da "Contropotere - giornale anarchico" numero 14 - Luglio/Agosto 2003 - anno 2

Prepotenza e sopruso


Il calo di brache nei confronti della sinistra europea nei confronti della Democrazia ha dato come risultato le sanzioni economiche ai danni di Cuba da parte della Unione Europea. È stato un atto di piaggeria dei governi europei nei confronti degli Stati Uniti, ma non ha trovato in pratica nessuna resistenza da parte della sinistra.
Pur non avendo noi nessuna simpatia per Castro, la posizione della sinistra europea ci pare quantomeno incongruente. Se si accetta l'idea della necessità di un governo, non si può avallare una concezione elettoralistica a tutti i costi che, nel caso cubano, si risolverebbe in un governo CIA-mafia.
Trasformare la democrazia in un mito astratto che non tiene conto delle possibilità di manipolazione da parte del più ricco e del più forte, significa avallare ogni forma di prepotenza e di sopruso. È esattamente ciò che sta avvenendo: gli Stati Uniti possono effettuare ogni forma di aggressione e di ingerenza nei confronti di paesi più deboli, senza che ormai da parte del resto del mondo si sollevi la benché minima critica. Al contrario, l'informazione ufficiale è compatta nell'accettare le versioni dei fatti preparate dagli uffici stampa della CIA e della NSA.
Le stragi americane in Iraq vengono taciute o spacciate come scontri con terroristi di Al Qaeda; la presenza di manifestazioni e tafferugli in Iran viene invece spacciata come la prova che il regime degli Ayatollah è intollerabilmente oppressivo, come se altri regimi fossero tollerabili. La realtà è che le università iraniane sono sempre state infiltrate dai servizi segreti americani. Nel 1979 l'attacco all'ambasciata americana di Teheran, e la conseguente presa di ostaggi, fu proprio operata da studenti che allora davano lezioni di antiamericanismo agli ayatollah. Il risultato fu che gli Stati Uniti poterono assumere la parte della vittima mentre la rivoluzione iraniana si ritrovò isolata sul piano internazionale, favorendo l’attacco militare di Saddam Hussein.
I compagni di Rifondazione Comunista dovrebbero riflettere sull'effetto deleterio di iniziative come quelle referendarie, che cercano di rilanciare agli occhi degli oppressi il mito della democrazia, proprio mentre questo mito è la maggiore arma propagandistica nelle mani degli oppressori.
Il fatto che il crescere dell'astensionismo non comporti automaticamente un'insorgenza rivoluzionaria nelle masse, è un'osservazione ovvia ma fuorviante.
Il problema immediato può essere non quello di fare la rivoluzione, ma semplicemente quello di non fare favori ai potenti.
C'è da aggiungere anche che mentre in Italia cresce l'astensionismo, il movimento politico che dovrebbe interpretare questo fenomeno non riesce poi a rimanere unito al riguardo. L'astensionismo sulla stampa anarchica si è ridotto infatti a fenomeno da gestire in regime di par condicio con l'elettoralismo, come se esser l'uno o l'altro fosse la stessa cosa per gli anarchici. 

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