Numero 12 - Maggio 2003 - Anno 2

Evian: Contro i signori del G8


Il G8 si svolgerà dal 1 al 3 Giugno 2003 ad Evian.
Esso raggruppa i governi degli 8 paesi più ricchi e industrializzati del mondo, impone un ordine mondiale al profitto di una minoranza ricchissima, al detrimento di un'immensa maggioranza di individui asserviti/e e oppressi/e. Noi crediamo che debbano esistere tra gli esseri umani dei rapporti che non siano di mercificazione, di dominazione, di alienamento o di sfruttamento.
L'inquinamento, gli sprechi delle risorse naturali, gli scarti delle ricchezze sono sempre più catastrofici.
La globalizzazione si traduce in un degrado delle condizioni di vita e di lavoro e in un controllo sociale rafforzato.
Il padronato, con il sostegno degli Stati, va all'offensiva: la distruzione dei servizi pubblici, gli attacchi al diritto di lavoro, la precarizzazione, la flessibilità, i licenziamenti, il disfacimento dei diritti sociali (welfare, pensioni ecc.).
Questo sistema capitalista non si può riformare dal momento che conduce inevitabilmente a questi effetti.
La rottura con il capitalismo è, a nostro parere, l'unica via possibile per prevenire un catastrofe economica, umana ed ecologica.
Il capitalismo è guerra.
La guerra è uno stato permanente della società; quasi tutti gli aspetti della vita sociale sono sottomessi alla logica della militarizzazione.
Le lobby militar-industriali si servono del pretesto del terrorismo per intensificare la guerra mondiale contro i poveri, gli sfruttati e contro ogni forma di resistenza all'ordine capitalista. Sono uno dei principali motori di questo sistema.
Se vogliamo fermare la macchina della guerra, dobbiamo individuare, bloccare e attaccare i suoi responsabili, le sue logiche e le sue strutture. Al servizio degli Stati e dei capitalisti l'esercito reprime le lotte sociali e impone un ordine mondiale che opprime i popoli (Argentina, Algeria, Cina, Cecenia, Irak, ecc.).
La militarizzazione e la mercificazione della società e degli individui induce rapporti interpersonali segnati dall'ineguaglianza, dalla limitazione delle libertà fondamentali e dall'oppressione patriarcale. Le logiche capitaliste provocano, in particolare, una globalizzazione e una repressione della situazione delle donne del mondo come la precarizzazione massiccia, la mercificazione del corpo o la perdita di autonomia.
Circolare nel nostro mondo è riservato a coloro che hanno i mezzi per farlo. Certamente per la gente del Sud, le fortezze del Nord (Europa o USA) sono delle barriere da scavalcare nonostante i costi umani: la morte, il razzismo, la discriminazione ecc.
Quelli che riescono a passare oltre i confini che dividono gli sfruttati e sono espressione dei nazionalismi, diverranno la manodopera sfruttata a beneficio del padronato e della mafia (in particolare per quanto riguarda coloro che si prostituiscono). Ma nei paesi del Nord, la mobilità è riservata a coloro che possono pagare. Autogestione, azione e democrazia diretta contro gli Stati e il Capitale.
Far sentire la nostra voce ci sembra sempre più necessario poiché, a differenza di molti, noi mettiamo in discussione non solo gli effetti ma anche le cause della globalizzazione: il capitalismo, nonché il controllo statale e il parlamentarismo che rinchiudono le popolazioni sotto una cappa che impedisce l'autodeterminazione, che controlla attraverso lo sfruttamento, la polizia e la magistratura, e che favorisce tutte le forme di alienazione, di stampo religioso, sessista, razzista o omofobo…
A un livello mai conosciuto in questi ultimi anni, si sviluppano delle esperienze di autorganizzazione e di azione diretta, di un rifiuto sempre più lucido e cosciente della delegazione di potere e dei modi statali o istituzionali di cambiamento sociale. Noi crediamo che questi movimenti possano convergere su questi tre elementi fondamentali:
1) Il rifiuto della delegazione di potere, in particolare il metodo statale di cambiamento sociale.
2) L'autorganizzazione e l'autonomia del movimento sociale su delle basi antiautoritarie.
3) L'azione diretta rivoluzionaria e la disobbedienza sociale.
In effetti, la lotta di classe non è morta! Solo la lotta collettiva, nei nostri luoghi di lavoro e di vita, può permettere la costruzione di una forza di opposizione reale all'offensiva capitalista.

CLAAAC G8!

Convergence des Luttes Anti-Autoritaires et Anticapitalistes Contre le G8

http://claaacg8.org/
claaacg8@claaacg8.org


 

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