Contro la guerra globale, opposizione Sociale

 

 

11 settembre 2001: gli attentati contro le torri gemelle ed il Pentagono causano migliaia di vittime civili, scuotono l’opinione pubblica dei paesi ricchi, e sembrano cambiare la storia dell’umanità.

“Niente sarà più come prima”, si disse allora, mentre il governo Usa lanciava la campagna enduring freedom, scatenava la guerra contro l’Afghanistan ed avvertiva il mondo di prepararsi a cinquanta anni di guerra contro il terrorismo. Conseguenza immediata, la riduzione drastica delle libertà civili delle popolazioni e l’internamento di migliaia di cittadini americani di origine araba.

Il governo italiano si affrettava a sottomettersi in toto alle direttive imperiali, fino alla gravissima decisione assunta in questi giorni di inviare mille alpini in Afghanistan, dove la guerra è tutt’altro che finita. I media italiani facevano e fanno la loro parte, costruendo la psicosi dell’arabo terrorista.

Ciliegina sulla torta, gli Stati Uniti e i loro vassalli stanno preparando l’invasione ‘preventiva’ dell’Iraq, ultimo atto di una guerra che dura da più di dieci anni che, lungi dall’aver indebolito il potere di Saddam Hussein, ha causato, tra embargo e bombardamenti, circa un milione e mezzo di morti tra la popolazione irachena.

 

In realtà, l’11 settembre ha prodotto l’accelerazione di processi in corso già da tempo.

Negli ultimi dieci anni, gli Usa hanno scatenato almeno tre conflitti maggiori, senza contare le cosiddette guerre a bassa intensità: contro l’Iraq, contro la Serbia, contro l’Afghanistan, calpestando ogni elemento di diritto internazionale e preparando l’affossamento definitivo delle Nazioni Unite. Almeno due di queste guerre contro ‘pericolosi dittatori’ hanno coinvolto personaggi (Hussein) ed organizzazioni (i Talebani) creati e nutriti dal governo di Washington.

Nulla è stato fatto per risolvere la questione palestinese. Al contrario, la politica di Bush ha dato il via libera ai massacri indiscriminati ordinati dal macellaio di Sabra e Shatila, Sharon. Israele è lo stato che meno rispetta le risoluzioni dell’Onu e i diritti umani, il più canaglia degli stati canaglia, ma su questo, neanche una parola dai nostri telegiornali.

 

La guerra ‘preventiva’ contro l’Iraq non sarà fatta per imporre il disarmo di una nazione allo stremo, né per il rispetto dei diritti umani. Sarà una guerra per il petrolio e per il controllo strategico della zona del Golfo e del Medio Oriente. Sarà l’ennesimo atto della strategia intesa ad affermare il dominio imperiale degli Stati Uniti e delle nazioni ricche del nord sul sud del mondo.

 

A questa guerra e a questa politica noi ci opponiamo con ogni mezzo necessario.

Già il 5 ottobre, centinaia di migliaia di persone hanno riempito le piazze di tutt’Italia per gridare forte il loro dissenso contro il servilismo di Silvio banana I e l’arroganza statunitense.

E’ stato solo il primo passo di un percorso che vedrà il movimento antimilitarista sviluppare una serie di iniziative contro la guerra, in vista della grande manifestazione internazionale promossa dal Forum Sociale Europeo il 9 novembre a Firenze.

A Benevento, il Laboratorio permanente contro le guerre metterà in atto iniziative locali di comunicazione e disobbedienza sociale, per coinvolgere nel più alto grado possibile l’opinione pubblica.

 

 

 

Laboratorio permanente contro le guerre

 

il Laboratorio si riunisce ogni giovedì, ore 20.30, presso il centro sociale Depistaggio, via Mustilli.

 

 

cicl in proprio, via mustilli