Questi ci levano la salute
Uno degli aspetti più raccapriccianti del capitalismo è la deflagrazione dell'idea di salute. Il valore "salute" è sacrificato alla logica del profitto. Oggi il concetto di salute quale patrimonio comune a tutti i componenti della società umana è minacciato quanto il concetto di libertà. La difesa della salute è determinante per l'affermazione dei principi egualitari. La lotta per la salute deve scuotere ogni tentativo riduzionistico. Cosa s'intende per salute? Stato di benessere psichico e fisico, è un passo, ma andiamo oltre. Allontaniamo ogni suggestione mistico-religiosa tesa, da una parte, a concepire la salute suprema: il bene assoluto, quale aspirazione ultima dell'uomo e, dall'altra, a minimizzare valenze positive per la salubrità terrena e materiale.
Non ci soddisfa la commistione di salute e sicurezza, operazione con la quale la reazione borghese legittima la mortificazione della sfera di libertà individuale. La salute della patria, d'altronde, non, ci interessa affatto. A legittimare il privilegio e le prevaricazioni statuali soccorre, tra gli altri, il principio di promozione ed affermazione della salute pubblica, ma come la legge non è uguale per tutti così, nello stato democratico, la salute non è affatto uguale per tutti.
La fisiologia suggerisce che la salute è una condizione di non-percezione delle funzioni vitali, entro limiti di valori soglia, variabili con lo stato di riposo o di movimento o in condizioni di stress. La nostra cultura umanistica aiuta a non appagarci di una definizione negativa e di non limitarci ad una concezione puramente fisiologica. Intendiamo, quindi, la salute come quella condizione in cui si ha pieno godimento delle facoltà vitali, in cui si apprezza il sapore delle cose che la vita ci offre, sia dolci che amare, ed in cui si ha, soprattutto, piena consapevolezza dell'autonomia delle propria individualità. Ed allora, ragionando intorno ad essa, ci rendiamo conto di quanta differenza ed indifferenza caratterizzano i criteri della salute nelle cristallizzazioni sociali di una società capitalistica, strutturata gerarchicamente, e a cultura borghese.
Una parziale disamina della realtà della nostra vita quotidiana svela l'errore e l'orrore di una verità emergente: il valore salute è subordinato e castigato dai principi forti del capitalismo.
Il lavoro, elevato a valore etico, con tutta la retorica correlata ad una simile esaltazione, quotidianamente è causa di morte e mutilazioni, naturalmente solo tra le classi subalterne. La ricchezza prodotta è a beneficio dei profferitori di etica. Il padrone gestisce, in nome del profitto e secondo i propri bisogni, la vita dei subordinati, modificandone e condizionandone, ritmi e funzioni e modificandone autonomia e beltà ( consentitemi questo arcaicismo!).
Le guerre, scatenate in gran parte in nome del capitale, determinano la tragica interruzione, immediata e concomitante, dello stato di salute di una massa enorme di persone, tutto legittimato dalla invocata necessità di affermazione di principi prevaricatori, e comunque sempre autoritari e statuali. Terrorismo è la definizione data ad interventi violenti occorrenti in ambito di piccolo volume e secondo criteri di economicità, ma sempre con la stessa logica autoritaria e la stessa volontà di prevaricazione e di interruzione della salute altrui.
Le carceri, altro presidio della cultura borghese e capitalistica, ma strumento eterno di coercizione e di oppressione da parte di tutti i regimi autoritari, rappresentano i siti dove meglio si percepisce la drammaticità dello scompaginamento della dimensione polivalente dello stato di salute individuale e dove si estrinsecano, in modo perentorio, le coercitive differenze gerarchiche imposte da una società borghese, autoritaria, il cui concetto di giustizia è avulso da una visione sana e naturale della vita dell'uomo. La vita sociale, nell'ambito borghese e capitalistico, è regolata dalla logica del "si salvi chi può" e dalle prevaricazioni dei più furbi, che creano le fondamenta dei propri privilegi con l'usurpazione, non solo del lavoro altrui, ma anche del territorio e dei molti beni ambientali e culturali, che sono patrimonio pubblico, ignorando e calpestando le esigenze della massa. Sono prossime le aggressioni alle risorse idriche. Tutto ciò è usurpazione della salute di massa e và combattuto.
L'informazione e la pubblicità sono il sale di condimento di questo grande servizio offerto dal pensiero e dall'azione liberista. La prorompente obesità è un segno delle alterazioni del gusto e dell'alimentazione imposte dalla logica del mercato e della concorrenzialità. Pietosa, poi, è l'ipocrisia con cui la gente di italica stirpe si confronta con i danni arrecati dal tabagismo e dall'alcoolismo, ruminando di fronte a centinaia di ore di pubblicità televisiva per i vari scadenti e dannosi tavernelli e consimili, mentre tiene sotto sequestro, con compiaciuto piglio autoritario, la più salutare marijuana.
È, d'altra parte, insoddisfacente una concezione della salute, intesa restrittivamente come conseguente all'adesione di un insieme di norme dietetiche ed igieniche, quale le attuali correnti pedagogiche e sanitarie predominanti impongono nell'ambito educativo. Disporre del proprio tempo, della propria giornata, assecondare i propri ritmi biologici, aver tempo di dedicarsi alla cura del proprio corpo, avendo la consapevolezza che il godimento della vita individuale è un valore ed un bene irrinunciabile, sono affermazioni che devono appartenere ad una sfera di massa, valide per tutti e non solo per pochi privilegiati di classe. Rivendicare una idea libertaria e non gerarchizzante della salute deve arricchirsi di simili considerazioni, che sembrano banali ed indiscutibili, ma, nella realtà della società attuale, capitalistica e borghese, di fatto, la salute della gran parte dei componenti non è di pari valore.
Imponiamo la salute quale evento di valenza rivoluzionaria. Né stato né chiesa siano promotori del concetto di salute. Viva l'anarchia.
ARo
|