Iraq:
un po' di storia

(tratto liberamente da "I nuovi padroni del mondo" di John Pilger, Fandango Libri)

John Pilger, giornalista australiano trapiantato a Londra, è stato inviato di guerra in molti paesi, tra cui il Vietnami, la Cambogia e Timor Est.
E' autore di numerosi articoli, libri e documentari.

Con la scoperta del petrolio, alla fine dell'Ottocento, le potenze europee non avevano perso tempo nel mettere le mani sul "più ambito trofeo".
Dopo il 1918, avevano congedato i turchi ottomani e spartito il loro impero. L'Iraq e tutti i territori arabi diventarono colonie, nonostante le precedenti promesse di indipendenza.

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I poveri curdi vennero circoscritti in una regione separata sotto la giurisdizione inglese e, quando si sollevarono, l'allora ministro delle colonie, Winston Churchill osservò: "Non capisco tutti questi schizzinosi scrupoli sui gas. Io sono molto favorevole all'uso di gas velenosi contro le tribù selvagge".
Dopo aver messo sul trono dell'Iraq il fantoccio Feisal, gli inglesi provvidero a distruggere il movimento indipendentista polverizzando i villaggi a cannonate e bombardando i terreni agricoli con bombe al fosforo e chiodi a 4 punte studiati apposta per storpiare il bestiame.
L'Iraq, fonte della migliore qualità del petrolio del mondo, rimase una colonia britannica in tutto fuorché nel nome fino all'invasione di Suez nel 1956.
Due anni dopo, la monarchia irachena fu deposta da un nazionalista, Abd al-Karim Kassem, il quale rimase a sua volta vittima di una lotta intestina. Il nuovo regime si chiamava "Unione Socialista Araba", e uno dei provvedimenti pluralisti contemplava un'amministrazione decentralizzata e il riconoscimento della lingua e dell'identità kurde. Quando l'Iraq Petroleum Company, il consorzio straniero che sfruttava il petrolio iracheno, venne minacciato dalla nazionalizzazione del 1963, il nuovo potere imperiale, cioè gli Stati Uniti, organizzo quello che la CIA chiamò il suo "colpo di stato preferito".
"E' una grande vittoria per noi", disse Critchfield, allora capo della CIA in Medio Oriente. Il segretario generale del partito Ba'ath, Ali Saleh Sa'adi, condivise il suo parere. "Siamo andati al potere sul treno della CIA", dichiarò, promuovendo a partire da allora quel regno di terrore che generò Saddam Hussein, divenutone padrone nel 1979 e quindi personaggio principale. Era un uomo dell'America.
"Saddam ha un bel po' di cose di cui essere grato alla CIA", mi ha detto Sai Aburish, il suo biografo. "Deve ringraziarli per aver portato il partito Ba'ath al potere, per averlo aiutato personalmente, per avergli fornito aiuto finanziario durante la guerra con l'Iran, per averlo protetto contro i colpi di stato interni. E' un rapporto continuato che va avanti dai primi anni Sessanta, ed è un rapporto di amore-odio".

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Mentre Saddam stava preparando le sue forze per attaccare il Kuwait, un funzionario del Dipartimento per l'Energia scoprì che erano stati inviati all'Iraq reattori nucleari avanzati. Quando ne avvertì i suoi superiori, fu trasferito ad altro incarico.
"Sapevamo del loro piano di bombardamenti", ha detto un ex membro dell'amministrazione Bush, "ma Saddam era nostro alleato..."
Nel 1992 un'indagine del Congresso scoprì che il presidente George Bush senior e i suoi principali consiglieri avevano ordinato di insabbiare il loro appoggio segreto a Saddam Hussein e le spedizioni illegali di armi che gli venivano recapitate attraverso paesi terzi.

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Un rapporto del Senato [degli Stati Uniti] del 1994 documenta la consegna all'Iraq di ingredienti per le armi biologiche: botulino, sviluppato da una compagnia del Maryland su licenza del Dipartimento del Commercio e con l'approvazione del Dipartimento di Stato.
Venne fornito anche l'antrace, prodotto dai laboratori inglesi di Porton Down, uno stabilimento governativo.

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