da "Contropotere - giornale anarchico" numero 20 - Febbraio 2004 - anno 2

Ammutinamento!


Questo è un passo tradotto da “Anarchy in the age of dinosaurs” (“L’anarchia nell’era dei dinosauri”), un libro pubblicato dal gruppo anarchico americano Curious George Brigade in Collaborazione con le case editrici CrimethInc e distribuito dalla Yellow Jack Distro. Il libro, secondo gli autori, è stato pubblicato “per portare una boccata d’aria nel movimento anarchico” e continuare l’attacco alla tradizione, che sia anarchica o meno. L’obiettivo del loro lavoro è dare voce agli anarchici che “nell’era dei dinosauri” (“il capitalismo, lo stato, la gerarchia e tutte le altre maschere che indossa l’autorità”) combattono ancora per una società libera dallo sfruttamento, invece di continuare a celebrare o a ricordare le vittorie e i traguardi raggiunti dai compagni del passato.
Per informazioni, potete collegarvi al sito www.ageofdinosaurs.com

Lunga vita all’ammutinamento!

“L’ammutinamento è la coscienza della guerra” – graffiti di autore anonimo ritrovato nelle trincee della Prima Guerra Mondiale

Il nostro futuro non è ancora scritto e, per molti di noi, il presente non è ancora cominciato. Se accettassimo solo la storia dei libri di scuola, il passato sarebbe solo un altro mezzo di oppressione. Ma la storia è fatta di eventi che possono essere ricordati e rivissuti: possiamo metterla in discussione con nuovi argomenti e, quando non ne avremo più bisogno, abbandonarla.
Quali vicende storiche possono cercare gli anarchici? Certamente si nasconderanno nei posti più assurdi. La storia non è niente di più che la somma delle esperienze collettive del mondo, e noi siamo parte dei libri come tutto il resto. Ma se riusciamo a riportare alla luce le esperienze spazzate via dalla storia ufficiale, leggendo dietro e fra le righe, possiamo scoprirne insieme un’altra più degna di memoria. La nostra squadra di ricerca locale ha scoperto una storia di resistenza nell’ambiente più autoritario e inaspettato, l’esercito.

“Ammutinamento: (n.)Ribellione contro l’autorità costituita” – Dizionario della lingua inglese Webster’s

La storia dell’ammutinamento è fatta di ribellione consapevole contro la gerarchia militare. Lo studio degli ammutinamenti è sicuramente di gran lunga più istruttivo delle vicende militari degli stati e dei loro schifosi eserciti. E possiamo dire che hanno giocato un ruolo fondamentale nella resistenza ai sogni assolutisti e militaristi dei potenti, dato che il primo caso documentato è stato quello dei coscritti Galli contro Giulio Cesare (risale a più di 2000 anni fa’) e si continuano a trovare testimonianze da tutto il mondo di ammutinamenti e diserzioni in ogni guerra. C’è un innegabile collegamento tra gli ammutinati di tutta la storia e le lotte dei nostri giorni: un rifiuto dell’autorità e una forte richiesta di libertà. Gli ammutinamenti non sono degli inutili e casuali atti di soldati esasperati, ma dei veri e propri atti politici. Basta pensare ai soldati di colore in rivolta contro i loro superiori razzisti sulla nave da guerra USS Chicago, gli immigrati non pagati insorti contro gli stati dell’Unione durante la guerra civile americana, ai marinai anarchici che rifiutarono la tirannia comunista durante la famosa rivolta di Kronstadt o all’incendio degli accampamenti degli ammutinati di Papua nel 1999 e nel 2002.

Libertà per tutti

“La disciplina è l’anima di un esercito” – George Washington

Molte delle testimonianze sugli ammutinamenti vengono da rapporti militari o da atti di tribunale: nonostante le fonti siano fortemente influenzate, le autorità non possono negare o cancellare la ragione per cui gli ammutinati non hanno fatto dormire sogni tranquilli ai generali. Durante la guerra in Vietnam ci sono stati ammutinamenti in grande scala tra le file dell’esercito americano: Il termine “fragging”, che inizialmente indicava una morte causata da una granata a frammentazione, ha assunto come significato l’assasinio di un ufficiale superiore. Ci sono stati centinaia di migliaia di “fraggings” durante la guerra in Vietnam, anche se il numero preciso è incerto. Il dottor Terry Anderson della Texas A & M University scrive “L’esercito USA non sa esattamente quanti ufficiali sono stati uccisi. Ma sanno che almeno 600 sono stati assassinati, altri 1400 sono morti in circostanze non chiare, Si può dire che nei primi anni ’70, l’esercito non era in guerra con il nemico ma con sé stesso,” Molti pacifisti potrebbero essere contrari, ma attivisti con il coraggio di piazzare una pallottola in testa ad un ufficiale o di diffondere le proprie idee nei ranghi dell’esercito potevano essere efficaci quanto una manifestazione a Washington D.C.: è semplicemente un mezzo diverso.
Gli ammutinati del Vietnam erano più sofisticati dei loro predecessori, sia nell’utilizzo dei media che delle strutture antigerarchiche per fomentare l’ammutinamento e la diserzione: si è a conoscenza dell’esistenza di almeno 144 bollettini clandestini pubblicati o indirizzati alle basi militari americane in tutto il mondo. Questi bollettini non facevano semplicemente satira nella maniera di “Beetle Bailey” [famosa striscia di fumetti nata in America durante la guerra in Vietnam, ndT] ma erano radicali e appassionate voci di resistenza. Un volantino distribuito sulla costa occidentale diceva “Non disertare! Vai in Vietnam e uccidi gli ufficiali!”. Intorno al 1971 si contavano almeno 11 “coffee houses” (alcuni ricercatori militari ne riportano addirittura 26) all’interno o nelle vicinanze delle basi americane in Vietnam dove si distribuiva letteratura contro la guerra, opuscoli con consigli su come disertare e si tentava di organizzare una resistenza più forte all’interno delle forze armate. Tutto ciò portò non solo alla nascita di infoshop e giornali e ai sempre più frequenti “fraggings”, ma soprattutto danneggiò seriamente le abilità militari dell’esercito USA: nel 1970, si contarono 65,643 diserzioni (l’equivalente di quattro divisioni di fanteria) e un aumento annuale del 12% nel tasso di diserzione e rifiuto del servizio di leva. Nonostante l’inasprimento delle leggi marziali (che portarono ad un uso indiscriminato dell’esecuzione sommaria) e l’aumento del 230% del numero di agenti di polizia militare, le autorità dell’esercito erano inizialmente impotenti. Infatti, oltre alle diserzioni di massa e ai “fraggings”, i soldati usavano anche il sabotaggio: un caso famoso riguardava dei marinai che danneggiarono un aereo da trasporto innaffiando i computer con acqua salata, svitando i bulloni e addirittura affondando le zavorre, che dovevano essere gettate in mare prima di partire per San Francisco.
Per fermare un’insurrezione in larga scala, le divisioni di intelligence e propaganda del Dipartimento della Difesa sono intervenute nell’estate del ’71 con il loro nuovo “fronte culturale”: fecero crescere capelli e basette agli ufficiali, cominciarono a tenere lezioni sulla musica pop contemporanea, favorirono la nascita di fanzine di finta e controllata “controcultura” [chi ricorda il giornale di “Full Metal Jacket” o la radio di “Goodmorning Vietnam”? ndT], aprirono i “Patriot Clubs”, che non solo servivano caffè e alcolici a basso costo ma erano specializzati nella vendita di eroina. L’esercito in Vietnam, un tempo fertile terreno di resistenza contro l’autorità militare, era di nuovo sotto controllo grazie alle droghe e alla cosiddetta “cultura alternativa”. Gli ammutinati persero la loro intensità e la guerra si concluse con un calo della percentuale di diserzione e rifiuto del servizio di leva, dei “fraggings” e dei sabotaggi. I militari hanno imparato la lezione: oggi l’esercito americano è tutto formato da volontari, è fornito di una tecnologia superiore e basa la sua forza sulla coercizione degli alleati stranieri, in modo da ridurre il numero di sacchi da obitorio per le madri americane. I militari hanno imparato che la cultura è un’arma più forte del napalm. Così come l’esercito ha imparato dai propri errori, così dovrebbero gli anarchici che vogliono smantellare l’apparato militare una volta per tutte.
La Rand Corporation, uno dei neuroni più “intelligenti” dei dinosauri, [la Doxa americana, ndT] sostiene che l’ammutinamento nei nostri giorni si basa “sulla forza di un modello decentralizzato. Gli ammutinati, senza capi, senza tangibili guadagni e inoltre senza risentimenti, sono particolarmente immuni a strutture di controllo.” Il rapporto basato sui casi più recenti in Georgia e sulla fallita invasione dell’Afghanistan da parte della Russia, continua affermando che gli ammutinati sono insensibili alla tradizionale propaganda patriottica e alla chiamata del servizio di leva. Inoltre, la Rand sostiene che gli ammutinati potrebbero anche “infettare” la popolazione con il loro “falso coraggio” e i loro “principi da perdenti” portando a “sostanziali sfide alle altre forme (non militari) di autorità.” Il rapporto, infine, suggerisce come soluzione che iniziative come il “fronte culturale” del 1971 vengano estese “creando basi tra i civili […] dove la disciplina possa essere gestita prima che la recluta firmi le carte nell’ufficio di leva”. Ciò che il rapporto trascura è che non ci sono differenze tra i civili e gli ammutinati: in genere sono stati reclutati con il servizio di leva obbligatorio e provengono dalle classi più sfruttate della società, e quindi considerati dai potenti carne da macello. Tutti gli ammutinamenti sono stati compiuti per istinto di sopravvivenza o per senso di giustizia e ciò è comune a tutti coloro che hanno sentito il peso dell’oppressione, al di là del ruolo ricoperto nella macchina militare. Nonostante tutto, l’ammutinamento non è la rivoluzione, ma azione diretta per liberarsi del capitano. Per chi non è un soldato, il “capitano” è ogni forma di autorità costituita, che sia un poliziotto, un insegnante o un datore di lavoro. A differenza di una rivoluzione, spesso gli ammutinamenti avvengono su piccola scala, in condizioni di urgenza e senza particolare attenzione a ciò che accadrà dopo: in posti dove l’oppressione è così spiazzante, come su un campo di battaglia, azioni come queste sono, in genere, di natura spontanea e non prettamente politica, proprio perché la ragione fondamentale per disertare o ammutinarsi è la sopravvivenza. Ma queste rivolte sono anarchiche di natura, perché rifiutano l’autorità nel modo più viscerale e concreto: sono situazioni in cui la gente rifiuta le regole e i capi che gli sono stati imposti e chiunque altro che prende il controllo.
Un’importante differenza tra noi e gli ammutinati è che questi ultimi facevano parte di una forza altamente armata fondamentale al potere statale: se la rivolta può nascere in uno dei santuari della disciplina e dell’autorità, può avvenire ovunque. Se prendiamo sul serio in considerazione la varietà delle metodologie che abbiamo a disposizione, la prossima volta che lo stato entrerà in guerra, oltre a scendere in piazza e a propagandare l’antimilitarismo, potremmo pensare ad arruolarci. 

L’ammutinamento come rivolta quotidiana contro l’autorità

Oggi, pochi negli Stati Uniti sono letteralmente obbligati ad arruolarsi: invece dei militari di leva, l’esercito americano si serve di una forza mercenaria composta dai più poveri e sfruttati della nazione, persone che in altre circostanze avrebbero potuto essere compagni e compagne nella lotta contro lo stato. L’esercito spende più di un miliardo di dollari all’anno in pubblicità, campagne di reclutamento nelle scuole e altri sofisticati mezzi di manipolazione per convincere le fasce più povere e meno istruite della popolazione a sacrificare le loro vite per difendere l’ordine sociale.
Da prima della seconda guerra mondiale, il governo si è ingegnato nell’usare la cultura per controllare le nostre vite. Secondo la Rand e altre agenzie di sondaggio, c’è pericolo che lo stato usi massicce forze armate per controllare la popolazione, distribuendo armi a possibili ammutinati e rivoluzionari. 
Oggi per chi è fuori dall’esercito, al posto della baionetta della prima guerra mondiale, che serviva a tenere i soldati in riga, ci sono i vari superiori e sindacalisti per tenere i lavoratori sottomessi: negli Stati Uniti, l’ammutinamento vive ancora nella resistenza ai lavori forzati, anche se viene nascosta dai media o sta semplicemente crescendo in segreto. Neanche i tempi della militanza dei lavoratori sono completamente passati: invece di “affidarsi” nelle mani dei sindacalisti, di recente hanno ricominciato a passare all’azione diretta. I posti di lavoro sono diventati luoghi di ammutinamenti quotidiani: basta pensare agli ultimi scioperi a gatto selvaggio, all’esproprio dei materiali, ai sabotaggi a casi di assenteismo di massa. Quando questi atti vengono compiuti in solidarietà ad altre lotte (come nel caso dei lavoratori di porto che hanno chiuso tutte le darsene della costa occidentale durante le proteste contro il WTO), l’ammutinamento è un’arma potente nella lotta contro lo stato e i capitalisti. 
In quali altre situazioni possono avvenire gli ammutinamenti? La degradazione militare (permanente sulla fedina penale, ndT) è stata sostituita dai registri scolastici permanenti (che vengono conservati ed hanno lo stesso valore della fedina penale, ndT). Le nostre scuole sono diventate il luogo di indottrinamento per lavoratori tranquilli e buoni consumatori. Gli studenti americani hanno creato varie situazioni di ammutinamento, a partire dai primi anni ’60 quando gli studenti di Berkley cacciarono dalle scuole i professori trasformarono tre scuole in zone autonome. Nel 2002, più di 2000 studenti di New York, in gran parte ragazzi ispanici e di colore dei ghetti, hanno disertato le scuole medie e superiori per protestare per le strade. Durante la seconda guerra del golfo, studenti da tutta la Gran Bretagna si sono messi in sciopero e hanno organizzato blocchi stradali, mettendo in disagio gli adulti con le loro pratiche di azione diretta e autonomia. Oggi migliaia di riviste e fanzine riempiono le stanze e le menti dei ribelli: è solo questione di tempo per la prossima grande ondata di ammutinamenti che metteranno in crisi i sistemi scolastici di tutto il mondo.
La legge marziale è stato sostituita dal sistema di (in)giustizia criminale: Attica è solo la più conosciuta delle rivolte carcerarie e ce ne sono state migliaia di recente. Ovunque nei gulag americani, i prigionieri si stanno armando di libri, circoli di discussione e passione per vivere liberi da un ambiente totalitario: i prigionieri che intraprendono la scelta della militanza sono più che in passato e si stanno organizzando in circoli di studio e gruppi di mutuo appoggio. Tutto ciò dimostra che ci sono ancora segni di resistenza in un ambiente tanto miserabile come le carceri.
Senza dubbio, l’autorità costituita – anche in abiti civili – è repressiva e pericolosa come quella militare. Gli ammutinamenti non sono mai terminati. Dobbiamo avere la volontà di ribellarci ad ogni forma di autorità che prova a schiacciare le nostre vite nel nome dell’imperialismo, del consumismo e del patriottismo. Da quando la orwelliana e infinita “guerra al terrore” ha militarizzato la vita di ogni giorno, tutti possiamo diventare degli ammutinati. Ci sono sempre più persone che disertano i loro posti di lavoro, le scuole e i centri commerciali: quando la diserzione non è una scelta, il sabotaggio diventa una condizione necessaria.
Possiamo rifiutare gli ordini dei politici e dei truffatori delle corporazioni di Wall Street, ma concentriamo le nostre energie per creare nuove forme di comunicazione, aumentare la propaganda e ad aprire nuovi spazi e infrastrutture autonome. Anche se siamo studenti, lavoratori, disoccupati o prigionieri, nessuno meglio di noi conosce la nostra oppressione: siamo noi a dover disertare i negozi che svendono le nostre vite, sabotare il lavoro che schiavizza non solo il nostro corpo ma anche la mente, a distruggere i dogmi del sistema scolastico. Non ci fermiamo a criticare i soliti CEO, MBA, FCC, ADA (dipartimenti del governo americano che si occupano dell’istruzione, del lavoro, etc. ndT) ma pensiamo a distruggere chiunque vuole regolare e dominare la nostra vita! Dobbiamo essere tanto forti da ribellarci anche ai modelli culturali imposti dalle elite al governo per ingabbiarci, che sia MTV, Starbucks o qualsiasi modello di “moda alternativa”.
Nel passato gli ammutinati erano armati di granate, baionette e M-16; oggi dobbiamo armarci dei nostri desideri, della nostra intelligenza, qualche pietra e forse… qualcosa in più.

Curious Gorge Brigade


 

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