Il carattere violento, distruttivo, predatorio dei G8
si manifesta
quotidianamente nella vita della maggior parte degli
abitanti del pianeta.
In nome del profitto di pochi, individui e aziende, milioni
di persone sono
costrette a condurre un'esistenza priva di dignità
e libertà, un'esistenza
in cui salute, istruzione, accesso a risorse fondamentali
come ad esempio
l'acqua, sono bisogni costantemente negati.
La globalizzazione dell'economia in fondo non é
altro che la
globalizzazione del mercato, un mercato onnivoro, senza
altra morale che
quella del profitto, senza altro limite che la propria
capacità di
estensione.
Persino quelli che un tempo erano definiti libertà
e diritti oggi non sono
che merce accessibili ai pochi, pochissimi, che possono
permettersele.
Questo é un mondo intollerabile che induce sempre
più vaste moltitudini
alla protesta e alla rivolta, una protesta e una rivolta
che attraversa il
pianeta, esprimendosi con grande valenza simbolica in
occasione dei
periodici vertici dei vari organismi transnazionali.
Anche a Genova si é dato appuntamento un movimento
vivace e
articolato, determinato a gettare un fascio di luce sulle
politiche di
distruzione e morte dei G8.
Il governo presieduto da Berlusconi, anche grazie al
lavoro di chi lo ha
preceduto, ha accolto la protesta con inusitata violenza,
una violenza al
fine sfociata nell'assassinio di un ribelle di 23 anni
e nel massacro di
tanti altri: picchiati, gasati, manganellati dalle forze
dell'ordine decise
a soffocare colla forza delle armi la marea montante
della protesta, una
protesta ormai ampia, tanto ampia da portare a Genova
centinaia di
migliaia di persone, giunte nella città della
lanterna nonostante il
terrorismo psicologico, le frontiere bloccate, le stazioni
chiuse, le
uscite autostrdali aperte a singhiozzo.
Le giornate di Genova si sono svolte secondo un copione
che media,
servizi segreti, ministero dell'interno stavano preparando
da mesi. Un
copione che prevedeva la criminalizzaizione dei manifestanti,
le cui
ragioni dovevano essere ad ogni costo oscurate, trasformandole
in una
questione di mero ordine pubblico. I cattivi di turno,
ossessivamente
individuati nelle fila del movimento anarchico, dapprima
indicati come
minoranza sono stati progressivamente indicati come tutto
il movimento,
accustao di complicità con qualsiasi azione violenta.
Culmine di questa strategia la frantumazione e dispersione
dell'imponente corteo di sabato 21, il feroce pestaggio
nelle scuole che
ospitavano manifestanti, la devastazione del centro stampa
dell'Indipendent Media Center.
Per i G8, e per il governo italiano in particolare, é
necessario
depotenziare la spinta trasformatrice del movimento.
Per queste ragioni e a seguito di queste considerazioni
rifiutiamo la
campagna di criminalizzazione del "Black Block", campagna
che vede
concordi i media, da "Il manifesto" a "Il giornale",
dalla RAI-Mediaset
alle decine di emittenti locali, sino al network per
le nuove povertà che va
sotto il nome di Radio Popolare.
Certamente, come comprovato da più parti, provocatori
e infiltrati hanno
agito a Genova, rendendosi responsabili di attacchi,
distruzioni e violenze
rivolte e indirizzate a persone e cose, che nulla hanno
a che fare con gli
obiettivi di chi pratica l'azione diretta su presupposti
libertari.
Le responsabilità attribuite al "Black Block"
sono nel 90% dei casi
panzane e falsità costruite ad hoc com'é
facile evincere dalle stesse
dichiarazioni e dai comunicati dei "Black", che si sono
limitati a colpire
banche e altri simboli del potere senza usare strumentalmente
altri
momenti di lotta e di aggregazione.
Azioni che hanno contagiato migliaia di persone che non
potendone più
dell'arroganza e della sopraffazione di una città
blindata, anche se solo
per poche ore, hanno significato respirare la libertà
ritrovata nella
distruzione di coloro che detengono le cassaforti che
concorrono alla
miseria di milioni di persone.
Questa é la verità di questi giorni, che
é stata più volte calpestata, nel
tentativo di fabbricare un perfetto capro espiatorio
della violenza
poliziesca, questa sì feroce ed immorale.
La distruzione di cose non può essere comparata
alla violenza di chi
bombarda popolazioni inermi, di chi decreta la morte
per fame, per
malattia, per tortura; di chi stronca la vita di un giovane
refrattario a
colpi di pistola.
Come anarchici, come sempre, consideriamo strumentale
qualsiasi
divisione fra lotta violenta e non violenta, tra azione
"legale"
e "illegale",
rivendicandole tutte come appartenenti da sempre alla
storia e al
patrimonio di qualsiasi movimento di liberazione ed emancipazione.
La presenza di piazza che le anarchiche e gli anarchici
genovesi, al di
fuori di qualsiasi logica militaresca, ha voluto sottolineare
la volontà di
opporsi radicalmente alle logiche e al terrore dei G8.
Presenza che si é
realizzata fin dalla manifestazione nazionale svoltasi
a Genova il 9
giugno,
e che é stata costantemente caratterizzata da
questa scelta di fondo.
Per questo abbiamo anche richiesto, sostenuto e contribuito
ad
organizzare lo sciopero generale contro i G8 e la manifestazione
di
diecimila lavoratori a Sampierdarena il 20 luglio.
Siamo stati in piazza anche il 19 luglio a fianco dei
migranti ed il 21,
siamo stati nella città che migliaia di cittadini,
vigliaccamente e
ipocritamente hanno deciso di abbandonare, e siamo stati
punto di
riferimento e accoglienza per le centinaia e centinaia
di libertari e
anarchici che hanno transitato da Genova e per il csoa
"Pino Pinelli".
Siamo sostenitori della necessità di un cambiamento
radicale, che non
può ridursi, come pretenderebbero tante delle
anime del Genoa Social
Forum, ad un'umanizzazione del capitalismo o alla democratizzazione
di
organismi internazionali dediti allo sterminio.
la vita e la libertà di sei miliardi di persone
non sono trattabili con i
"SIGNORI DELLA TERRA", ma vanno riconsegati nelle mani
di ciascuno,
uomo, donna o bambino che sia.
Ciò che sempre ci distingue é la lotta
al fianco di oppressi e sfruttati,
lotta aperta e radicale, non solo nei contenuti, priva
di mediazioni e di
mendicazioni.
SOLIDARIETA' AI COMPAGNI FERITI, FERMATI, SEQUESTRATI.
SOLIDARIETA' A TUTTI I RIBELLI SOCIALI.
coordinamento anarchico genovese
csoa pino pinelli