La mentalità poliziesca
Il mestiere di militare di quali plusvalenze si è caricato in questi anni di rimodellamento poliziesco?
Il militare non è il solo professionista impegnato nello scenario della “Guerra Infinita” ed anche i comuni cittadini americani entreranno a pieno titolo fra i sostenitori del TIPS (Terrorism Information and Prevention System) varato dal dipartimento di giustizia per segnalare i sospetti terroristi.
Il clima di paura diffusosi in USA dopo l'11 settembre ha esteso il consenso alla nuova “mentalità poliziesca” alle "cosiddette" democrazie occidentali, attuando in vari scenari internazionali una sperimentazione repressiva a tutto campo. I gas lacrimogeni CS (Quebeq City, Genova), armi chimiche nocive a lungo termine, gli armamenti ed i proiettili all'uranio impoverito (contro i bambini palestinesi dell'intifada, ma anche in Kosovo), il gas nervino (in Laos-Cambogia), le bombe a grappolo(in Afghanistan), sono solo alcuni degli esempi che hanno visto quali cavie non altrettanti eserciti professionali ma sempre e solamente civili inermi, donne, anziani, bambini. Gli "incidenti" USA nel corso dei bombardamenti in Afghanistan (812 civili uccisi in 11 attacchi aerei, 400, secondo un resoconto pubblicato sul New York Time del 22 luglio 2002), di cui due almeno hanno avuto una certa risonanza: il bombardamento sugli ospedali della Croce Rossa, ed il raid del 1 luglio 2002 a Kakarak dove morirono oltre 50 civili e 100 feriti mentre stavano celebrando un matrimonio si sposano al massacro intenzionale di JENIN ed al recentissimo raid su GAZA, 24 luglio 2002, in cui un F-16 israeliano nel lanciare un missile sulla casa di un capo militare di Hamas lo ha ucciso insieme alla moglie, al figlio, ed ad altri 12 civili, di cui nove bambini. Anche questo incidente ha scosso l'opinione internazionale. Ma dopo un po' lo sdegno delle società civili muore e si estingue presto sia il giudizio negativo sul terrorismo di stato israeliano, che sugli inevitabili errori umani connessi al programma strategico "Enduring Freedom". Infatti oltre agli incidenti dall'alto (bombardamenti, raid missilistici), la pratica dell'annientamento ed eliminazione a terra (Jenin) consente agli eserciti di mettere a frutto l'addestramento ricevuto e procedere allo sterminio dei civili tramite stupri, sevizie, torture ed omicidi a freddo. Questi crimini verranno poi insabbiati; è inutile sperare nel diritto internazionale! Anche i militari USA impiegati in operazioni di annientamento non possono essere giudicati dall'alta Corte Internazionale Penale per i crimini di guerra! Il diritto esiste solo sulla carta per i loro massacri! Questo nuovo “diritto di polizia internazionale” è stato immediatamente recepito da tutti quegli stati legati al processo neoliberista ed interessati ad assorbire tali EXEMPLA nel proprio scenario di crisi. Tale è il caso della polizia argentina che il 20 dicembre 2001 è stata capace di uccidere un numero enorme di civili (si parla di almeno 28), che senza armi manifestarono contro la corruzione politica ed il presidente, che vista la gravità della protesta, dopo giorni di saccheggi ed incendi, preferì allontanarsi in elicottero dal palazzo governativo, scortato in luoghi più sicuri. Ma con l' ingresso al potere di Duhalde il 26 giugno 2002, a conferma che la crisi è tutt'ora in atto, due giovani disoccupati Dario Santillan, 23 anni, e Maximiliano Costeki, 21 anni, anch'essi disarmati, sono stati uccisi a freddo dal commissario Franchiotti ed i suoi agenti, nel corso di un intentato blocco stradale vicino un ponte di Buenos Aires. Tali "eroi" delle forze dell'ordine agiscono in tali "missioni speciali" per mettersi in luce ed ottenere (eventualmente) "promozioni particolari". Per ora hanno solo ottenuto una rimozione dal loro incarico, ma quando l'opinione pubblica avrà rimosso, in tutta calma, otterranno il premio desiderato in termini di carriera. Altre possibilità di guadagno extra offerte ai vigilantes sono infatti la scorta personale a cittadini particolarmente ricchi, e pertanto "a rischio". Tale volto rassicurante del moderno pretoriano viene sbandierato presso l'opinione pubblica tramite la retorica della difesa della legalità e degli interessi (materiali e morali) del cittadino.
Questa possibilità di privilegio viene subito recepita a livello globale e fra i partiti governativi e parlamentari delle "cosiddette" democrazie occidentali e con i nuovi "vigilantes", scaturiti dalla nuova “mentalità poliziesca” s'instaura una reciproca intesa dettata dall'interesse personale. E così vi sono vigilantes per andare e tornare dai teatri pubblici, per custodire le pellicce, trasportare valori, custodire gioielli, e persino scortare i propri rampolli in discoteca. I partiti dell'arco costituzionale gradirebbero inoltre "servizi di polizia" per i cittadini, così da estendere il controllo poliziesco sulle aree metropolitane degradate ed "a rischio" per l'aumento della microcriminalità. In pratica istituire i "poliziotti di quartiere". Ovviamente non si tratterà più del metronotte in bicicletta! Che i poliziotti di quartiere (proposti dai DS) in Italia siano un utopia lo hanno dimostrato proprio le "cosiddette" FORZE DELL'ORDINE, che nelle strade diventano sceriffi ed uccidono come nei films dopo lunghi e spericolati inseguimenti. Nel 2001 a Bagnoli (Napoli) un ragazzo in motorino di 17 anni, incensurato, è stato ucciso da un agente per non essersi fermato all'Alt; stessa cosa è avvenuta il 23 luglio 2002 a Pompei, dove un carabiniere di Torre Annunziata, fuori servizio, ha sparato ad un giovane di 22 anni, Domenico D'Alessandro, incensurato, anch'egli in motorino reo di non essersi fermato all'Alt; il giovane da allora è in coma. Molti giovani delle "cosiddette" forze dell’ordine, come il carabiniere Mario Placanica, tendono a giustificare la propria scelta di arruolamento quale unica alternativa esistenziale alla disoccupazione. Mettendo la firma ci si affranca dalla precarietà e si ha finalmente accesso al posto fisso con possibilità di carriera. Ma uno dei compiti della nuova “mentalità poliziesca” è esercitare con forza il potere dissuasivo verso tutti coloro che dal basso, disoccupati, emarginati, poveri, osassero opporsi allo stato di miseria. La “difesa dei più deboli” non rientra nei compiti della nuova “mentalità poliziesca”. Anzi per costoro la repressione sarà forte e avrà valore di “esempio” per tutti coloro che nel futuro tenteranno qualsiasi forma di opposizione al potere. Il custode dell'ordine costituito, salariato-armato, non dovrà retrocedere nello scontro e dovrà uccidere allo scopo di dare una lezione. Tale è il caso degli sfratti coatti, o dei pestaggi violenti dei detenuti nei penitenziari: in quei casi bisogna mettere in campo la forza. Ma anche agli oppositori di piazza bisogna dare una lezione: una lezione più duratura nel tempo! L'omicidio di un manifestante è il deterrente migliore! Tanto la storia dimostra che le forze dell’ordine non pagano mai i loro delitti (Francesco Russo, Bologna marzo 1977, Giorgiana Masi, Roma novembre 1977, Franco Serantini, Pisa maggio 1972, Giuseppe Pinelli…) lo testimoniano.
Il nuovo modello della “mentalità poliziesca” è l'immunità totale concessa ai militari USA ed all'esercito israeliano; è questo il nuovo “diritto di polizia globale” che travalica ovviamente il diritto ordinario. Al nuovo gestore dell'ordine è infatti concesso l'esercizio dell'abuso, tramite atti intimidatori, vessatori, persecutori, che sfociano in maltrattamenti, ferocia, violenze sessuali, torture, omicidi a freddo. Tali deroghe al diritto ordinario sono giustificate da sé vista l'eccezionalità della situazione di crisi o terroristica. Questa nuova ed inaspettata pagina del diritto di polizia è stata posta in atto a Genova nel corso delle giornate del G8 (19-21 luglio 2001) costate la vita a Carlo Giuliani. Le forze "cosiddette" dell'ordine sono state compattate (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Reparti della Polizia Penitenziaria GOM) per fornire il massimo della risposta repressiva. Sono stati effettuate preparazioni militari specifiche (come l'aggiornamento fornito dal LAPD, Los Angeles Police Departement, tristemente famoso per i pestaggi a sfondo razziale del 1992, cui scaturì la rivolta dei ghetti urbani, pestaggi impuniti ovviamente, e reiterati anche di recente, perché videofilmati). Il LAPD il 24 aprile, il 18 ed il 19 giugno 2001 ha istruito le forze dell'ordine italiane all'uso del manganello "tonfa", sperimentalmente introdotto in Italia soltanto il 5 giugno 2001, e "testato" appunto sui manifestanti, unitamente ai 6200 candelotti lacrimogeni contenenti il CS. La polizia italiana ha incontrato i funzionari tedeschi del B.K.A. il 28 giugno 2001, i vertici della polizia greca ad Atene il 12 luglio 2001, e ha scambiato informative con la polizia turca il 26 giugno 2001. Inoltre per aggiornarsi sulle tecniche antisommossa prese a Quebec City si è incontrata con la polizia canadese presso l'ambasciata il 28 maggio 2001. Tutto questo sforzo tattico e strategico non andava certo nella direzione di un comportamento rispettoso dei diritti umani dei manifestanti. Il “nuovo diritto di polizia” decide quando liberarsi dei diritti umani. A Sassari nel 2000 la polizia penitenziaria, la stessa che usò il guanto di sabbia per il pestaggio dei manifestanti a Bolzaneto, aveva già sperimentato la nuova “mentalità poliziesca”. Dopo i fatti di Genova i partiti istituzionali di sinistra (Ulivo, Prc) hanno proposto di dotare le forze dell'ordine italiane, di un cosiddetto "codice etico". Mentre altre polizie sono obbligate ad usare in fase antisommossa proiettili di gomma, la forze dell'ordine italiane insistono e sono invece fiere di sparare pallottole vere. Le forze dell'ordine italiane sono state promosse nell'ambito delle polizie mondiali fra le più severe e temibili. Si sono conquistate una posizione di merito grazie proprio ai recenti fatti di Genova. Sono entrate a pieno titolo nell'ambito della “polizia globale”. Nella nuova “mentalità poliziesca” infatti "gli eserciti e la polizia anticipano i tribunali e precostituiscono le regole di giustizia che le Corti dovranno poi applicare".
La sinistra parlamentare continua dunque a stupirsi ed a cadere dalle nuvole, mentre il nuovo diritto di polizia spazza i diritti umani e mette in pratica il campionario della brutalità, già sperimentato nei vari punti di crisi dell'Impero. Il dispositivo di attacco e distruzione dei diritti umani scatta quando il potere politico intende riconfermare la sua superiorità centralizzata sulle minoranze che intendono resistere ed opporsi. Esaurito il mezzo deterrente della mistificazione attraverso i media, assicurando l'immunità alle legioni pretoriane per i loro crimini, l'ordine di morte viene impartito dalle più alte vette del comando politico e militare.
Possiamo dunque identificare la prima ed implicita fonte del diritto imperiale di un’azione di polizia e nella capacità da parte di quest’ultima di creare e mantenere l’ordine.
La legittimità dell’ordinamento imperiale sostiene l’esercizio del potere di polizia, mentre, nello stesso tempo, l’attività di una forza di polizia globale dimostra la reale efficacia dell’ordinamento imperiale.
Collettivo Anarchico Biblos
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