Il brutto e il cattivo
Il terremoto provocato dall'accesso del fascista Jean-Marie Le Pen al secondo turno delle elezioni presidenziali francesi sembra aver sorpreso tutti, soprattutto gli antifascisti, che non si aspettavano un ritorno così massiccio e veloce del fronte nazionale (FN) in primo piano sulla scena elettorale. Questo non fa che confermare una tendenza europea, in cui il centrosinistra cade favorendo l'estrema destra.
Questa tendenza, anche se è meritata dagli apprendisti stregoni socialdemocratici, rimane inquietante nelle sue conseguenze.
Diciamo apprendisti stregoni perché il centrosinistra (e soprattutto il partito socialista) si pone come tale. All'inizio degli anni'80, il FN era un partito debole, senza grande avvenire. Fu il presidente Mitterrand (socialista) ad aiutarlo discretamente, regalando agli avversari di destra un fascista troppo radicale perché sia un alleato ma in ogni modo divoratore di voti. Adesso è Jospin che paga le conseguenze di questa tattica pericolosa. L'analisi non sarebbe completa se dimenticassimo che la vera vittoria di Le Pen, prima delle elezioni è di aver contaminato il discorso di tutta la classe politica.
Il centrodestra e il centrosinistra si ritrovano ora intorno alle politiche economiche e liberali, e soprattutto alla lotta contro l'immigrazione legata all'"insicurezza galoppante" (bugia !), che minaccerebbe i valori della repubblica. Tutta la campagna è stata sviluppata intorno a quest’argomento durante le elezioni, e Le Pen ha avuto ragione affermando che gli elettori preferiscono l'originale alla copia.
Il partito socialista incolpa ora gli astenuti, dimenticando facilmente che molti di loro sono delle persone (specialmente gli anarchici) che hanno sempre combattuto l'estrema destra mentre il centrosinistra difendeva i valori razzisti di Le Pen, con l'obiettivo di rubare i suoi voti.
Questa strategia sempre denunciata da parte degli antifascisti dimostra oggi i suoi limiti in un enorme insuccesso. Il secondo turno delle elezioni offre dunque la scelta tra un fascista sfacciato e un presidente contestato perché implicato in un sacco d’affari di corruzione. Un anno fa, il più scandaloso di questi ha infangato i quattro partiti più importanti della Francia (partito comunista, socialista, repubblicano di Chirac e la destra cristiana). L'élite politica si è allora sostenuta e si è auto imposta l’amnistia, anche se la minaccia di processo pendeva su Chirac in caso di non rielezione. Questi sarà sicuramente rieletto ed approfitta adesso di un’immagine di “campione della democrazia”; avendo la sinistra incitato a votare per lui, Chirac dovrebbe ottenere l’80% al secondo turno.
In quanto anarchici, non crediamo che la forza elettorale possa migliorare questa situazione. Speriamo che i più rifiuteranno di votare per Chirac, avendo costui fatto molte dichiarazioni razziste, che Le Pen non avrebbe rinnegato. Siamo convinti che il fascismo si combatta nelle idee e nella strada, mentre i politici hanno sempre usato la demagogia senza mai cercare di eliminare il pericolo. Per finire, ci rifiutiamo di scegliere tra il brutto e il cattivo, tra la peste e il colera, ma intendiamo combattere entrambi che non sono che due facce di un unico sistema.
Due compagni francesi
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