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Per quattro giorni niente navi, treni o aerei, la città
resterà isolata dal resto del mondo E Genova finisce sotto assedio
Per operatori turistici e commerciali sarà il tracollo
GENOVA. Il Vertice dei Grandi del prossimo luglio rischia di provocare
il collasso delle comunicazioni, isolando di fatto Genova dal resto d'Italia,
con gravi ripercussioni economiche e turistiche: in particolare verranno
colpiti i traghetti da e per Sardegna e Corsica. Le isole potrebbero esere
irraggiungibili proprio nel periodo di maggiore traffico. La paura del
terrorismo, cresciuta dopo il successo di Silvio Berlusconi provocherà
una blindatura totale della città, il cui voto tra l'altro è
andato controcorrente, con un effetto di assedio che Napoli, nel 1994,
non aveva certo sperimentato. La città stessa sarà tagliata
in due, la soprelevata che la attraversa da Ponente a Levante resterà
chiusa. Inavvicinabili i caselli autostradali. Sarà paralisi totale
per il porto commerciale, quello da un milione e mezzo di container, non
potranno entrare e uscire da Genova i Tir e quasi certamente neppure i
treni. Anche l'aeroporto sarà off-limits. Si fermeranno navi da
crociera e traghetti. Quello che per Genova doveva essere un volano di
sviluppo, un'occasione per mostrarsi al mondo con un perfetto maquillage,
si sta già trasformando in un incubo a fosche tinte, in una situazione
da stato di guerra destinata a creare notevoli problemi economici. La dichiarazione
del comandante della Capitaneria di Porto genovese, l'ammiraglio Raimondo
Pollastrini, non lascia spazio a soluzioni intermedie: le merci verranno
indirizzate altrove. Sarà difficile che durante il G8 qualche nave
arrivi o parta da Genova. La sicurezza viene prima di tutto: il porto a
ridosso della zona rossa (l'area del centro storico genovese che comprende
l'Expo-Acquario e Palazzo Ducale, sede del Vertice, ndr) e anzi ne costituisce
la propaggine a mare. Del resto, l'allarme sul rischio che, dopo i blocchi
alla frontiera francese di Ventimiglia in occasione del Vertice europeo
di Nizza, i gruppi della galassia anti-globalizzazione potessero decidere
di raggiungere Genova dal mare si materializzato soltanto pochi giorni
fa. Il G8 non chiederà tuttavia soltanto enormi sacrifici a chi
resterà in città. La situazione per chi si sposta in traghetto
verso le isole già difficile in condizioni normali, in un periodo
turisticamente bollente come l'ultima decade di luglio. Il blocco di Genova
spingerà dunque non meno di centomila persone (quelle che avrebbero
dovuto partire fra il 18 e il 23 luglio: moltissimi i biglietti già
venduti) a cimentarsi con il disagio supplementare di imbarcarsi a Spezia
o a Livorno, probabili destinazioni alternative per Sardegna, o di rinunciare
al viaggio. D'altro canto, il problema delle possibili disdette riguarda
gli armatori di traghetti, Tirrenia e Grimaldi, che rischiano, non meno
dei gestori di terminal mercantili, un collasso economico. C'è chi,
come Luigi Negri, presidente del Sech di Calata Sanità, il più
vicino alla zona rossa, passa già all'attacco: «Non si può
bloccare un'attività commerciale senza discutere. E' un danno di
miliardi». Se per lo stop all'attività commerciale del porto
di Genova nei cinque giorni a cavallo del G8 non ci sono alternative, l'ipotesi
proposta dalla Prefettura genovese per assicurare imbarco e sbarco dei
passeggeri dalle isole (e anche dei crocieristi) ha scatenato ulteriori
polemiche, anzichè placare gli animi. L'idea era quella di concentrare
il traffico passeggeri al terminal container di Voltri, lontano dal centro
della città una ventina di chilometri e quindi non considerato a
rischio. Ma quello scalo potrebbe accogliere a malapena diecimila persone
e in condizioni che la calura di luglio renderebbe drammatiche, per l'assenza
di attrezzature, compresi bar e servizi. Qualora questa idea divenisse
operativa, non è difficile profetizzare che anche qui si creerebbero
problemi di ordine pubblico non indifferenti, fra reazioni esasperate della
gente in attesa, e magari malori di anziani e bambini. Soltanto per la
Stazione marittima passeggeri, il direttore generale dell'Autorità
portuale, Fabio Capocaccia, prevede un danno di una ventina di miliardi.
Un prezzo troppo caro per una città che dal G8 contava in un rilancio.