Numero 6 - Novembre 2002 - Anno 1

Sindacalismo di base


La legge finanziaria del governo Berlusconi, ed il rinnovo dei contratti di lavoro sono, per quest'autunno, elementi che aprono nuovi ed ulteriori meccanismi di mobilitazione, per un allargare del conflitto sociale. Lo sciopero generale del 18 Ottobre, indetto sia dal Sindacalismo di Base che dalla Cgil, ha aperto questa nuova campagna di lotta, seppure con motivazioni diverse. La scelta di scioperare con la CGIL, dal punto di vista della data, ha posto una serie di problemi di natura politica e sindacale.
Un primo problema è stato quello creatosi all'interno della scuola, il fatto che il 14 ottobre fosse stato indetto uno sciopero di comparto da Gilda, Cisl, Uil creava allo sciopero del 18 dei problemi tecnici visto che l'intervallo fra il 14 ed il 18 è inferiore a quanto stabilito dalla legislazione sull'esercizio del diritto di sciopero, (accordi firmati da CGIL, CISL, UIL), questo poteva essere un problema per la CGIL, che si trovava in una situazione di enorme problematica, infatti, quale indicazione doveva dare ai suoi iscritti nel settore scuola: chiedere l'adesione allo sciopero generale del 18, correndo il rischio che tali lavoratori fossero soggetti a sanzioni economiche, come prevede l'accordo da loro firmato, se ci fosse poi stato da parte del Governo la richiesta dell'applicazione degli accordi sulla regolamentazione dello sciopero, oppure non fare scioperare?
Che il governo non abbia fatto richiesta dell'applicazione degli accordi sulla regolamentazione dello sciopero è significativo, ha delegittimato ulteriormente, insieme a Cisl e Uil, la politica "concertativa" di Cgil, visto la guerra delle cifre sull'adesione allo sciopero, se l'esito dello sciopero si può dire positivo per quello che riguarda il Sindacalismo di Base, esso è stato affossato in un ruolo secondario, da parte dei mass-media, ponendo un secondo problema: la mancanza di visibilità.
Napoli ha visto due manifestazioni una di Cgil e l'altra del Sindacalismo di Base, quella del Sindacalismo di Base contava circa 4000 partecipanti, nonostante una presenza rilevante per quello che attualmente esprime il Sindacalismo di Base, tale manifestazione, come in tutta Italia, non hanno avuto spazio per i mass-media.
Un ulteriore problema che è nato all'interno del Sindacalismo di Base, per quanto riguarda la realtà napoletana, nasce da un atteggiamento poco chiaro da parte dei Cobas-scuola che prima dello sciopero del 18, in una assemblea cittadina chiedevano a Cgil un riconoscimento "politico" e quindi un intervento alla manifestazione di Cgil.
Cgil ha sbattuto le porte in faccia ai Cobas e questi a loro volta hanno ripiegato sulla manifestazione del Sindacalismo di Base. Questo evento fa pensare alle scelte politiche dei Cobas-scuola, e rende poco chiaro il loro intervento politico, se in questo atteggiamento, c'è il mito di pensare ad un unità dei lavoratori a tutti i costi, non rendendosi conto che sostanzialmente si arriverà ad un unione degli apparati burocratici, in quanto c'è un centralismo assoluto all'interno della struttura sindacale di Cgil, e che se oggi Cgil sembra la prospettiva politica della sinistra, si tenga presente che Cgil sta vincendo sull'immagine e non sull'intervento politico, nonostante la svolta che ha dato con il rifiuto di firmare il Patto per l'Italia e la salvaguardia dell'articolo 18. Bisogna andare oltre queste prospettive e per farlo un'occasione è di ripartire dai rinnovi dei contratti, ed in particolare dalla rivendicazione del salario, del suo adeguamento all'inflazione reale, anziché a quella dichiarata dagli apparati del governo, se non addirittura a quella programmata. Quale ruolo avrà in questa trattativa Cgil? Sicuramente non sarà difficile immaginarlo.
Un ruolo importante lo deve avere il Sindacalismo di Base e i compagni che ne fanno parte; ripensare ad un intervento unitario mi sembra miopia politica, significa sostanzialmente rimettere in discussione l'esperienza politica del Sindacalismo di Base, che nasce da uno sviluppo orizzontale partendo dalla base e contrapponendosi ad un centralismo assoluto.

DDR


 

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