Il ministro e la provvidenza
“Sono un credente e penso che ho l'obbligo di fare del mio meglio nel posto che la Provvidenza mi ha assegnato”.
Giuseppe Pisanu "L'Espresso" 2 settembre 2004
Leggendo la nota intervista su terrorismo et similia che l'onorevole Pisanu, Ministro dell'Interno, ha rilasciato a "L'Espresso" del 2 settembre si ha la netta sensazione di trovarsi di fronte ad una tecnica retorica antica e, innegabilmente, efficace che possiamo definire il "parlare d'altro" rispetto alle questioni effettivamente in discussione per spiazzare l'avversario e definire un terreno di confronto tale da essere favorevole alle proprie tesi.
Ora, tutti sanno che diversi milioni di lavoratori hanno i contratti in scadenza, che vi è uno scontro sociale sul taglio delle pensioni, che il reddito medio dei lavoratori si è fortemente ridotto, che il taglio dei servizi sociali genera tensioni, che i lavoratori immigrati sono sottoposti a trattamenti bestiali. E, di fronte alla prospettiva di una crescita dello scontro sociale, il ministro afferma: “Non mi sorprenderei se nel prossimo autunno anarco-insurrezionalisti, marxisti leninisti, settori dell'autonomia operaia e del sindacalismo di base si rovesciassero sulle manifestazioni sindacali con il proposito più o meno concordato di deviarle dal loro naturale alveo democratico……vedo forze del sindacalismo di base e dell'autonomia operaia tutte tese a esasperare il confronto sociale e politico”.
Nello stesso articolo si fa cenno anche al separatismo sardo e, poteva mancare?, al terrorismo islamico che gestirebbe parte consistente dell’immigrazione clandestina al fine di trarne profitto e di infiltrare le sue cellule nel flusso degli immigrati.
Mancano alla lista, questo dobbiamo riconoscerlo, i satanisti, gli zoroastriani, i vegani ed i collezionisti di francobolli ma non si può pretendere che Pisanu scopra tutte le sue carte in un solo articolo.
D’altro canto, il ministro sembra dimenticare, e insistiamo sul sembra, per fare un solo esempio che il sindacalismo di base organizza, anima, promuove da molti anni manifestazioni sindacali che hanno spesso consistenza ragguardevole così come organizza scioperi, lotte, mobilitazioni e lo fa non "rovesciandosi" da qualche parte ma organizzando alla luce del sole centinaia di migliaia di lavoratori.
Giacché non possiamo certo immaginare che il Ministro della Provvidenza non conosca la situazione sociale e sindacale, dobbiamo pensare o che, venendo meno al suo tradizionale riserbo e moderazione, intenda surclassare il capo del suo governo nell’arte di spararle grosse o che intenda spostare la discussione dalle questioni vere all’allarme per il “rovesciarsi” sulle piazze un immaginario blocco di forze politiche, culturali e sociali che avrebbero il potere di “esasperare” il conflitto sociale ma che, in realtà, non hanno né, per evidenti motivi, potranno mai avere alcuna relazione fra di loro. La vecchia, consolidata, ricerca degli untori.
Basta, in ogni caso, leggere una serie di precedenti esternazioni di Pisanu su consimili argomenti per rendersi conto che il paradigma interpretativo del conflitto sociale che propone è un’invariante e che variano solo le combinazioni che elabora fra marxisti leninisti, insurrezionalisti, autonomi e sindacalisti di base e quelle fra sovversione, patria e foresta.
Credo che su questioni del genere sia bene avere un’adeguata attenzione critica sia per quanto riguarda le possibili ricadute immediatamente repressive in occasione delle lotte che si svilupperanno che per quanto riguarda la complessiva criminalizzazione dell’opposizione sociale che il ministro, e chi lo manovra, si propone.
Non ritengo sia casuale che, sullo stesso numero de “L’Espresso” che, non dimentichiamolo è espressione della parte “riformista” del centro sinistra – ove sia quella “rivoluzionaria” non lo sappiamo ma questo è un altro discorso - l’immarcescibile Giampaolo Pansa in un’articolessa intitolata “Neo-Brigate Rosse e struzzi di ritorno” riproponga le tesi del ministro e attacchi coloro che hanno la pretesa di ritenere che l’ordine sociale dominante sia inaccettabile come “struzzi” che non comprendono la propria contiguità al terrorismo.
Ancora una volta, è probabile che Pansa voglia tenere sottoschiaffo la sinistra del centrosinistra e che utilizzi lo spauracchio del terrorismo a questo fine ma è un fatto che la collusione, questa sì reale, evidente ed innegabile fra il primo questurino d’Italia e il giornale della sinistra delle terrazze dovrebbe darci qualcosa da pensare.
Cosimo Scarinzi
|