Il giorno 24 Dicembre uno striscione recante la scritta
"Il Natale sfrutta gli acquirenti, il G8 sfrutta i continenti" veniva affisso
sul Ponte Monumentale di Genova allo scopo di sensibilizzare la cittadinanza
circa le responsabilità che gli otto "grandi" della Terra hanno
riguardo le disgrazie che affliggono l'umanita'. È stata questa
la nostra prima disobbedienza ai G8.
Dopo esserci spostati nella centralissima Via XX Settembre
per distribuire ai passanti la nostra "lettera a Babbo Natale" e dopo un
breve presidio presso il megastore Mondatori, decidevamo di portare pacificamente
lo striscione dentro il Palazzo Ducale, gia' sede dei Dogi, oggi destinato
ad avere il dis-onore di ospitare il vertice dei G8, nel prossimo luglio.
Le forze dell'ordine, presenti in numero di due funzionari
digos fino a quel momento costretti a seguire faticosamente i nostri veloci
spostamenti, si impegnavano ad ingaggiare un pericoloso tiro alla fune
con lo striscione nei pressi delle finestre al primo piano, per impedire
che lo stesso venisse affisso. Pur essendo in numero 10 volte superiore,
decidevamo di abbandonare l'impresa, onde evitare spiacevoli conseguenze
e preservare l'incolumità di tutti.
Una volta usciti dal Palazzo Ducale e pronti a scioglierci,
ecco arrivare la celere, che insegue i malcapitati rimasti nei pressi di
Piazza Matteotti agguantandoli per i capelli e minacciandoli, mettendo
ben in mostra i manganelli e iniziando quelle identificazioni che si tradurranno
forse in denuncie tanto assurde quanto false. Anche questa volta, pero',
le immagini del circuito interno del Palazzo non potranno non mettere in
risalto il nostro atteggiamento pacifico e, come già per le cariche
alla Stazione Principe il 29 gennaio scorso, la vera natura della violenza,
celata spesso dietro la divisa blu delle autorità.
Il giorno dopo, forse con la pancia troppo piena per
l'abbuffata natalizia, ecco tutti pronti al j'accuse e a prendere le distanze
dai "violenti". Lo sfregare della fune dello striscione sul palmo della
mano del funzionario intento a strapparcelo, diventa lesioni a pubblico
ufficiale. Il vetro di una finestra mandato in frantumi accidentalmente
da un compagno per evitare di volare giù (cose mai viste? chiedete
al Pinelli!), diventa una vetrina spaccata. I ricordi lasciati su muri
rigorosamente privi di opere d'arte del Palazzo Ducale, per regalare a
tutti la nostra promessa ("il G8 non passera'!"), diventano un affronto
alla città.
Di certo se un solerte cittadino decidesse di dare
un'occhiata piu' da vicino alle così definite "bravate", si accorgerebbe
ben presto che pochi metri più in la' gli intonaci della parete
del Palazzo stanno cadendo a pezzi, che non bastera' un po' di maquillage
a cancellare il degrado che affligge il Centro Storico piu' grande d'Europa.
Se poi l'Amministrazione ritenesse davvero di mettere a bilancio i presunti
dieci milioni di danno (si sa, l'appetito vien mangiando), la invitiamo
a detrarli dalle spese stanziate per costruire una gabbia per farfalle
al Porto Antico. Gia'! Al "farfallario" ci penserà forse lo sponsor
Messina, ma costoro farebbero sicuramente meglio a pensare meno all'immagine
ed investire i propri soldi per alleviare i turni di lavoro ai loro terminal
in porto, turni tanto estenuanti quanto troppo spesso mortalmente pericolosi.
Ci amareggiano invece le dichiarazioni da parte di
altri oppositori ai G8, forse dimentichi della reale dimensione della violenza,
ma pronti a lanciare la "scomunica" e a dichiararci estranei al "movimento",
come apparso sui giornali e sulle liste di discussione in internet. Fortunatamente
già da qualche mese abbiamo deciso di svolgere un percorso autonomo:
riteniamo poco coerente contestare le otto potenze mondiali lavorando al
tavolo con i partiti, che a tale potere costituzionalmente ambiscono.
E' nostra ferma intenzione, pero', avviare un confronto
con chi contesta i G8 anche su contenuti e con forme di lotta differenti
dalle nostre. Per questa ragione abbiamo aderito al "Patto di Lavoro" fra
le diverse realta'; per questa ragione intendiamo lavorare ad un network
capace di coordinare le proteste e di dare ad esse maggiore forza. Sempre
che non si verifichi la corsa alla dissociazione ogni qual volta compiremo
azioni di disobbedienza civile, e quindi rigorosamente non violente, che
promettiamo saranno parecchie e che accompagneranno Genova al G8. Sempre
che non si voglia alimentare quel gioco a "buoni e cattivi" tanto pericoloso
quanto utile ai potenti, perche' in tal caso non sapremmo da che parte
mettere parecchie realtà.
Continueremo a essere disobbedienti!
Non obbediremo al divieto posto dalle autorità
che, per bocca del Ministro plenipotenziario per il G8 Vinci Giacchi, hanno
assicurato che già dalla settimana precedente il vertice nessuna
manifestazione sara' permessa.
Non obbediremo al divieto di oltrepassare il confine
di quella che è stata definita "zona rossa", un'area comprendente
gran parte del centro storico cittadino e nelle intenzioni delle autorita'
riservata al passaggio dei delegati, sotto l'occhio delle telecamere del
Grande Fratello (quello vero) e sotto il mirino dei cecchini.
Metteremo in gioco i nostri corpi per esercitare il
diritto a manifestare il nostro dissenso dalla scriteriate politiche economiche
delle otto potenze mondiali, da noi ritenute oggettivamente responsabili
della depredazione delle risorse planetarie, delle guerre "umanitarie"
all'insegna dell'uranio impoverito, dei disastri ambientali che minacciano
il pianeta e la sopravvivenza dell'umanita'.
E per il 2001... Buona disobbedienza civile a tutti!
Centro Sociale Occupato Autogestito Terra di Nessuno -
Genova
Centro Sociale Occupato Autogestito Pinelli - Genova
"Certo bisogna farne di strada da una ginnastica di obbedienza
fino ad un gesto molto più umano che ti dia il
senso della violenza.
Pero' bisogna farne altrettanta per diventare cosi' coglioni
da non riuscire piu' a capire che non ci sono poteri
buoni
da non riuscire piu' a capire che non ci sono poteri
buoni!"
(F. De Andrè)