da "Contropotere - giornale anarchico" numero 27 - Ottobre 2004 - anno 3

Timbrare il cartellino


Il viandante che percorresse Corso Venezia, a Torino, si troverebbe ad un certo punto di fronte ad un palazzo grigio e tristanzuolo che ospita l’ITIS Peano. Si tratta di uno dei tanti edifici scolastici che ci ricorda l’affinità genetica fra scuole, caserme, carceri, ospedali.
Non è, a differenza di molte scuole elementari, ingentilito da disegni, decorazioni, colori vivaci che tentano di rendere umano lo spazio scolastico e non ha nemmeno la sobria eleganza delle scuole costruite in stile liberty un secolo addietro. È, insomma, un Istituto Tecnico Industriale nella forma e nella sostanza.
E di questa sua natura industriale il Peano ha fornito prova recente ed irrefutabile introducendo l’obbligo per gli studenti di sottoporre al controllo di 12 lettori ottici sistemati ai piani un badge o, per dirlo in italiano, un cartellino. Va detto che, in questo modo, ha cercato di passare dal veteroindustriale all’iperindustriale ma si è mosso sempre nello stile della fabbrica.
La ragione formale di questa scelta del poderoso dirigente scolastico è l’esigenza di ridurre i ritardi da parte degli studenti che risultano essere numerosissimi e persistenti. 
Ragioni meno note e meno condivise dal buon popolo sono il fatto che il vicario del dirigente scolastico che ha curato il progetto badge è stato retribuito con il riconoscimento di seicento ore di lavoro straordinario e la scuola ha ottenuto un finanziamento di 82.000 euro dalla Cassa di Risparmio Torinese. Come dire, la virtù è premio a se stessa ma se è retribuita non si adonta. Fuor di celia, la scelta di introdurre il badge per gli studenti al Peano va letta come espressione di una deriva più larga e più di lungo periodo verso l’addomesticamento sociale ed il controllo ossessivo sulla vita quotidiana dei subalterni.
È di pochi giorni addietro la notizia che in una scuola del bergamasco sono state messe telecamere per un controllo a tappeto sugli studenti.
Nella stessa Torino diverse scuole hanno adottato l’utilizzo di telecamere per controllare eventuali ladri o vandali.
Si tratta di operazioni che hanno una rilevanza sindacale se, come spesso avviene, rendono possibile un controllo a distanza sui lavoratori ma che, soprattutto, segnalano una tendenza al controllo sociale preoccupante perché – sarebbe sbagliato nasconderlo – gode di ampio consenso.
È un fatto che, a livello generale, l’insicurezza genera domanda d’ordine e, nel caso del controllo mediante lettori ottici nella scuola, la caduta di prestigio e di autorevolezza da parte degli insegnanti, il modificarsi delle caratteristiche sociali e culturali delle giovani generazioni di studenti che frequentano gli istituti tecnici e professionali producono un bisogno di restaurare in qualche modo la disciplina scolastica.
Paradossalmente, come da molti è stato notato, il badge delegittima l’insegnante che, con la sua introduzione, non ha più il compito di controllare e valutare i ritardi e non a caso gran parte degli insegnanti è contro la sua introduzione in nome della relazione non burocratica – anche se certamente autoritaria - che deve esservi fra docente e studente. 
Dal nostro punto di vista, non si tratta di scegliere fra scuola del controllo a distanza e scuola del controllo diretto ed “umano” né fra scuola circo equestre e scuola caserma ma di ragionare su di un fenomeno diffuso e complesso rispetto al quale è necessaria la massima attenzione e capacità di denuncia e d’iniziativa.

Cosimo Scarinzi


 

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