Numero 5 - Ottobre 2002 - Anno 1

Silvano libero


Tutto inizia 11 anni fa'.
Nel 1991 i paesi dell'UE approvano un progetto per la costruzione di una nuova linea ferroviaria ad alta velocità che colleghi i principali centri urbani europei. Questo progetto coinvolge anche le città di ogni nazione che vi prende parte. Per quanto il sito www.tav.it possa rassicurarci sul fatto che i lavori procedano nel massimo rispetto dell'ecosistema, noi non ne siamo tanto convinti. Così come non ne sono mai stati convinti gli abitanti della Val di Susa, in Piemonte: infatti là l'opposizione a questo progetto è sempre stata particolarmente radicata, e non hanno mai mancato l'occasione per esprimere il proprio dissenso in vari momenti e in diversi modi. La prima voce forte contro questo disastro si è alzata il 23 agosto del 1996, quando due molotov hanno causato danni (dall'entità di 200 milioni di lire) ad un cantiere FS. A pochi metri di distanza vengono ritrovate delle scritte contro il TAV. A questo sono seguite altre azioni, alcune delle quali rivendicate da un gruppo chiamato "Lupi Grigi". Gl'inquirenti considerano opportuno seguire (ma tu guarda…) la pista anarchica. Dopo "accurate" indagini, nel 1998, i magistrati Laudi e Tatangelo emettono un mandato per Silvano Pellissero, Edoardo Massari e Soledad Maria Rosas. I tre in questione facevano parte del movimento anarchico/squatter di Torino, che a quei tempi stava cominciando a subire una forte repressione. Infatti Silvano viene arrestato dopo aver trovato una microspia nella sua auto, mentre Edo e Soledad vengono prelevati dallo squat in cui abitavano (e che poi è stato sgombrato). Vale la pena ricordare che nello stesso giorno la polizia ha attaccato altre due case occupate, delle quali una è stata sgombrata.
Il 9 marzo 1998 viene emessa la sentenza che condanna i tre a sette anni di reclusione per "associazione eversiva" e per gli attentati ecoterrroristici, nonostante si siano dichiarati innocenti.
Dopo poco tempo Edo viene ritrovato impiccato nella sua cella. Questo evento causa le azioni di solidarietà da parte sia dei compagni che si trovavano dentro che di quelli che si sono fuori. Vengono organizzati presidi e manifestazioni in tutta Italia, mentre, il giorno dopo il suicidio, Soledad intraprende uno sciopero della fame. Dopo poco viene trasferita agli arresti domiciliari e, a distanza di poco tempo, anche lei si toglie la vita.
Silvano Pellissero, invece, viene trasferito a Novara dove, dopo aver scritto il suo primo comunicato, nel quale ribadisce la propria innocenza e quella dei compagni, comincia anche lui uno sciopero della fame. Dopo il suicidio di Maria Soledad e in seguito alle manifestazioni di solidarietà che si sono svolte in tutta Italia, lo stato concede anche a lui agli arresti domiciliari nella comunità "Mastropietro". Nel novembre del 2001 la Corte di Cassazione decide di far cadere l'accusa di associazione eversiva, ma resta ferma sulle accuse degli atti "terroristici"; quindi, diminuisce la pena a 6 anni e un mese. Tre mesi dopo, a febbraio in un'altra udienza la Corte di Cassazione annulla la condanna: Pellissero, Soledad e Massari non avevano obiettivi eversivi.
Silvano è libero. La sentenza della Cassazione ha semplicemente smentito la messinscena dei due pm torinesi.
Ma purtroppo la storia di Silvano non finisce qui: infatti viene convocato il 27 settembre 2002 per un'udienza della Corte d'Appello, nella quale si dovrà esprimere una valutazione sui fatti e confermare l'annullamento della condanna. Il 27 davanti al tribunale di Torino viene organizzato un presidio, ma qualcosa non va: l'udienza è spostata al 20 novembre.
Nonostante tutti questi fatti, le azioni contro il TAV non si sono fermate: contro questo disastro ambientale sono stati organizzati presidi, cortei e ancora altri sabotaggi, anche da organizzazioni non anarchiche. La lotta per la salvaguardia dell'ambiente della Val di Susa ha coinvolto buona parte della popolazione. Vogliamo ricordare però che i lavori del TAV non si stanno svolgendo solo in Val di Susa, ma in tutta Italia, anche se sembra che da altre parti il problema sia meno sentito.
Non ci resta che dedurre che il caso sia tutta una montatura dello stato per reprimere il movimento anarchico. Ma non dobbiamo dimenticare che tutto ciò ha tolto la vita a due compagni. Non voglio entrare nei meriti della questione "suicidio o suicidati", ma so soltanto che Edo e Sole sono stati uccisi da un sistema repressivo che li ha privati della loro libertà: non importa se abbiano scelto di porre fine alle loro sofferenze o se lo stato abbia deciso per loro anche l'ora della morte.
In questi giorni, come siamo abituati a sentire da tempo, stanno arrivando notizie da tutta Italia di compagni indagati e perquisiti: la notizia della chiamata all'udienza di Silvano è una delle prove che la repressione che sta colpendo tutto il movimento sta tornando a farsi sentire sempre più forte.
Per ora non resta che ribadire la nostra solidarietà ad ogni compagno indagato o in carcere e (anche se sembra inutile ripeterlo all'infinito) continuare a lottare contro ogni forma di repressione per la libertà di Silvano, nostra e del nostro ecosistema.

:sxh


 

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