Potere assassino
“L’oro: ecco il nemico eterno della gente lavoratrice, il nemico che non dà tregua né quartiere, che ci insidia, ci strazia, ci affama e ci uccide nell’officina, nelle trincee, nei focolari, il nemico che non ha patria, non ha fede, non ha bandiera. L’oro: ecco il nemico senza pace che bisogna distruggere nelle persone di coloro che lo impaludano nelle loro casseforti e come onda pestifera ammorba il mondo e fomenta negli uomini il furore dei cannibali!” Umberto Postiglione
A questo punto l’attesa di sapere chi effettivamente sia stato ha poco senso, così come è inutile ascoltare moralisti, politicanti, politologi e sociologi che si dibattono per cercare di capire chi abbia voluto e provocato la strage a Madrid.
Terrorismo, un termine che vorrebbe dire tutto ma che oggettivamente non spiega niente. Non significa proprio niente parlare di terrorismo quando lo si indica “mass-mediaticamente” come una violenta guerra condotta senza eserciti tradizionali, senza bandiere, senza territori specifici in cui viene combattuta, senza identificazione delle parti, senza morale, senza motivazioni e senza finalità. Non esistono “barriere morali” o differenze etiche che dividono guerre e terrorismi. Esiste forse una guerra condotta “classicamente”? Da manuale? Esiste forse una di tali guerre combattuta da soldati coscienti e profondamente convinti piuttosto che da criminali in divisa? Esiste una guerra in cui le bandiere dei partecipanti non siano già macchiate di sangue? Esiste un territorio in cui sia giusto portare la guerra? Esiste dunque una guerra “pulita”? Esiste forse un perché alla guerra? Esistono, infine, obbiettivi da raggiungere per i quali bisognerebbe ricorrere alla guerra? L’ultimo interrogativo: è il terrorismo che porta alla guerra o è la guerra che genera terrorismo? Le due parole purtroppo camminano di pari passo e, sullo stesso percorso, ne abbracciano altre che spesso vengono volutamente dimenticate: frontiere, capitalismo, odio, integralismo, supremazia, umiliazione, controllo, disinformazione, fascismo, religione, servizi segreti, ricchezza, sopraffazione, eserciti, infamia, Stati, razza, …...potere. Tutto ciò non è né secondario né conseguenza ma causa diretta di quello che chiamano terrorismo: esiste un unico filo conduttore che lega i termini potere-terrorismo-guerra. Non è poi così difficile capirlo. Il potere per riprodursi ha bisogno di persone insicure, chiuse e ammalate di terrore piuttosto che di individui razionalmente capaci di coglierne l’essenza negativa e di rifiutare il potere stesso. Allo stesso modo ha bisogno di vittime innocenti, di stragi, e sembrerà strano dirlo, anche di gente che piange quelle stragi. Il potere si ottiene con la forza, con la guerra, con la sottomissione, col terrorismo. Non avrebbero modo di esistere tali barbarie se non per l’unico scopo. Vogliamo ancora chiederci il perché ed il percome di ciò che è stato? Abbiamo ancora bisogno di aspettare da fonti ufficiali la rivendicazione dell’attentato? E di interrogarci poi se abbia voluto colpire l’intero stato spagnolo o solo quegli schieramenti iberici che appoggiano l’imperialismo statunitense per partecipare alla spartizione del bottino? La risposta è davanti a noi. Gli assassini fanno parte dell’unica rete criminale. Si muovono molto vicino a noi, affamati di potere. Escono dalle sedi di partito per entrare nei parlamenti a legittimare la violenza, a chiamare una guerra missione di pace, liberazione un’oppressione armata, occupazione il neocolonialismo, eroi degli assassini in divisa, terrorismo la resistenza dei civili aggrediti. Contribuiscono a far sì che tutto ciò continui ad esistere. A pochi conviene materialmente. A molti invece conviene per non dover mettersi in discussione davanti agli altari della proprie (stupide) idee, la cui logica bigotta è quella di barattare le libertà in cambio di (falsa) sicurezza.
Assassini! a chiunque sia stato! A Chiunque sia complice! Rifiutare il terrorismo significa rifiutare le guerre; significa opporsi a tutti i poteri e a tutti i potenti. Viva l’anarchia!
Edoardo per il Centro Studi Libertari AQ
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