Quando l’infortunio è un reato
L’USI-AIT e la FAI di Alessandria denunciano la persecuzione padronale e giudiziaria in atto nei confronti della compagna Antonietta, collaboratrice scolastica presso l'istituto per geometri della città piemontese.
Nel luglio del 2000 la compagna ha subito un infortunio sul lavoro che le ha procurato un danno permanente (definito dall'INAIL) al polso e alla mano destra.
Nel novembre 2002 le veniva comunicato tramite decreto del C.S.A. (provveditorato di Alessandria) il riconoscimento (promulgato dopo una specifica visita dell'ospedale militare di Milano) della malattia causa di servizio e l'equo indennizzo.
Ma tale documentazione (arricchita da vari referti diagnostici di specialisti di alcune città italiane) oltre ai certificati tutt'ora emessi dal medico di base, non è stata mai presa in considerazione dal dirigente scolastico. Così pure le ripetute richieste di parziale esonero dalle mansioni di pulizia ed un'adeguata collocazione nell'ambito della scuola. Nonostante una causa in corso la procura della repubblica di Alessandria ai primi di ottobre 2003 ha aperto un'inchiesta nei confronti di Antonietta per l'ipotesi di reato di truffa allo stato (art. 640 c.p.).
Tale atto orchestrato dai dirigenti scolastici con l'appoggio della magistratura vuole paradossalmente ribaltare precise e gravi responsabilità. In sostanza il lavoratore che subisce un infortunio con tutte le gravi e spesso irreversibili conseguenze psicofisiche viene accusato di costruirsi uno status di invalidità o di malattia con lo scopo di sfruttare lo stato o l'azienda.
Addirittura ci sono casi in cui il lavoratore infortunato viene ritenuto responsabile intenzionale del proprio danno. Purtroppo in questi ultimi anni tale prassi (organizzata dai padroni con la connivenza della magistratura e dei sindacati confederali) è diventata sempre più diffusa in relazione alla veloce distruzione di un sistema di "diritti" conquistati con dure lotte dai lavoratori e contemporaneamente alla feroce precarizzazione del mercato del lavoro.
A fronte di questa situazione occorre impegnarsi sempre di più nelle lotte dei lavoratori, indicando però la strada dell'autorganizzazione e dell'autogestione, linfa indispensabile per una società di liberi ed uguali.
Nel caso di Antonietta questa prevaricazione (del cui seguito vi terremo informati) non ostacolerà più di tanto la lotta da lei intrapresa da tempo per una società anarchica.
U.S.I.-A.I.T. (Unione Sindacale Italiana) e Individualità F.A.I. di Alessandria
|