da "Contropotere - giornale anarchico" numero 22 - Aprile 2004 - anno 3

Una lettera da Camenisch


In nessuna parte questo scritto è un appello alla violenza, anzitutto per due ragioni.
Come anarchico è escluso che io dica a chicchéssia cosa debba fare o non fare. Anche per questa ragione le dicerie sbirresche e mediali internazionali ed anzitutto italiane dello Stato reazionario fascista, che si permettono di definirmi capo di qua e capo di là sono pura disinformazione e menzogna per legittimare la prassi abominevole della guerra sociale totale dello sfruttamento che è la politica della "terra bruciata", applicata con l'attacco repressivo alle relazioni sociali e solidali delle prigioniere e dei prigionieri della resistenza rivoluzionaria e ad ogni espressione di dissenso. Appartiene a quest'ambito, con suddetto pretesto, la vile distruzione delle relazioni tramite le restrizioni e le vessazioni burocratiche della corrispondenza personale.
Gli appelli alla violenza sono anche irresponsabili, poiché lo sviluppo di quest'importante mezzo di resistenza sociale e di guerra di liberazione rivoluzionaria dovrebbe essere il risultato della discussione e riflessione accurata a livello personale e collettivo di chi resiste stessa/o e non una conseguenza di pressioni interiori e dall'esterno, poiché questo può comportare troppo facilmente e spesso che si esponga se stesse/i ed altre/i a degli impegni e pericoli con una preparazione propria e del proprio ambiente ancora insufficiente.
I motivi del mio 5. trasferimento in Svizzera (aprile 2002 - marzo 2004) sarebbero le pressioni fatte dal consiglio comunale di Pfaffikon sul dipartimento di giustizia del cantone di Zurigo per evitare altre scritte sui muri come nelle altre passeggiate sotto il carcere, per cui il comune e privati avrebbero chiesto il risarcimento dei danni. La manifestazione del 2 novembre 2003 nell'ambito della giornata di solidarietà internazionale contro la repressione si è svolta sotto questo carcere (Flughafen). Alcune settimane dopo l’azione punitiva rivendicata, con vernice al comune di Pfaffikon.
Le attuali condizioni di detenzione: da giudiziario, durata minima fino al processo, ordinate dal tribunale superiore del cantone di Zurigo che, com'è abitudine anche per i così detti giudici del riesame (recentemente introdotti in Svizzera), approvano tutte le richieste delle procure adottandone i pretesti di rito (pericolo di collusione, oscuramente e fuga). Le alternative giuridiche sarebbero a) messa in regime d'espiazione anticipata della pena, b) messa a piede libero fino al processo e, c) nel mio caso, continuare l'espiazione pena definitiva (come a Coira tra gennaiomarzo 2003).
Comunicazione: la massima parte delle relazioni personali e politiche, il lavoro politico solidale e di mantenimento delle relazioni, del coinvolgimento e dell'esistenza sociale e politica stessa, sono stati pesantemente pregiudicati e distrutti con due anni di restrizioni, interruzioni ed intralci nella comunicazione postale, personale e politica, attuate arbitrariamente dalla burocrazia fascista giudiziaria del cantone di Zurigo. Si tratta di una base per il confronto sociale e politico mantenuta e costruita con più di 10 anni di lavoro ed impegno continuo. È stato possibile ed esistenziale per la lunga detenzione sofferta ed ancora da soffrire ed è un diritto naturale fondamentale. Non è grave solo la discriminazione politica ma anche quella delle lingue, tra cui anche le due lingue nazionali Svizzere italiano e francese. La procura inoltra, salvo rare ed arbitrarie eccezioni, solo la corrispondenza in lingua tedesca e la corrispondenza con la mia compagna in lingua italiana, ma quest'ultima solo perché abbiamo provveduto preventivamente di sposarci prima della mia estradizione in Svizzera. In sostanza sono finite o pesantemente pregiudicate tutte le relazioni essenziali con amici, amiche, compagne e compagni di lingua italiana, francese e spagnola.
Il processo sarebbe (provvisoriamente?) fissato dal 1028 maggio davanti al tribunale dei giurati, composto di giurati popolari e giudici di ruolo. Potrebbe essere soggetto ad interruzioni.
Il 23 Settembre 2003 il PM Weder di Zurigo solleva accusa per tentato omicidio (evasione Regensdorf 1981) e omicidio (Val Poschiavo, Brusio 1989).
Regensdorf: nella prima fase dell'evasione all'interno dello stabile, dove fu colpita a morte una guardia e ferita gravemente una seconda, non sarebbe da provare che sarei stato a conoscenza dell'impiego d'armi da fuoco e non sarei imputabile d'omicidio. Nella seconda fase all'esterno sarei stato ormai a conoscenza dell'impiego d'armi da fuoco e da imputare di tentato omicidio (cit. PM) per gli spari in quella fase. L'accusa: ha tentato di uccidere intenzionalmente un uomo, agendo particolarmente senza scrupoli, poiché la motivazione, lo scopo dell 'azione ed il suo modo d'esecuzione sono stati particolarmente riprovevoli (cit. PM /Codice Penale Svizzero).
Brusio: ha ucciso intenzionalmente un uomo, agendo particolarmente senza scrupoli, poiché la sua motivazione, lo scopo dell 'azione ed il suo modo d'esecuzione sono stati particolarmente riprovevoli (...) l'uccisione di Kurt Moser è, considerata nel contesto generale, particolarmente priva di scrupoli, 1 ° perché MC ha ucciso in modo estremamente egoistico, solo per sottrarsi a un arresto ed a un'ulteriore espiazione della pena, 2° perché MC, con totale disprezzo per la vita umana di una guardia di confine, senza conoscerla meglio e che lo ha affrontato nell'adempimento del tutto corretto del proprio ufficio, ha ucciso a sangue freddo una guardia di confine, 3°poiché l'uccisione di Kurt Moser equivale all'esecuzione di una vittima totalmente inerme.
Sono da sottolineare alcuni elementi: A) il riassunto estremamente scrupoloso unicamente della costruzione denigratoria ad hoc (come lo è l'accusa in generale) dell'inquisizione contro un avversario ("esecuzione", "disprezzo", "egoismo", ecc.); B) il tipico capovolgimento etico e morale della realtà di un avvenimentotipo (rapporto boiavittima, aggressoreaggredito, fortedebole, ecc.) e della scala dei valori (oppressione, sbirro libertà, lotta per la libertà e vita individuale e, nel contesto specifico, anche generale, ecc.); C) assenza assordante e sottrazione d'ogni accenno al contesto oggettivo (politico, storico, sociale, economico, tecnico, culturale) e soggettivo (motivi, fini ed obiettivo, delle idee), se non unicamente detrattivi per gli scopi dei punti A) e B); D) la perifrasi falsificante per lesa maestà, vale a dire per la violazione ideale e di fatto del monopolio della violenza (morale e militare) preteso dall'unità inscindibile tra poteredominio/sfruttamento, in questo caso rappresentata dallo Stato dell'oligarchia borghese industriale e finanziaria svizzera, dalla loro giustizia di classe e forza armata.
Civilizzazione> Domesticazione > Sfruttamento> Guerra permanente e totale dell'uomo contro la natura e contro l'uomo
Ogni rapporto di domesticazione (cioè civilizzatorio e di sfruttamento) dell'uomo sulla natura e sull'uomo inizia e continua con la violenza organizzata, in altre parole con la guerra, poiché non esiste sottomissione spontanea alla civilizzazione ed allo sfruttamento. È uno stato d'interessi contrapposti ed inconciliabili tra l'alto ed il basso senza equilibrio naturale e sociale possibile, per cui di conflitto permanente e totale, in altre parole di guerra permanente e totale dell'uomo contro ogni vita non umana (la natura) e di guerra sociale permanente e totale tra gli uomini. Essenzialmente cambia solo l'intensità e la scelta dell'impiego dei mezzi in funzione all'imposizione, al mantenimento ed all'espansione del poteredominio/sfruttamento.
In questo quadro il preteso monopolio della violenza morale(1) e fisica (forze armate: eserciti, polizie, ecc.) è l'invenzione e l'istituzione più importante del dominio. È l'invenzione dello Stato e la costituzione della polis (città, politica, polizia, massificazione) in costante espansione.
Vita o morte di questo monopolio della violenza dipende dalla sua pretesa legittimazione ideologica e morale e dalla sua pretesa inviolabilità fisica. Sono i due elementi essenziali per mantenere l'impotenza morale, intellettuale e fisica, vale a dire la sottomissione, dei soggetti sfruttati e massificati che altrimenti diverrebbero un avversario talmente superiore da spazzare via la piccola minoranza sfruttatrice al potere.
Il non riconoscimento di fatto e cosciente del monopolio statale della violenza con motivazioni oggettive, reali e giuste (oppressione, ingiustizia sociale ed economica, distruzione sociale, ambientale e generale per gli interessi egoistici di pochi, ecc.), con i mezzi necessari (lotta a tutti i livelli) e con fini ed obiettivi altrettanto giusti e necessari (libertà, giustizia ed uguaglianza sociale, economica e politica, rispetto della natura, ecc.), in altre parole con mezzi, motivi, fini ed obiettivi autenticamente ed evidentemente legittimi, è una grave perdita di falsa legittimazione e di supposta inviolabilità del preteso monopolio della violenza.
Per cui per sopravvivere lo Stato/lo sfruttamento deve ripristinare l'apparenza della propria necessità (con la favola dell'interesse generale, ecc.) e della legittimità ed inviolabilità del preteso monopolio della violenza morale e militare ed è costretto a negare, denigrare e sopprimere la realtà oggettiva che genera la legittimità e necessità oggettiva e soggettiva della lotta per la sopravvivenza, per la vita e la libertà individuale e generale. È costretto a negare, denigrare e sopprimere ogni espressione di dissenso, di resistenza e d'attacco al poteredominio/sfruttamento.
Più efficace e limpida è la delegittimazione subita, più scomposte, vendicative, terroristiche e preventive sono le sue reazioni aggressive a tutti i livelli di potere, di dominio e di sfruttamento, con l'effetto d'ulteriore delegittimazione e smascheramento della propria essenza totalitaria.

(1) Il verbo, la legge fondamentalmente d'origini divine. È organizzato, istituzionalizzato e, socialmente, posto al di fuori d'ogni messa in questione tramite la divisione del lavoro, la specializzazione ed il monopolio della definizione (religione, cultura, scienza, educazione).

Marco Camenisch
marzo 2004, FJughafengeftingnis KJoten, Ziirich-KJoten, Svizzera


 

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