Stato di guerra
Le previsioni della fine dicembre 2003 si stanno avverando. In Italia, dopo le Brigate Rosse, la repressione cerca gli anarchici. Decine di anarchici italiani sono stati investiti dalla macchina repressiva dello Stato, a più riprese, soprattutto durante l'estate 2004, molti sono sotto l'inchiesta di nuove montature, qualcuno è stato arrestato in nome di queste, qualcuno se ne è andato.
CONTRO OGNI LIBERTÀ
"lo Stato, dal canto suo, deve (...) istituire un complotto costante e preventivo contro tutte le istanze di rivolta." (Riccardo D'Este, 3/11/1994)
Nello scritto del 19 Dicembre (dittatura democratica) dove si prevedeva quanto ci sta succedendo, si diceva anche dell'obiettivo di fondo del ministro degli Interni, di tutti i ministri e di tutti i governi: restringere - tendendo a zero - la libertà individuale. Un'attività che si incentiva in vista di un lungo periodo di crisi economica e di prevedibile instabilità sociale. Come sempre, per rafforzare il loro potere, gli uomini di Stato cominciano attaccando chi li critica in modo radicale negando ogni legittimità allo Stato ed invitando apertamente alla rivolta contro di esso. Si parte dunque colpendo i più accaniti avversari dell'idea e della pratica di Stato, quasi sempre gli anarchici, per arrivare attraverso stati di emergenza reiterati all'infinito a togliere sempre più libertà a tutti. È una vecchia storia, conclamata negli anni '70 e mai più finita. Le leggi eccezionali di allora ci sono ancora. Ma il ministro dice che non bastano, le trova troppo blande.
ONE MAN BAND (meteor)
Le proposte del ministro degli Interni Pisanu per l'anno nuovo 2004 sono di istituire nuovi reati dove si possa punire il singolo individuo per reati politici eversivi, con la stessa pesantezza con cui lo Stato colpisce le associazioni sovversive. E che per fare questo bastino le dichiarazioni di intenti, anche senza prove di colpevolezza, poiché è l'attitudine ribelle ed il cattivo esempio che può dare, che bisogna sradicare. Meglio di così si muore. C'erano già state avvisaglie di questa estrema tendenza forcaiola nell'arringa finale dell'accusa contro Silvano Pelissero, nelle dichiarazioni del P.M. Marini nel corso della montatura antianarchica che porta il suo nome e nel preteso delitto genovese di concorso - psichico. Il ministro le ha raccolte e sintetizzate in una proposta che vorrebbe abbattere le residue libertà individuali, allargando in modo incontrollabile la discrezionalità di sbirri e magistrati di arrestare e punire. Dopodiché il sollecitissimo PM anti-anarchici D'Ambruoso ha anche inventato un nome: 270 tris. Naturalmente il pretesto cui i vari governi fanno appello per arrivare a creare un controllo sociale totale e schiacciante è il "Terrorismo". Le ridicolaggini snocciolate dal ministro degli Interni sul pericolo montante del terrorismo anarchico che sorpassa e predomina quello delle BR, superano le precedenti sull'improbabile alleanza anarchici - BR, ma sono state portate avanti e sviluppate con scrupolo e pedanteria dalle polizie italiane, pubbliche e segrete, e puntualmente amplificate dai media. Il ministro sta lì apposta per dare lavoro ai suoi uomini. E sono tanti. L'Italia possiede il più poderoso apparato poliziesco d'Europa, distanziando i tedeschi, secondi classificati, nel rapporto numerico sbirri - cittadini. Gli italiani possono vantare e godersi il più alto numero di sbirri nel continente. Ma tutte queste centinaia di migliaia di sbirri sfaccendati, foraggiati dallo Stato, pronti ad intervenire ad un cenno dei loro padroni, devono essere in qualche modo giustificati. Di qui il continuo allarme mediatico sulla criminalità comune. Ma evidentemente non basta. Ecco la necessità di simulare uno stato di emergenza grave della pubblica sicurezza, che con tutta evidenza è un'invenzione.
I TERRORISMI
"Ma dobbiamo occuparci delle castagnole degli anarchici?" (Kossiga, a Ballarò, Rai 3, 13 gennaio 2004)
Nel precedente scritto, parlavo dello spauracchio, del fantasma, agitato dagli apparati di Stato, del terrorismo islamico che potrebbe colpire, ma che si ostina ad ignorare la nostra bella Italia. Non potendo presentare neanche un attentato islamico in Italia, il ministro deve ripiegare su di uno spettacolo meno esotico e proporre una qualche altra minaccia, seppure modesta, per le nostre sacre istituzioni, per giustificare la pletora di sbirri che infesta il paese. Ed ecco spuntare dal cilindro ministeriale, piuttosto scarso di risorse e molto legato alla tradizione, un classico: il pericolo anarchico. Il bel paese sarebbe percorso da pericolosi bombardieri anarchici semi-sconosciuti, semi-incontrollabili, semi-pericolosi, semi-impazziti. Per questo motivo ricorrono su giornali e tv poderose analisi sul crescente pericolo del terrorismo anarchico. Per questo il più insignificante petardo viene presentato come una bomba (vedi il comizio di Fini a Bologna, con decine di feriti... come hanno fatto?) e, dove non c'è neanche quello, si fa finta che ci sia. Clamorosa la vicenda del parroco della chiesa di S. Giulia a Torino che prende a calci un tubo di ferro pieno di calce o cemento, che poi gli inquirenti (Digos) faranno coscienziosamente brillare. Spariscono le prove e si annovera finalmente una nuova bomba nell'elenco ricchissimo, continuamente riproposto dai media, che tanto piace al ministro e che tanto dovrebbe spaventare la gente. Persino le cariche non innescate e le confezioni fatte per non-scoppiare vengono presentate come letali. Nel TG 2 delle ore 18,30 del 19 ottobre 2004 il SISDE presenta gli inquietanti dati rispetto all'incremento degli attentati politici nel primo semestre del 2004: 54 attentati. Il 42% in più dello stesso periodo del 2003, di cui ben 9 "hanno una matrice anarchica"! Per fortuna in Italia vi sono ancora delle oasi di pace esenti dalle azioni terroristiche, sono: "Calabria, Basilicata, Campania, Molise, Abruzzo e Valle D'Aosta". (Gnosis, 19/10/04). Ma nella presentazione della loro nuova rivista Gnosis, alla presenza compiaciuta del ministro Pisanu, gli specialisti in terrorismo del SISDE specificano: non rientrano nell'elenco degli attentati terroristici "gli attentati falliti o incompiuti (ordigni inesplosi o ordigni resi inoffensivi)." (Gnosis, 19/10/04). Ci dispiace, ma non ce la beviamo. Sappiamo che la menzogna è un'arma ancestralmente affine agli autoritari, e che lo Stato, massima espressione organizzata dell'autoritarismo, si profonde nel suo uso fin dalla notte dei tempi. Ma, oltre ad aver ben chiare queste nozioni generali, bisogna aggiungere recenti, brucianti conferme. La storia drammatica di Baleno, che si conclude con l'impiccagione, comincia qualche anno prima con il ritrovamento nella sua officina di ciclista ad Ivrea di un petardo sbriciolato, che lo porterà al primo lungo arresto (2 anni). La dozzina di attentati addossati all'inconsistente firma "Lupi grigi", con cui il PM Laudi stringerà il cappio al collo a Sole e a Baleno e che costerà a Silvano Pelissero 4 anni di detenzione, è un elenco raffazzonato di piccoli sabotaggi (esempio: una bottiglia molotov contro una chiesetta abbandonata o una fucilata contro un ripetitore ecc?.) assolutamente irrilevante dal punto di vista dei danni, mischiato ad un paio di attentati ad alta tecnologia. Ma anche qui, per fare numero, per aggravare la posizione dei presunti attentatori anarco-squatter, sbirri e giudici non esitano a buttare sulla bilancia della loro giustizia cieca episodi insignificanti. Questa operazione è gestita direttamente dai Servizi, la cui oscura attività in Val Susa è stata denunciata persino dai giornali locali. Pare che poi qualche giornalista abbia perso il posto. Per questi motivi, che ancora ci bruciano vivi, non ritengo attendibile, ma volutamente fuorviante, la dichiarazione del SISDE sulla classifica-bombaroli. Si nota, inoltre, che la proposta di legge liberticida del ministro Pisanu va in senso contrario alle affermazioni del SISDE: per essere condannati basta l'intenzione. Nelle migliori tradizioni di Stato, i suoi servizi segreti mentono e lo fanno con arroganza, negando l'evidenza, contando sull'ignoranza e la memoria corta dei cittadini che vogliono vivere in pace. Mentono per arrivare ad un obiettivo preciso: dimostrare che ci troviamo in un'epoca di emergenza a causa del crescente "Terrorismo".
L'ALTERNATIVA DI SINISTRA
L'opposizione, dal canto suo, è d'accordo ed il baffo di Massimo D'Alema ci spiega in diretta tv, che per lui due dita sono una mano. Il ministro-ombra degli interni della sinistra Enzo Bianco non smette di sottolineare il pericolo terrorismo, soprattutto anarchico, e pare in questo ancora più invasato del ministro in carica. Forse perché è direttamente interessato ad un'incessante scoperta di terrorismo in qualità di Presidente del "COmitato PArlamentare di COntrollo sui servizi di informazione e sicurezza". Bianco vuole addirittura costituire una "Procura Nazionale Anti-Terrorismo che coordini le inchieste". Bianco non si perde in giri di parole e per televisione spiega alle masse che "più sicurezza significa la perdita di un pò di privacy e di libertà per tutti".
I SERVIZI
Ancora più interessanti le dichiarazioni del capo dipartimento dell'Ufficio Analisi del SISDE, in un recente convegno su "Mafia e Terrorismo" a Nicosia, Enna, (Domenica 3 ottobre 2004) che amplia la relazione dei Servizi presentata al Parlamento quest'estate. Il convegno era presieduto da Giovanni Tinebra, l'ex procuratore di Caltanisetta, attualmente alla guida dell'amministrazione penitenziaria (DAP) un'altro organismo che non smette di gonfiarsi e che conterà presto 24 nuove carceri per la costruzione delle quali i fondi sono già stati stanziati (TG1, 26 agosto 2004). L'alto funzionario capo degli analisti del SISDE Dott. Alfredo Mantice dichiara: "esistono energie eversive molto organizzate e radicate, soprattutto nell'asse pedemontano tra Milano e Torino, sono presenti vecchi militanti del partito armato che stanno facendo campagna reclutamento in alcuni Centri Sociali particolarmente effervescenti". E parte l'elenco. A Milano: il Vittoria di via Friuli, l'Orso di via Gola e la Panetteria Occupata. A Torino: Murazzi, Askatasuna, Barocchio, "ma anche il Gabrio" come commenta allibito il Manifesto. L'analista del SISDE continua: "siamo molto preoccupati per la penetrazione di questi nel mondo del lavoro". Il Giornale di Paolo Berlusconi rincara e citando il Dott. Mantice sostiene che, nel loro obiettivo di "rompere la pace sociale sviluppando una strategia di guerra a bassa intensità", questi Centri Sociali "effervescenti" godono del supporto politico esterno dei COBAS e dei CUB. Evidentemente la solidarietà ai tranvieri in sciopero selvaggio ha fatto venire i brividi ai padroni e ai loro parenti. Castighi esemplari non si sono fatti attendere è di questi giorni l'annuncio della commutazione in una multa - superiore allo stipendio di un mese - della condanna penale inflitta a 1380 tranvieri di Torino in sciopero fuorilegge e non confederale. Ma non è un volo di fantasia solitario, perché anche la relazione estiva dei Servizi sosteneva che, per l'autunno caldo, chi si organizzerà fuori dal sindacalismo confederale sarà considerato come "eversore". Il drammaturgo e fantapolitico Pisanu a fine agosto sull'Espresso declamava: "Anarchici, marxisti e autonomi, si rovesceranno nelle piazze anche contro il Sindacato".
GLI ANARCHICI
Ma è proprio sull'argomento specifico del mitico Terrorismo, che le dichiarazioni del Dott. Mantice si fanno più interessanti. Parlando del pericolo anarchico, decisamente identificato come prioritario già nella relazione estiva dei Servizi, afferma "si organizzano in vista di scadenze per poi disperdersi". Questo "li rende molto più sfuggenti, ma meno pericolosi. Non programmano azioni di grande impatto, ma di violenza politica organizzata, più che di terrorismo". Nella definizione data dal SISDE, per azione terroristica si intende "un'azione violenta, politicamente motivata, volta a colpire obiettivi di valore simbolico". L'atto di terrorismo, "a differenza di quello di violenza politica (ascrivibile ad individui o gruppi che tendono ad agire a viso aperto), viene di solito compiuto da individui o gruppi operanti in clandestinità o sotto copertura o comunque in condizioni di mimetismo all'interno delle società colpite". (Gnosis, 19/10/04). Interessanti considerazioni di chi dovrebbe strutturare le ideuzze del ministro in un programma che dia corpo ad un Terrorismo italiano che non esiste. Il SISDE evidentemente considera più pericolosa la piazza, e su quella punta le sue attenzioni. Le panzane del ministro mostrano la loro inconsistenza persino nelle pezze d'appoggio dei suoi fidi dei Servizi. Infatti, per quella che definiscono "la componente più attiva e pericolosa dell'attuale contesto eversivo nazionale" non si può parlare di "Terrorismo". Ve lo dice il SISDE.
CASE OCCUPATE
È un fatto, le occupazioni a Torino languono. Non certo perché non ci sia più fame di spazi sociali o abitativi, che con l'arrivo massiccio nella città degli immigrati dal resto del mondo si è moltiplicata. Ma perché la repressione si è inasprita, perché gli edifici vuoti di proprietà pubblica, piuttosto che essere lasciati agli occupanti, vengono abbattuti o assegnati alle associazioni che li richiedono. La seconda parte del piano repressivo non è che lo sviluppo concreto del vecchio documento riservato sulla gestione degli spazi dismessi, studiato dai compagni tirapiedi (Massucco, Ciari & c.) dell'Assessorato alla Gioventù di Torino per sottrarli al pericolo squatter, pubblicato nei suoi passi salienti su Tuttosquat n.2 (prim-avera '95) e "Un'evacuazione senza sforzo", Torinosquatter (primavera '95). La prima fase, quella più squisitamente repressiva: schedature, intimidazioni, sgomberi, botte, denunce, condanne, galera, ecc... è portata avanti con estremo rigore dalle forze poliziesche e della magistratura. Per gli occupanti di area anarchica del Vespaio (maggio-giugno-luglio 2003) i PM chiedono un anno e mezzo di carcere... mentre, a distanza di 15 mesi, il grande edificio resta vuoto. Come già detto, gli unici che si possono lanciare nell'impresa di un'occupazione con qualche prospettiva di successo sono i disobbedienti. Grazie ai ricambiati appoggi istituzionali dei partiti di sinistra, specialmente Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani, contando sulla non ingerenza dei DS, i disobbedienti provano con una certa costanza e serenità ad allargare il loro gruppo, che a Torino non si è molto sviluppato, puntando strumentalmente sulle occupazioni. Ma pur rappresentando l'incarnazione dell’“occupante buono” e dialogante con le Istituzioni, che il potere bramava si costituisse per spaccare e sterilizzare le lotte di occupazione di spazi, persino loro incontrano qualche difficoltà. Il posto ce l'hanno, ma hanno dovuto riprenderselo un paio di volte. Si tratta del centralissimo ex ufficio di collocamento, abbandonato nell'epoca interinale. Hanno lasciato la casa nei quartieri liberty di Torino e si sono spostati a 200 metri dalla stazione di Porta Nuova. Ingrato, invece, il destino degli occupanti di via Muriaglio (p.zza Sabotino). Provenienti dalla casa sgomberata di via Bligny, avevano rioccupato, ma per loro c'è stato un nuovo sgombero irrevocabile nel giro di pochi mesi. Un cielo plumbeo grava sul mondo delle occupazioni torinesi dalle quali traggono linfa vitale le iniziative di contestazione radicale dell'esistente. Le nuove dichiarazioni di ministri e soprattutto dei Servizi, fanno chiaramente intendere l'avviarsi di una nuova fase repressiva, ufficialmente contro ogni occupazione, in pratica contro qualcuna non protetta dal preservativo istituzionale. Anche in questa occasione i tardo-fascisti governativi di AN ne hanno subito approfittato per chiedere "la chiusura dei centri sociali". Lo hanno fatto a Genova il giorno seguente la lettura della relazione di ottobre del SISDE, lo fanno a Torino, a Milano, a Roma e in Parlamento. Evidentemente le occupazioni ed i centri sociali sono temuti dal governo, proprio per questo l'attacco diretto contro di loro si dilata nel tempo. Ciò non toglie che la repressione ruoti attorno alle case occupate ed ai centri sociali, è qui che in estate è andata a cercare numerose prede. I tempi dell'attacco sono più lunghi del previsto, ma l'offensiva della violenza e dell'intrigo di Stato è già iniziata.
Mario Frisetti Schizzo
Torino, 25/10/2004
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