Appunti sulla crisi economica
Troppo spesso in questi giorni articoli e articoli dei giornali, trasmissioni televisive, ci parlano della difficile situazione economica del nostro paese e dell'economia mondiale, dell'altalena delle borse di tutti i paesi. È strano che questo avvenga proprio d'estate quando ci hanno abituato, per anni, a parlare, in questi mesi, solo di cronaca "rosa o nera" o di "occasioni da non perdere", cioè di luoghi incantevoli da visitare e di concerti o feste alle quali partecipare.
Vuol dire che allora è proprio tutto vero, la sensazione della massaia che va a fare la spesa, che trova tutto rincarato ben oltre quel 2,3% di inflazione determinata dall'Istat, e che non riesce più a quadrare i suoi miseri bilanci familiari è reale, questo "libero mercato" non funziona più dalla piccola spesa al grande gioco della borsa.
Ci troviamo in una fase di crisi economica, di recessione - molto simile a quella della grande crisi del finire degli anni 20. L'economia americana, la locomotiva (non quella mitica degli anarchici, cantata da Guccini) non tira più, soffocata dagli scandali dei suoi manager, dalle spese sostenute per mantenere in piedi la sua politica di "dominio imperialista" (così si diceva un tempo!) o di "impero del male" (termine più adatto … da guerre stellari!).
Una crisi dovuta alle paure e alle insicurezze del popolo americano che incontra difficoltà ad ottenere delle serie prospettive di lavoro (lì, ormai, è quasi tutto precarizzato, mentre aumenta costantemente la disoccupazione!), la difesa della propria salute e della propria pensione (vedi il fallimento delle mutue private, dei fondi pensione che sempre più investivano i soldi dei lavoratori nella ricapitalizzazione della stessa azienda o in mercati di rapina del terzo mondo!).
Dopo l'11 settembre hanno trovato un nemico esterno da combattere (quel Bin Laden che avevano addestrato contro i Russi!). La stessa EUROPA, costruita da poco sulle ceneri delle politiche sociali e basata sui rigidi parametri di stabilità previsti dagli accordi di Maastricht, trova difficoltà a costruirsi un proprio binario e rallenta anch'essa la sua corsa, non solo frenata dalla locomotiva americana, ma anche da suoi stessi dubbi, dalle sue incapacità, dalle sue paure.
Purtroppo l'Europa non è nata da un tentativo di svolta, da un cambiamento sociale, da una politica alternativa (cioè da una rivoluzione sociale e culturale!!) capace di risolvere i reali problemi dei suoi cittadini.
È stata una costruzione troppo ardita e frettolosa, sovradeterminante, rispetto ai bisogni reali della stessa popolazione, tanto per poter imporre il libero mercato di scambio ed il potere delle grandi imprese!
Nasce dalla paura di una crisi, di una recessione, che oggi si sta puntualmente verificando e contro la quale non si sono prese adeguate "medicine alternative".
Questa crisi, questa paura, questa insicurezza ha trovato, come in America, la necessità di essere rivolta contro qualcuno (quando invece l'unico vero accusato è il sistema capitalistico!) i diversi, i non allineati (com'è stato a Genova!), i "migranti" (costretti, come gli Italiani di un tempo, a pagare due volte la "crisi" causata da questo sistema; prima nel loro paese d'origine e poi nel paese dove sono fuggiti cercando di sopravvivere!).
Una risposta in molti casi è stata la guerra … le tante guerre che infestano il globo ne sono la dimostrazione. (e la prossima guerra "possibile" sarà quella che Bush vuole dichiarare contro un vecchio alleato americano: Saddam Hussein, al quale hanno "insegnato" l'uso delle armi chimiche).
Un'altra, la "nostra", sarebbe quella di comprendere che non è più sostenibile questo tipo di sviluppo, che questo sistema non funziona e non dà futuro. Di come sia necessario un riequilibrio, frenando il "consumismo", lo sfruttamento dell'uomo e della natura, l'inquinamento e così via. Purtroppo la paura e l'insicurezza, a volte, non fanno pensare.
Nel nostro caso hanno portato ad una svolta a destra (forse anche per il disincanto verso una sinistra sempre più liberista) portando al potere, in Europa, governi conservatori e reazionari; che trovano adeguati alleati nelle dittature, spesso militari, presenti in altre parti del mondo.
I governi europei (così come quello USA e tanti altri) cercano solo di rafforzare il potere dei forti (com'è sempre più evidente nel nostro paese!) e stanno trasformando l'Europa in una fortezza, anzi in una serie di fortezze (visto che anche le frontiere vengono nuovamente blindate in caso di manifestazioni internazionali), come le vecchie città medioevali.
La globalizzazione dell'intero pianeta sta ottenendo proprio l'effetto opposto - si torna indietro - ma questo lo si vede non solo nei territori ma anche sui posti di lavoro, dove sembra quasi essere tornati nelle condizioni del primo novecento (e forse per noi "sindacalisti rivoluzionari" si riaprono spazi di intervento, se saremo capaci di farci comprendere da tutti i lavoratori).
Sarà forse anche per questo che assume sempre più validità la parola d'ordine: "L'emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi?… o non sarà!" (ma per far questo occorre un sindacato autogestito come l'USI!). È infatti chiaro che in queste condizioni cresceranno sempre più le giuste istanze di rivolta da parte delle popolazioni (non quelle ridicole forme di "lotta armata" che qualche "nostalgico" ancora propugna!); a partire dalle periferie dell'impero del male (vedi Argentina) riprenderanno le lotte popolari di massa, la "lotta di classe".
Il movimento internazionale "Noglobal" ha cercato di interpretare e rappresentare (a volte a suo unico beneficio) molte di queste istanze, spesso senza incidere nella quotidianità e nella territorialità.
Ma per fare un buon lavoro bisogna anche sporcarsi le mani, come spesso facciamo noi compagni e compagne dell'Unione Sindacale Italiana, bisogna rilanciare e rafforzare sul territorio e nei posti di lavoro l'autorganizzazione sindacale e sociale, pensando anche alla rinascita delle Camere del Lavoro (quelle definite, nel primo '900, "rivoluzionarie" e, oggi, come … "autogestite"). Sempre più dobbiamo diffondere in ogni occasione, anche al Social Forum Europeo di Firenze, il motto del movimento anarchico: "NE' DIO, NE' STATO, NE' SERVI, NE' PADRONI" aggiungendovi anche "ALL'ARREMBAGGIO DEL FUTURO"! (com'era scritto sullo striscione per Genova!).
Però forse occorre fare un passo indietro parlare di cifre, di dati, proprio a partire dal nostro paese, per rendere evidente come questo governo, conservatore e reazionario, sia stato capace di fare ulteriori danni (sì, perché altri ne avevano già fatti i governi precedenti gestiti dalla "sinistra liberista"!).
Molti degli impegni del "contratto con gli Italiani" sottoscritto da Berlusconi non hanno trovato nessuna attuazione, anzi la prevista ripresa economica non si vede (anche il FMI prevede una riduzione della stima di crescita economica del nostro paese dall'1,4% al solo 1%). Si abbassano le tasse ai ricchi ed aumenta l'evasione fiscale - anche questa è una causa, insieme alla recessione economica, delle basse entrate fiscali di questi mesi. Questo è niente rispetto al reale costo della vita. Nonostante i dati forniti dall'ISTAT, tutte le associazioni dei consumatori hanno denunciato aumenti reali dei prezzi ben più forti (effetto dovuto anche alla "confusione voluta" del cambio dalla Lira all'Euro!). La differenza registrata sull'inflazione, pari quasi al doppio (!), è dovuta, anche, ad un paniere ISTAT che tiene poco conto delle famiglie con reddito medio-basso e dei loro consumi.
Aumenti, ben consistenti, sono previsti a partire dal mese di settembre - SCUOLA: libri +2,7%; ALIMENTARI: verdure ed ortaggi (anche per il maltempo!) +10%, formaggi +5%, olio vergine +8%; ASSICURAZIONI: per le auto da +15% fino ad oltre il 50%; TRENI: +4,15%; AFFITTI: +1,80%; TARIFFE: nuovi aumenti … per il telefono +6,9%, l'elettricità +3,3%, il gas +2,1% - mentre i nostri salari sono bloccati anche dai vari "patti" oltre che da una contrattazione nazionale non ancora iniziata per molti comparti e categorie (i CCNL sono scaduti dal dicembre '01!!).
Chi (CISL - UIL - CISAL - UGL & company) ci aveva venduto per un piatto di lenticchie, ora, si accorgerà che non ci sono più "lenticchie", perché anche il loro costo è aumentato e non è sostenibile da questo governo, pure per merito della politica fiscale di Tremonti. Infatti ci sono delle vere voragini nei conti dello stato (non dovute alle piogge!!). Mancano all'appello 5 miliardi di euro, per un calo delle entrate IRPEF (pari a 2 miliardi) e IRPEG (3 miliardi). Mentre si sono esauriti i fondi per gli sgravi fiscali al sud e non ci sono più neanche i soldi per gli ammortizzatori sociali ed incombe il taglio su pensioni e sanità.
Tutto quanto sta avvenendo in Italia è sempre più funzionale all'abbattimento di quel poco di "welfare state" assicurato dai precedenti governi (ma quale benessere!!). È un cerchio che si sta chiudendo, come in altri paesi (vedi l'Europa), che bisogna spezzare proprio a partire da una ripresa delle lotte che il sindacalismo di base si deve assumere in prima persona senza più le tante divisioni attuali che lo hanno, finora, solo indebolito, a vantaggio dei sindacati "concertativi".
Speriamo, con una scelta unitaria di tutta l'autorganizzazione e del movimento NO GLOBAL, di riempire tutti/e insieme le piazze per lo sciopero generale e sociale previsto per il mese di ottobre, per dare una bella spallata al "nostro" governo reazionario (vedi anche per la legge BOSSI-FINI).
Giuseppe Martelli - Segreteria collegiale dell'USI
|