Regresso cerebrale
Quali sono le differenze tra una società primitiva e una società moderna ed occidentale? L’uomo primitivo è comunemente inteso come un uomo che non conosce il progresso della cultura occidentale, che possiede un livello di civiltà preistorico e che vive in zone remote del pianeta terra non ancora contaminate dall’inquinamento industriale. Il termine primitivo è molto usato anche in senso figurato per etichettare una persona rozza e incivile. Quindi è da supporre che i popoli primitivi siano rozzi, incivili e quindi, dal punto di vista evolutivo, inferiori rispetto ai popoli moderni ed occidentali. Ma non sempre tutto ciò che viene dopo è migliore di ciò che è venuto prima!
Innanzitutto il termine primitivo è da intendere unicamente in senso temporale: primitivo è ciò che viene prima. Le società tribali e preistoriche sono primitive perché nascono prima di ogni altra società umana e non perché sono prive di conoscenze scientifiche e tecnologiche di cui dispongono tutte le altre società umane. Anche le società preistoriche dispongono di conoscenze, magiche o scientifiche che siano sono pur sempre conoscenze, modi di interpretare la realtà che hanno la stessa dignità di tutte le altre interpretazioni che altre società umane hanno elaborato. A priori ed a livello epistemologico una dottrina animistica, propria dei popoli tribali, non ha alcuna differenza rispetto ad una dottrina cristiana o islamica. Quindi il termine primitivo è da intendere in senso temporale e non come avente un’accezione negativa; infatti, vedremo ora, attraverso un’attenta analisi, quali sono le società che meriterebbero delle accezioni negative. Quali sono le popolazioni rozze ed incivili? Le società tribali-preistoriche o le società moderne (e post moderne) occidentali ed industrializzate?
La civiltà di un popolo si misura dalla capacità di mantenere pulito ed inalterato l’ambiente circostante in cui vive e dalle modalità con cui i singoli individui formano sistemi sociali e si relazionano tra loro: queste sono le due uniche variabili che consentono di misurare la civiltà di un popolo. La prima può essere definita come variabile ecologica, la seconda come variabile sistemica-relazionale.
I gruppi umani vivono in un ambiente naturale, sono strettamente dipendenti da esso e sono tanto più civili quanto più hanno la capacità di preservare l’equilibrio naturale in cui vivono. Il progresso scientifico-tecnologico, proprio dei popoli occidentali, sta profondamente mutando l’equilibrio ambientale e sta trasformando il pianeta in una enorme discarica di rifiuti; le industrie scaricano nelle acque liquidi e nell’aria gas di natura indefinita che con il trascorrere del tempo alterano la composizione chimica della biosfera. Un popolo tribale non conosce cosa sia un processo produttivo industriale ma nemmeno cosa sia l’inquinamento perché mantengono inalterato l’ambiente avendo un rapporto con esso, profondamente, simbiotico e armonioso.
Preferisco terminare qui con la variabile ecologica ed illustrare in modo più esauriente la variabile sistemica-relazionale, cioè la variabile che considera le modalità con cui gli individui umani si organizzano in sistemi e si relazionano tra loro. La prospettiva evoluzionista delle scienze che studiano il comportamento umano considera il comportamento umano bimodale: gli esseri umani interagiscono tra loro attraverso forme agoniche o forme edoniche. La prima modalità è una forma di interazione più primitiva (nel senso che è temporalmente anteriore) e semplicistica della seconda e le interazioni si starebbero evolvendo dalla forma agonica a quella edonica. La forma edonica si starebbe affermando grazie alla parallela evoluzione di strutture cerebrali “superiori”, la neocorteccia. La nostra parte più antica del nostro cervello è chiamata “rettile” e vi si risiedono i centri di attivazione delle funzioni neurovegetative, la parte più recente è chiamata neocorteccia e vi si risiedono tutti i processi razionali e simbolici e sembrerebbe che in questa zona vi risiedano i centri responsabili dell’attivazione della modalità edonica. La parte più antica è chiamata rettile per l’ipotetica evoluzione dei mammiferi dai rettili, i quali, non a caso, non manifestano comportamenti edonici e cooperativi proprio perché sono sprovvisti della neocorteccia cerebrale. Le popolazioni tribali e preistoriche non dispongono di nessuna tecnologia elettronica ad informatica ma i loro legami sono di natura edonica, cioè finalizzati alla cura reciproca e alla cooperazione. Invece se osserviamo le popolazioni moderne-occidentali notiamo che hanno raggiunto un elevato progresso tecnologico-informatico-telematico ma gli individui interagiscono tra loro principalmente attraverso forme agoniche. La principale forma d’interazione dell’epoca moderna e post-moderna è la competizione, che è insita nella forma agonica; se non c’è competizione non è possibile lo sviluppo del capitalismo perché questo ultimo per svilupparsi si basa proprio sui processi di natura competitiva ed inoltre il capitalismo è essenziale per far sì che il progresso tecnologico continui e a sua volta alimenti il capitalismo; ma il prezzo da pagare è altissimo, a parte le implicazioni di tipo ecologico a cui prima ho accennato, l’essere umano non gode più di interazioni finalizzate alla cura e al piacere reciproco, tranne che in alcune attività che per la loro intrinseca natura sono edoniche come le attività amorose.
Quindi sembra che il progresso tecnologico della cultura occidentale abbia bloccato e adirittura fatto regredire l’evoluzione della biologia cerebrale umana e del suo conseguente comportamento! Fermiamo il progresso dell’occidente e i processi capitalistici per tornare a impadronirci di relazioni finalizzate alla cura e alla cooperazione reciproca.
Kvale
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