I giochi della morte
Fate che i giochi olimpici muoiano nella terra che li ha visti nascere
Con questo slogan i gruppi anarchici greci, riuniti a gennaio, hanno realizzato un manifesto contro i Giochi Olimpici di Atene 2004 e il 19 giugno scorso hanno convocato una Giornata di Azione contro le Olimpiadi.
Il costo totale di queste Olimpiadi è di 8500 milioni di dollari (quando inizialmente erano 2 milioni) incluse spese di infrastrutture turistiche, lavori di ristrutturazione, costruzione di strade, eventi culturali e sicurezza. I principali progetti infrastrutturali sono stati appaltati a grandi imprese internazionali ma la loro esecuzione è stata subappaltata a imprese greche legate al potere politico, molte delle quali hanno impiegato manodopera a basso costo o lavoratori immigrati senza esperienza. Con la complicità dei sindacati burocratici si sono intensificati brutalmente i ritmi di lavoro per terminare le opere in tempo. Il risultato è stato che tra il 2001 e il 2003 si sono verificati 154 incidenti sul lavoro con 11 operai morti. Alla fine di luglio di quest’anno il numero dei lavoratori morti nella costruzione del Villaggio Olimpico è salito a 19. Gli ispettori del lavoro che hanno riscontrato carenze nella sicurezza della esecuzione delle opere hanno imposto multe ridicole. Nel 2003 sono state assegnate 22 sanzioni nel Villaggio Olimpico per un totale di 44mila euro.
Per le Olimpiadi sono stati assunti circa 6 mila impiegati greci, con età compresa tra i 18 e i 40 anni, con contratti temporanei di breve durata. Inoltre gli organizzatori impiegheranno 45mila volontari ottenendo così lavoro gratuito per l’evento.
Le autorità greche stanno preparando un dispositivo di sicurezza senza precedenti con un costo stimato intorno ai 1200 milioni di dollari (5 volte più di Atlanta 1996 e 3 volte e mezzo più di Sydney 2000). Nel paese ellenico si impone un permanente stato di emergenza con la scusa del terrorismo internazionale: collaborazione tra specialisti dei servizi segreti di vari paesi, manovre militari accanto a forze speciali straniere, collaborazione con la NATO che affianca aerei di sorveglianza AWACS ad un battaglione di difesa da armi chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari, unità di pattuglia navali nei mari Egeo e Mediterraneo, importazione massiccia di armi moderne e installazione di squadre tecnologicamente avanzate per monitorare gli spazi pubblici e le persone come il sistema C4I sviluppato dalla multinazionale americana Science Applications International Corp (fornitrice di armi per le guerre in Iraq e Afganistan) che è costato 312 milioni di dollari. Sono state installate cento telecamere di sorveglianza e sono state istituite “zone rosse” a cui potranno accedere solo persone autorizzate. Durante i giochi 50mila agenti di sicurezza pattuglieranno Atene e dintorni e le frontiere del paese verranno chiuse. Centinaia di sommozzatori e guardie armate saranno distaccati nel porto del Pireo, dove sette navi da crociera daranno alloggio ai funzionari olimpici. “Non c’è dubbio che stiamo entrando in una situazione di stato di polizia e dovremo imparare a vivere con questo. (…) Se necessario, persino gli stadi saranno sorvegliati dall’esercito” ha detto Jacques Rogge, presidente del comitato olimpico internazionale, alla fine dell’anno scorso.
Per le strade la polizia sta realizzando “operazioni di pulizia” contro vagabondi, prostitute, drogati e immigrati. Ad Heraklio, Creta, famiglie di zingari sono state cacciate dai loro accampamenti e relegati in una vecchia base militare. E inoltre si stanno ammazzando e sterilizzando animali randagi.
Pare che le autorità greche stiano collaborando con l’apertura di varie case di prostituzione che funzioneranno specialmente per l’evento sportivo con l’obiettivo di fornire servizi sessuali ai visitatori durante i giochi olimpici. Per questo è in corso un traffico di donne provenienti dai paesi dell’Europa dell’est e delle ex repubbliche sovietiche.
Le disparità fra il centro e la periferia della Grecia si stanno intensificando. Ad Atene sono diminuiti gli spazi aperti e gli spazi verdi (quando già c’erano solo 2 m² di verde per abitante). Alcuni dei più importanti spazi liberi e parchi di Attica sono stati distrutti, sostituiti da tonnellate di cemento. La spesa pubblica è aumentata per costruzioni che in realtà non sono necessarie mentre diminuiscono le spese sociali (istruzione, salute, previdenza sociale, ecc.) e a tutto ciò si affianca un aumento delle imposte dirette e indirette.
Traduzione da un articolo di E. R. Rosell apparso sul giornale della CNT spagnola di agosto-settembre 2004
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