FORTH WORTH, il volo del Cover Up

Di Enrico Baccarini

cunfi@ecn.org

 

 

 

L’inizio di una epopea

Poco dopo le una di notte dell’ 8 Luglio del 1947 un bombardiere Boing B-29 Superfortress di color argento atterrò presso la base militare di Roswell. Non si trattava di un volo ordinario, neanche per gli standard della RAAF (Roswell Army Air Field). 

Il volo era stato personalmente ordinato dal Colonnello William H. (Butch) Blanchard, comandante in capo del 509 gruppo, gli unici bombardieri al mondo nel 1947 a poter trasportare testate nucleari. Al posto del normale equipaggio costituito da semplici militari, il volo era costituito da alcuni diretti subalterni di Blanchard e da alti ufficiali in grado che si trovavano nella base di Roswell. 

Quanto abbiamo esposto fino ad ora quale potrebbe essere il reale scenario che poche ore e giorni dopo avrebbe mosso l’intero establishment americano a seguito del presunto recupero di un disco volante. La base di questo nostro articolo è stata teorizzata da due più importanti studiosi del caso Roswell, Thomas J. Carey e Donald R, Schmitt e ottenuta tramite documenti governativi declassificati.

 Il volo era stato programmato per giungere a Wright Field vicino a Dayton, Ohio, (Wright Field successivamente verrà fuso insieme al Patterson Airport a formare la celeberrima Wright-Patterson Air Force Base). Scalo intermedio programmato venne stabilito presso il Forth Worth Army Air Field, nel Texas quartier generale dell’ ottavo gruppo aereo capitanato dal Generale Roger M. Ramey, diretto superiore del comandante Blanchard. Il volo in oggetto aveva  un ospite speciale tra i suoi passeggeri il Maggior Jesses A. Marcell, capo del servizio di intelligence del 509th gruppo presso Roswell. Marcell stava trasportando qualcosa di speciale all’interno del Boing, qualcosa cui il colonnello Blanchard aveva voluto affidare ad uno degli uomini di sua maggior fiducia.

Marcell poche ore prima di intraprendere questa missione, era tornato da una spedizione durata due giorni nel deserto del Nuovo Messico, nella contea di Lincoln ove aveva incontrato alcuni pascoli cosparsi di strani rottami che avrebbe descritto successivamente come “non di questo pianeta”. Alcuni dei rottami erano stati prelevati e trasportati presso la base aerea militare di Roswell per essere sottoposti ad analisi. Come molti lettori potranno ricordare, dopo il viaggio di un’ora e mezzo da Roswell a Forth Worth, (vd. Dicembre 2000 “Il Documento Ramey” : una svolta?” di Enrico Baccarini), il generale Ramey annunciò al mondo che i rottami recuperati dal maggiore Marcel non erano quelli di un disco volante bensì, a seguito di un fraintendimento, si trattava semplicemente di un pallone meteorologico andato fuori rotta e precipitato. A riprova di quanto affermato durante la seduta stampa presenziò anche l’ufficiale responsabile per il controllo dei palloni meteorologici della base, Irving Newton, che identificò gli stessi rottami come residui di palloni radar per ricerca (appartenuti al progetto,successivamente declassificati, Mogul).

 In volo verso Forth Worth

Il volo dell’otto luglio era il secondo confermato della giornata per rimuovere i rottami dalla zona del crash verso una destinazione più sicura. Il primo aereo aveva preso il volo il 6 luglio e secondo il Colonnello Thomas DuBose (capo dello staff) era stato ordinato direttamente dal Generale Clements McMullen, comandante in capo del SAC, che aveva voluto visionare alcuni dei rottami portati a Roswell da McBrazel, per spedirli a Washington per analisi. Il primo volo aveva stazionato presso la base di Forth Worth ove DuBose aveva verificato i container, assicurandosi che non fossero stati manomessi, per poter farli arrivare alla base di Wright - Field.

La destinazione del secondo volo fu sempre Wright-Field, ma con un piccolo scalo a Forth Worth. Il pilota del volo era il DBC (Deputy Base Commander) della base di Roswell, il tenente colonnello Payne Jennings. Secondo in comando nel volo era l’ufficiale esecutivo della base Tenente Colonnello Robert I. Barrowelough. A completare il comando dell’equipaggio vi erano anche il Maggiore Herb Wunderlinch (del First Air Transport, FAT),  e il Capitano William E. Anderson dell’Air Base Squadron. Tutti gli altri membri dell’equipaggio erano appartenenti all’ 830th Bomb Squadron e includevano il Sergente (M/Sgt) Robert P.  Porter, capo dell’equipaggio, il Sergente (T/Sgt) Sterling P. Bone  ed i sergenti William A. Cross e Gorge M. Ades. Insieme alle persone sopra citate si trovava anche Marcel a cui era stato ordinato da Blanchard di accompagnare il materiale che aveva riportato indietro dai poderi di McBrazel insieme al Capitano Sheridan Cavitt. L’aereo per i trasporti standard della base di Roswell non venne utilizzato per trasportare i “rottami del pallone”, bensì la scelta cadde su di un bombardiere B-29. Questo ci fa presumere una natura molto particolare del carico.

Uno strano carico

Charles Berlitz nel suo libro (scritto insieme a William Moore) Accadde  a Roswell (1980), ci dice , per stessa  ammissione di Marcel, che il B-29 era carico con i rottami recuperati nei pressi del ranch di Brazel e che tutti questi sarebbero stati portati nella base di Forth Worth. Poco dopo l’arrivo, come successivamente rivelato dal Walter Haut, Marcel portò le scatole nell’ufficio di Ramey, queste includevano alcuni travertini ad I (vd. filmato Santilli) che in anni successivi Marcel descrisse come contenenti simboli indecifrabili simili a geroglifici egiziani.

Non conosciamo le reazioni ed i pensieri che in quei momenti si scatenarono nella mente del Generale Ramey, ma conosciamo per vie indirette le sue reazioni. Thomas Carey e Donald Schmitt, grandi studiosi del caso Roswell nonché autori di svariati libri, riuscirono ad intervistare nel 1999 un anziano uomo che aveva servito in quel periodo il generale Ramey, e alla domanda specifica di come avesse reagito quel giorno a seguito del materiale scaricato dal B-29, la persona affermò ai due ricercatori che Ramey si era dimostrato “come fuori dal mondo”. Ramey avrebbe chiesto, sempre secondo il testimone che volle mantenersi anonimo, a Marcell di fargli vedere nella cartina il luogo del ritrovamento. Marcell, prima che morisse, dichiarò che dopo aver indicato il luogo del ritrovamento in una mappa della regione che si trovava in una stanza attigua, ritornando nell’ufficio del suo superiore vide che il materiale da lui trasportato era sparito e che al posto di quello erano presenti dei comuni rottami di palloni sonda con riflettenti radar. Marcell venne fatto poi posare per alcune foto insieme a Ramey  ma poco dopo questi esclamò, a beneficio di tutti, che il volo per inviare il materiale a Wright-Patterson doveva essere cancellato. Che cosa era successo? Marcell venne brutalmente rispedito a Roswell, mentre sembra che il materiale venisse posizionato in un altro aereo e spedito alla sua destinazione originale.

I dati riguardanti questo volo vennero confermati successivamente dall’ufficiale dell’FBI locale, a Dallas, tramite un telegramma dell’8 luglio ore 6:17 pm, con sigla CST. Marcell il giorno seguente ripartì per Roswell ove, confidandosi con Walter Haut, si sentì messo da parte ed escluso dai ritrovamenti che aveva fatto. E’ bene sottolineare che fino in punto di morte il maggiore Marcell non credette mai che i rottami da lui recuperati fossero parte di un pallone meteorologico. L’unica altra persona intervistata riguardo gli avvenimenti accaduti l’8 luglio del ’47, fu l’ingegnere di volo Robert Porter (gli altri erano morti o irreperibili), il quale per una mera coincidenza era il fratello di Loretta Proctor, vicina di McBrazel nel 1947 e testimone dei ritrovamenti.

Quando nel 1979 venne intervistato da Berlitz e Moore, per il libro Accadde a Roswell, Porter confermò le straordinarie misure di sicurezza adottate per il contenuto del volo affermando che : “qualsiasi cosa fosse contenuta in quelle scatole aveva richiesto una scorta di guardie armate che erano state assegnate a Roswell”.

Ciò suggerisce che qualcosa di estremamente importante o altamente classificato fosse a bordo del velivolo. Successivamente, Porter, venne informato da uno degli ufficiali del volo (identificato successivamente con Anderson), che il contenuto del cargo proveniva da un “disco volante” e che lui non avrebbe dovuto farne parola con nessuno. Porter, durante l’intervista con Randle e Schmitt per il loro libro, dichiarò che una volta atterrati a Forth Worth solo agli ufficiali fu permesso di scendere mentre per il personale arruolato ci fu l’obbligo di rimanere all’interno dell’aereo fino a che la zona non fosse stata sicura. Una volta scaricato il materiale venne permesso a tutti di scendere così da potersi dirigere verso la mensa per mangiare. A quanto Porter seppe il cargo era stato repentinamente rimbarcato, dopo una piccola analisi sommaria del contenuto, in un ‘altro B-52 e diretto verso la base di Wright - Field.  Quando ritornarono verso il loro aereo l’equipaggio venne informato che il materiale che avevano trasportato sotto tanta segretezza non era altro che un pallone sonda precipitato. Ovviamente il personale militare che aveva trasportato tale “pallone”, rimase sconcertato da tale affermazione e fino agli ultimi minuti insieme rimase la sicurezza che di qualunque cosa si fosse trattato sicuramente non era associabile a nessun pallone sonda, neanche fosse stato un progetto estremamente segreto.

Durante le ricerche sorsero alcune contraddizioni nelle affermazioni riportate dai vari testimoni, a maggior ragione quando Porter  venne intervistato di nuovo nel 1990 da Stanton Friedman e successivamente da Rande e Schmitt. Marcel aveva parlato riguardo ad un grande numero di casse contenti frammenti o rottami dell’oggetto precipitato, Porter invece ci parla solamente di tre contenitori della grandezza di scatole da scarpe incartate in carta marrone, insieme ad un’altra scatola di forma triangolare sempre avvolta da carta. Secondo Porter questo materiale sarebbe stato consegnato, all’interno del velivolo, a mano da un gruppo di militari attraverso un portellone aperto del B-29, mentre l’aereo si trovava vicino all’hangar pochi minuti prima del decollo. Un gruppo di militari in una camionetta avrebbe portato il materiale verso l’aereo e Porter sarebbe stato il militare a prenderlo in consegna. Intervistato nuovamente nel  Giugno del 2000, Porter non ha cambiato la sua testimonianza ed ha ulteriormente confermato il fatto di non aver guardato all’interno delle scatole  e di non aver aiutato a identificare il contenuto delle stesse.

Se le affermazioni di Marcel sono corrette quando dichiarò di essere stato fotografato nell’ufficio di Ramey con i rottami reali, e se Porter non mente dicendo che le scatole utilizzate per trasportare il materiale erano poche e non eccessivamente grandi questo potrebbe confermare e rinforzare la testimonianza di Cavitt, che a seguito di alcune interviste affermò che il materiale trovato da Marcel e da lui  non fosse altro che un pallone sonda.

Dobbiamo ricordare però che durante le interviste rilasciate, Marcel insistette più volte riguardo la natura del materiale recuperato. Sottoposto a piegamenti, torsioni, tentativi di taglio e tentativi per bucarlo sparandogli sopra, il materiale interessato pur deformandosi riassumeva la sua forma originale in pochi secondi e non lasciando tracce delle manipolazioni cui era stato sottoposto.

 “Io c’ero”

Nel corso di un viaggio nei dintorni di Roswell, nel giugno del 2000, Schmitt e Rande ebbero modo di incontrare Robert J. Shirkley ex assistente capo alle operazioni per il 509th gruppo e ufficiale in capo l’8 Luglio del 1947. Shirkley condusse i due ricercatori nell’edificio nel quale venivano coordinate le operazioni di volo.

Il palazzo originale è ancora in piedi e viene a tutto’oggi utilizzato. Shirkley descrisse l’edificio come si presentava nel ’47 e quali fossero le sue mansioni all’interno dello stesso. I due ricercatori si incuriosirono molto quando intervistato sull’accaduto di quel giorno fatidico Shirkley raccontò per filo e per segno ciò cui aveva potuto assistere, avvalorando le testimonianze di molte persone che lo avevano preceduto. Secondo Shirkley, poco tempo dopo che era tornato dal pranzo (1:15 p.m., circa), gli venne comunicato che doveva essere fatto un piano di volo non previsto per un aereo diretto verso Forth Worth, l’orario di partenza sarebbe state le 14.

L’aereo in questione era un quadrimotore B-29,  e poco prima del decollo guardando all’interno del velivolo Shirkley riconobbe il Lt. Col. Payne Jennings nel posto di pilotaggio, ma non riuscì a distinguere altre persone. Pochi secondi dopo aver scrutato l’aereo, secondo la testimonianza diretta di Shirkley,  sentì dietro di sé una voce che lo interrogava se il velivolo fosse pronto, si rese subito conto che quella voce era di Blanchard che era in compagnia di alcune persone. Non seppe riconoscere le persone che lo accompagnavo Blanchard, si ricorda solo che erano distanti qualche decina di metri da lui e che lo stavano aspettando per dirigersi in qualche posto della base. Mentre passavano contò da cinque a nove persone di cui riconobbe solo Marcell, nessun altro del gruppo era della base anche per il fatto che tutti erano vestiti con completi blu scuro tipici , a quei tempi, degli agenti dell’FBI. Ogni persona sembrava avere in mano una scatola dalla quale sporgevano dei rottami.

Un particolare che Shirkley ha sempre avuto presente fu un oggetto contenuto nella scatola trasportata da Marcell, al suo interno era visibile su di un angolo un oggetto dalla forma ad I (definito appunto I-beam), con strani simboli incisi sopra che nella lontananza sembravano ricordare dei geroglifici e di un colore misto tra nero e porpora. Dietro a Marcell si trovava uno degli agenti dell’FBI che portava sotto braccio un grosso pezzo di metallo, della grandezza approssimativa di un poster. L’uomo si trovava a qualche metro da Shirkley ma l’andatura spedita lo fece scomparire dopo qualche secondo. Sporgendosi dalla porta dell’ufficio vide che il gruppo di persone si stava dirigendo verso il B-29.

Porter interrogato recentemente su questi agenti che avrebbero scortato il materiale, rispose dicendo  di non ricordarsi di loro anche se potevano trovarsi nell’aereo in posti dove non sarebbero potuti essere visti. Schmitt e Randle ipotizzano che fossero la guardia messa a piantone durante lo scalo a Forth Worth.

Poco dopo che il gruppo entrò all’interno dell’aereo secondo Shirkley una macchina militare si avvicinò al portellone del B-29, dalla macchina sarebbe sceso un militare che avrebbe consegnato altro materiale a qualcuno all’interno del velivolo.

Pochi minuti dopo i motori dell’aereo cominciarono a sibilare e il B-29 si alzò dalla pista dirigendosi verso Forth Worth. Shirkley notò Blanchard allontanarsi nella direzione opposta all’edificio in cui si  trovava, non avrebbe più rivisto. Nove giorni dopo Shirkley venne trasferito nelle Filippine (certamente un modo sicuro per non far parlare le persone).

Le tappe dell’indagine

Vogliamo di seguito elencare i punti chiave che hanno segnato le ricerche condotte sul caso Roswell, focalizzando l’attenzione sulle informazioni sopra riportate. 

Le Foto : Nelle foto scattate a Forth Worth troviamo alcuni uomini chiave coinvolti nel trasporto del materiale. Marcel, Ramey, DuBose e Newton posano con i rottami portati nell’ufficio di Ramey l’8 luglio del 47. Un esame delle foto mostra dei rottami che rassomigliano ai bersagli radar utilizzati sui palloni sonda, se si tratti dei reali rottami recuperati a Roswell o di materiale sostituito non lo possiamo ne lo potremmo sapere. In una delle foto vediamo il Generale Ramey piegato insieme a DuBose su questi oggetti. Questa foto analizzata dimostrerà che la lettera tenuta in mano da Ramey potrebbe contenere una storia diversa da quella resa pubblica.

I rottami nelle foto potrebbero essere, secondo alcuni ricercatori, bersagli radar Rawin di palloni al neoprene. Potremmo quindi pensare, se crediamo a Marcel, che i rottami rappresentati nelle foto siano quelli che sarebbero stati sostituiti mentre Marcel mostrava il luogo dell’impatto al generale Ramey. Possiamo dimostrare questo basandoci unicamente sulle foto. Come abbiamo visto precedentemente, particolarità dei “fogli” recuperati dal presunto crash era quella di riassumere la forma originale anche se piegati o appallottolati su se stessi. Dalla sequenza di foto vediamo i fogli sembrano mantenere le modificazioni subite. 

La sequenza delle foto è probabilmente la seguente : 1) le due foto di Marcel, 2) le quattro foto di Ramey e Ramey con DuBose, 3) la foto con Newton da solo.

La sequenza sopra riportata è stata ottenuta grazie alla testimonianza di alcune delle persone presenti.

Possibili Spiegazioni :Esistono  quattro possibili spiegazioni convenzionali per il caso Roswell.

1)E’ stato ipotizzato che si sia trattato di un pallone meteorologico del progetto Mogul andato fuori rotta e precipitato  nei dintorni di Roswell.

2)Si è parlato di aerei sperimentali. Dobbiamo ricordare che a seguito della guerra e del recupero di tecnologie straniere attraverso il progetto Paperclip, il governo americano aveva stanziato ingenti fondi per costruire armi e velivoli estremamente potenti e sofisticati.

3)Si è parlato di palloni giapponesi contenti bome, che presumibilmente sarebbero stati lanciati durante il periodo  bellico e che avrebbero continuato a volare per alcuni anni fino a che non avrebbero impattato. Riteniamo questa ipotesi abbastanza improbabile.

4) Si è parlato di riconversione di alcune V-2 recuperate, nelle quali sarebbero state inserite alcune scimmiotte. A seguito del malfunzionamento del sistema di guida e del crash successivo, i materiali recuperati ed i corpi trovati sarebbero stati mal interpretati dagli scopritori.

E’ vero che esperimenti del genere vennero condotti, ma entrano in conflitto con le testimonianze riportate da molte persone. Come poteva il materiale delle V-2 avere le caratteristiche riportate da Marcel? Come potevano alcuni travertini ad I (I-beam) scoperti in ottimo stato (non fusi) contenere simboli che rassomigliavano a geroglifici egiziani?

 

Il volo : L’8 luglio del 1947 un fìvolo da Roswell a Forth Worth trasportò dei rottami sotto un’alta scorta armata e con un livello di segretezza elevato. La quantità dei rottami diverge nelle varie testimonianze. I materiali trasportati possono essere ricondotti a quattro possibilità :

1) un pallone sonda con i suoi bersagli radar

2) un pallone sonda con bersagli radar che non aveva niente a che fare con il materiale scoperto da Brazel e successivamente da Marcel.

3)un oggetto di presunta origine extraterrestre

Queste sono le tre possibilità che i ricercatori in tutto il globo hanno fino ad oggi postulato per spiegare i fatti di Roswell.

 Analisi

Non possedendo prove fisiche da esaminare, possiamo basare le nostre speculazioni solamente su quello che testimoni estremamente attendibili ci hanno riferito fino ad oggi. E’ possibile identificare nelle testimonianze riportate, con le loro discrepanze e le loro verità, una linea guida?

Pensiamo sia possibile.

Una tra le spiegazioni più semplicistiche che sono state proposte, è che Brazel abbia ritrovato i resti di un pallone sonda  con alcuni bersagli radar attaccati e che non li abbia potuti identificare. Trasportati a Roswell, nessuno sarebbe stato in grado di identificarli, quindi trasportati a Forth Worth sarebbero stati definitivamente identificati come palloni sonda. Plausibile come storia e confermabile forse, come abbiamo visto, attraverso le foto scattate ma contraddirebbe le

testimonianze di troppi testimoni.

Un’altra spiegazione vede Brazel e Marcel come gli scopritori di rottami provenienti da un velivolo extraterrestre esploso.Questa possibilità soddisferebbe la quasi totalità delle testimonianze riportate fino ad oggi, ma come abbiamo visto escluderebbe le fotografie di Forth-Worth che rappresentano plausibilmente rottami provenienti da un pallone sonda. Come abbiamo riportate precedentemente  però esiste una possibilità che il materiale trasportato da Marcel sia stato sostituito e che le foto siano state scattate con nuovo materiale meno compromettente.

Queste due sono le spiegazioni più semplici che si possano dare del caso Roswell, esistono altre possibilità dislocate su livelli di complessita maggiori che potrebbero altrettanto spiegarci cosa successe nell’estate del 47.

Marcel credette fin dall’inizio di aver ritrovato i resti di un disco volante precipitato. Rimase con questa convinzione dal giorno in cui entrò nel pascolo da pecore nell’estate del 1947 fino a quando morì.(Testimoni che corroborano la testimonianza di Marcel sono talmente numerosi che non potrebbero essere citati qui, sono in numero sostanzialmente elevato e sono sia civili che militari). Marcel credette anche di aver trasportato gran parte di questi rottami alieni durante il volo dell’8 luglio verso Forth Worth. Presumibilmente il volo rappresentava uno dei due programmati per trasportare il materiale che Cavitt e Marcel avevano riportato dal ranch di Brazel. Porter ed altri testimoni si ricordano un piccolo numero di casse, che sarebbero state portate a mano direttamente a lui. Sembra che le casse fossero estremamente leggere, lui non ebbe modo di sapere che cosa vi potesse essere convenuto.

Dal suo punto di  vista Porter si trova d’accordo con la testimonianza di Marcel, soprattutto quando afferma che nell’aereo si trovava del materiale che aveva richiesto una scorta armata. Da Porter abbiamo anche saputo successivamente che i quattro o cinque pacchetti da lui presi in consegna, vennero sistemati direttamente dietro la cabina di pilotaggio del B-29 e non nel deposito per le bombe.  Dobbiamo tenere presente che il B-29 per costruzione è diviso in due sezioni, ciò ci può far rendere conto come la scorta armata trasportata da Roswell a Forth Wort possa essere stata alloggiata nell’aereo senza che altre persone potessero vederla. Il carico speciale trasportato e l’anomala presenza di un equipaggio costituito prevalentemente da ufficiali, avrà reso sicuramente l’ambiente e le persone del volo dell’otto luglio estremamente tese.

La discrepanza principale nelle affermazioni di Marcel e Porter riguardano il numero di casse trasportato dal velivolo, tale discrepanza può essere però colmata.

La testimonianza  di Shirkley è veramente importante per risolvere alcuni dubbi. Questi osservò Marcel accompagnato da circa sette o otto persone, presumibilmente dell’FBI, trasportare delle scatole aperte con all’interno del materiale che rassomigliava ad alluminio. Quello che Shirkley vide è lo stesso strano materiale che Marcel affermò di aver recuperato nel campo di Brazel, e che sicuramente non era da imputare ad un pallone sonda precipitato. La stessa descrizione dei travertini ad I ( I-beam) con dei simboli rassomiglianti a geroglifici, è uguale nelle due testimonianze, senza che i due si fossero incontrati precedentemente (è da escludere anche che il materiale fosse stato mostrato precedentemente a sottufficiali o a militari non direttamente coinvolti nell’operazione). Shirkley inoltre ci racconta che vide Marcel e la scorta all’interno del B-29 dopo che avevano posizionato il carico. Rande e Schmitt hanno avuto la fortuna di riuscire ad intervistare alcuni vecchi militari i quali si ricordavano di Marcell scortato da un gruppo di civili sconosciuti.

Dopo essere atterrato a Forth Worth, Marcel trasportò alcuni dei rottami nell’ufficio di Ramey perché questi potesse osservarli.

Possiamo parlare di una pallone sonda precipitato? Tutto l’affare Roswell dovrebbe essere riconsiderato? Secondo Marcell, e tanti testimoni diretti del tempo, No. Da quanto Marcell affermò fino in punto di morte, il materiale che lui aveva trasportato non era quello che venne fotografato e che venne presentato al mondo come “l’inganno del pallone sonda”. La sua testimonianza rimase inalterata per decenni, affermando sempre e senza ombra di dubbio che l’oggetto precipitato nelle vicinanze di Roswell non era un pallone sonda, non si trattava di niente di terrestre doveva appartenere ad una tecnologia aliena.

Secondo la stessa testimonianza di Walter Haut, l’addetto stampa della base di Roswell che diramò la notizia del disco precipitato, Marcell insistette più volte con lui dicendogli che il materiale che aveva appoggiato sulla scrivania di Ramey era stato sostituito quando aveva mostrato il luogo del recupero, e che quando era tornato nella stanza aveva trovato una scatola uguale ma contenente frammenti di un pallone sonda ben riconoscibili. Porter, mentre questi fatti avvenivano, si trovava insieme agli altri membri dell’equipaggio nella sala mensa. DuBose non vide mai le scatole di Marcel contenenti i rottami originali, poté vedere solo le scatole sostituite contenenti i rottami di un pallone sonda. L’ufficiale Irving Newton, è ancora vivo ma la sua testimonianza è sempre risultata dubbia sia agli studiosi che ai molti scettici.

Ritorniamo per un momento alle foto. Abbiamo parlato  di quattro o cinque  scatole che avrebbero contenuto il materiale prelevato dal luogo del crash. Sappiamo che alcune di queste vennero portate nell’ufficio di Ramey, Marcel ed il generale si sarebbero poi allontanati per vedere su di una carta il luogo del ritrovamento, ritornati le scatole originali sarebbero state sostituite con dei semplici rottami di un pallone sonda.

Ma dove sono state portate le scatole? Sono mai esistite?

Le scatole sono esistite realmente e sono evidenti anche nelle foto scattate. L’istantanea con l’ufficiale metereologo Irving Newton e la foto con Ramey e Dubose  ne sono la prova. Nella prima foto citata vediamo Newton che regge dei bersagli radar, e alle sue spalle (verso destra) e sotto il termosifone vediamo la prima scatola semi chiusa. Nella seconda foto con Ramey e DuBose (importante anche per le ricerche compiute sulla lettera che Ramey tiene in mano), troviamo la scatola alle loro spalle. In mezzo a loro due e sotto le gambe della sedia troviamo la scatola. Anche nell’istantanea che ritrae Marcel con in mano un rottame, si può intravedere lo spigolo della scatola sotto il termosifone. Possiamo quindi avere una riprova che la testimonianza di Marcell potrebbe essere genuina. Ma che cosa c’era nelle scatole? C’erano rottami addizionali di un pallone sonda nel caso fossero serviti? Porter non lo sa e anche noi non lo possiamo sapere. Molto probabilmente non lo sapremo mai. La spiegazione più semplice che possiamo dare e che si tratti del materiale che Shirkley vide trasportare da Marcell e da vari agenti governativi, che Porter vide e prese in consegna nel B-29 e che infine Marcell portò in parte nell’ufficio del generale Ramey. Quindi i resti prelevati dal luogo del crash.

Potrebbero essere i rottami del disco?

Forse, ma non lo sapremo mai.

Secondo recenti ricerche  condotte dall’ufologo David Rudiak, Ramey sarebbe stato informato già prima dell’arrivo di Marcell e del materiale della spiegazione-copertura del pallone sonda, e ciò potrebbe essere confermato dalla testimonianza di DuBose che ricevette l’informazione di un pallone sonda trasportato da Roswell (probabilmente Ramey aveva già iniziato una politica mistificatoria nel suo ufficio).

L’equipaggio del B-29 venne sorvegliato costantemente durante il colloquio tra Ramey e Marcell, durante tutto il tempo. I protagonisti sopravvissuti  ci raccontano che non fecero altro che parlare del materiale trasportato e della sua possibile provenienza da un disco volante. La scorta che era stata inviata insieme al carico, avrebbe sentito queste “chiacchiere” ed in maniera molto brutale avrebbe intimato a tutti di tenere la bocca chiusa e di non fare parola con nessuno di quanto era successo quel giorno.

Strano come atteggiamento se ci trovassimo realmente davanti al trasporto di un pallone sonda.

Sicuramente il B-29 trasportò qualcosa di veramente importante, delle scatole trasportate sappiamo che una o due vennero portate nell’ufficio di Ramey mentre delle altre perdiamo ogni traccia, forse  furono trasportate a Wright – Field.

Conclusioni

Abbiamo avuto modo nel corso di queste pagine di raccogliere nuovo materiale riguardante il caso Roswell. Nuove investigazioni hanno reso possibile le interviste ad alcuni  membri dell’equipaggio del volo che trasportò il materiale da Roswell a Forth Worth.

Il maggiore Marcel riportò qualcosa dal campo di Brazel che possiamo probabilmente identificare come parte di un disco volante precipitato, la cui origine potrebbe essere extraterrestre. Nei pressi di Corona e nella Piana di Saint Augustin sarebbero stati trovati poco tempo dopo dei corpi ed i resti semi distrutti di un velivolo di presunta origine aliena. Il materiale ritrovato nel  campo di Brazel, secondo alcuni ricercatori,  poteva essere dovuto ad un “rimbalzo” sul terreno del velivolo che lo avrebbe portato ad impattare alcune decine di miglia in linea d’aria.

Dopo essere arrivato a Forth Worth, Marcell trasportò probabilmente una delle quattro o cinque scatole nell’ufficio di Ramey e la sistemò sulla sua scrivania. Allontanatosi insieme al generale per mostrare il luogo del ritrovamento su di una cartina, Marcell si ritrovò di fronte a del materiale totalmente estraneo quando ritornò nell’ufficio.La scatola originale era stata spostata e i rottami originali erano stati sostituiti con dei pezzi di palloni sonda. Varie fotografie vennero scattate a testimonianza dei fatti. Un aereo sarebbe poi partito per trasportare il materiale recuperato verso la base di Forth Worth, dove sarebbe stato studiato successivamente.

Abbiamo voluto, nella nostra trattazione, usare il condizionale non perché non riteniamo plausibili queste affascinanti scoperte evidenziate nel caso Roswell, ma semplicemente per il fatto che non potendo possedere la piena certezza dei fatti dobbiamo, da ricercatori, non poter escludere qualsiasi possibilità anche se dovessimo parlare del recupero di un pallone sonda.

Quanto questo testo presenta è tra le spiegazioni più plausibili che siano state proposte fino ad oggi. Un velivolo di origine aliena può essere caduto realmente nelle vicinanze di Roswell e, come abbiamo visto nella riscoperta del documento di Ramey, potrebbe essere stata organizzata una storia di copertura per rendere spiegabile un fatto che avrebbe potuto destabilizzare l’intera popolazione mondiale, la caduta di un disco di origine extraterrestre.