, autogestita e di reciproco beneficio, tra uomini liberi ed uguali. 
Kropotkin, nel suo importante libro “Il mutuo appoggio”, documenta esempi di aiuto reciproco tra specie animali e nell’uomo, tra popolazioni “selvagge e barbare”, con i clan e le tribù, e durante le epoche storiche del Medioevo, con il comunalismo, e della prima rivoluzione industriale, con la nascita dei sindacati e delle società di solidarietà operaia. L’asse portante del pensiero kropotkiano è che l’evoluzione della vita organica, nelle sue manifestazioni biologiche e storiche, è favorita e determinata dalla realtà del mutuo appoggio. E’ in contrapposizione all’idea di conflittualità o concorrenzialità perenne, su cui si restringono visioni sociologiche di élite, tese alla esaltazione della lotta di ciascuno contro tutti per la sopravvivenza individuale e della propria specie (il darwinismo sociale).
L’importanza delle abitudini sociali nel regno animale è documentata dalla risorsa dell’aggregazione per proteggersi da avversità ambientali e per la facilitata ricerca di cibo. Il progresso e l’emancipazione dell’uomo sono acquisiti con la pratica della cooperazione tra uomini, anche di culture profondamente diverse, ed ogni attività umana, dall’arte allo scambio dei beni, trae vantaggio dallo spirito solidaristico piuttosto che da quello conflittuale. Fino a qualche anno fa, nell’ambito delle scienze biologiche, lo studio e la ricerca sui fenomeni di relazione sociale, nel regno animale, erano messi in sordina, con pochi finanziamenti e scarso interesse culturale (è come al cinema! Entusiasmano più scene di guerra che pacifiche immagini di coesistenza).
Oggi, sulla scia degli interessi ecologici, è attiva una maggiore attenzione dei ricercatori per comprendere ed analizzare i meccanismi di socialità e cooperazione tra specie animali e nel genere umano. Senza troppo mischiare i significati e i dati scientifici con opinioni di natura politica (irrinunciabile è il principio della delimitazione tra saperi differenti!) segnaliamo alcuni progressi della ricerca scientifica nel campo delle relazioni ecologiche simbiotiche, che confermano alcune osservazioni di Kropotkin. E’ utile riproporre alcune definizioni biologiche: per simbiosi s’intende la convivenza di due o più individui di specie diverse in stretto rapporto ecologico, duraturo nel tempo; il mutualismo è una simbiosi in cui entrambi gli organismi coinvolti ricavano beneficio dall’associazione.
Molti animali formano gruppi sociali in risposta a condizioni ambientali stressanti. Sono state evidenziate, in recenti lavori sperimentali, le basi meccanicistiche della relazione tra comportamento sociale e funzionalità neurobiologica. Fattori condizionanti sono la ricerca del cibo, la densità di popolazione o la presenza di altri predatori.
Uno studio ha rivelato i meccanismi molecolari e neuronali alla base del comportamento aggregante in una specie di vermi nematodi C. elegans, in risposta a situazioni ambientali avverse o stressanti (Nature, 419,6910, 2002). La tensione tra cooperazione e competizione, che informa il comportamento sociale di molte specie animali, è condizionata da vantaggi selettivi. 
Un altro fenomeno interessante, studiato da etologi nell’ambito dei comportamenti collettivi degli insetti, è l’osservazione di come le azioni di singoli individui producano un utile collettivo, ed è proposta la teoria del processo di auto-organizzazione secondo cui una soluzione o una struttura appaiono spontaneamente ad un livello globale del sistema (ad es. una colonia) grazie all’interazione dinamica degli individui (i singoli componenti della colonia) senza necessità di un controllo centrale o di un progetto predeterminato, quindi un risultato sviluppatosi solo mediante informazioni locali, senza riferimenti condizionanti dal livello globale (vedi Sapere, agosto 2002). È possibile osservare fenomeni di auto organizzazione a vari livelli di organizzazione biologica.
L’evoluzione della cooperazione umana è oggetto di studio multidisciplinare. È caratteristica distintiva dell’uomo cooperare in grandi gruppi di persone, tra loro estranee, anche in assenza di vantaggi diretti o in situazioni di non ulteriore incontro. Varie teorie sono state proposte per spiegare la specificità della cooperazione umana, ognuna condizionata dalla parzialità dei schemi di cooperazione privilegiati: così la teoria della selezione consanguinea che focalizza la cooperazione tra individui correlati geneticamente; la teoria della reciprocità diretta che insiste sugli incentivi egoistici nella interazione bilaterale della cooperazione (io do e tu riceverai); la teoria della reciprocità indiretta che mostra come la cooperazione emerga quando si possa edificare una reputazione dei cooperatori; più recente è la teoria della punibilità altruistica che privilegia, nella genesi di una cooperazione, la disponibilità a punire chi non collabora o chi viola le norme, anche se la punizione stessa non procura alcun guadagno per i collaboranti (Nature 415, 6868, 2002). Il comportamento umano è complesso e certamente teorie simili non completano le osservazioni ricavabili dai fenomeni di altruismo e di cooperazione di cui l’uomo è capace.
Ogni tipo di società riconosce forme peculiari di cooperazione, ma certamente non sono definibili come esempi ideali di reciproco soccorso alcuni fenomeni caratteristici nella nostra società meridionale, ma anche altrove, perché regolati da realtà di sudditanza e di gerarchizzazione, come il clientelismo o la pratica della cresima, con cui si avvia “tra compari e comparielli” una sorta di alleanza, unta dal signore, per un’assistenza reciproca. Da gettare nella cesta dei rifiuti è il cameratismo soldatesco o la fratellanza suggellata da espressioni nate in segretezza per fini egemonizzanti o di sopraffazione. In questi esempi non è corroborata l’idea di umanità nella sua interezza, latita il concetto di progresso ed emancipazione, sono forme di aiuto reciproco fittizie, condizionate, non generalizzabili né vantaggiose per altri componenti dell’umanità stessa.
L’evoluzione del genere umano, a fronte della complessità crescente delle dinamiche interrelazionali ed ambientali, nel nostro mondo presente e futuro, necessita di sempre maggiore cooperazione tra gli uomini. Alcune attività non sono più eseguibili in assenza di collaborazione di una moltitudine di persone, dall’attività scientifica all’assistenza o alla produzione di un qualsiasi bene comune. La valenza di concetti simili oggi è grande, a fronte dello scatenamento di guerre imperialiste e colonialiste da parte delle potenze occidentali e del prevalere, nelle opinioni pubbliche occidentali, di idee reazionarie, esaltanti la competitività, la prevaricazione di classe e lo scontro tra individui e popoli per la sopravvivenza e lo sfruttamento delle risorse. La cooperazione e la solidarietà internazionali sono le conquiste da edificare per chi si pone in antagonismo e non si rassegna a questo andazzo deprimente.
La mutualità rappresenta la base empirica sulla quale può essere fondato l’esperimento anarchico di creazione di un ordine sociale (Peter Heintz).

ARo


 

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