da "Contropotere - giornale anarchico" numero 21 - Marzo 2004 - anno 2

Casi di tortura il Venezuela


Con il trascorrere delle ore vengono alla luce le denunce per le torture subite dagli arrestati durante gli scontri del 27 febbraio e dei giorni seguenti, a Caracas, tra manifestanti dell’opposizione e la Guardia Nacional. Tuttavia la gran parte delle vittime preferisce non dare il proprio nome per esteso, per via delle ripercussioni. 
Diego, che è stato trattenuto presso la caserma del Comando Regional N° 5 della Guardia Nacional, denuncia: "I lividi che ho sulla schiena e sulle gambe sono solo la parte visibile di ciò che mi hanno fatto. All’interno ho ematomi in un polmone destro (contusione polmonare), ai reni, al fegato, al cervello e all’addome”. 
I detenuti trasportati alla caserma CORE 5 (El Paraíso) non ancora riescono a capire la ragione dell’odio viscerale dei funzionari della Guardia Nacional. “I colpi erano continui, i superiori ci gridavano che sarebbero stati disponibili a morire per Chávez e che auspicavano la sospensione delle garanzie dei diritti umani per ammazzarci tutti perché per loro siamo solo dei pezzi di merda; mentre per le guardie noi eravamo solo dei sacchi per il loro allenamento di pugilato”, testimonia Carlos. 
“Pedro Alejandro Martín è stato aggredito durante la manifestazione, dopo esser stato colpito da proiettili di gomma sparati a distanza ravvicinata. Nella zona della ferita, sul torace, non avverte più dolore per la lesione delle terminazioni nervose” così denuncia sua madre. 
“Oltre il pestaggio e gli insulti, nelle caserme, ci costringevano a cantare slogan a favore di Chávez” (Genova docet…). 
“Tra i fermati c’erano anche 2 minorenni, uno di 14 e l’altro di 16 anni e lo stesso sono stati picchiati. Inoltre noi adulti siamo stati minacciati di morte mentre ci mettevano una pistola in bocca” afferma Carlos.

Cruz Negra Anarquista – Sección Venezuela


 

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