Quanto
è importante la terra, con tutte le sue risorse, come ad esempio l'acqua , per
un popolo da più di cinquant'anni assediato, cacciato,.massacrato, privato di
tutto, tranne che della propria memoria e della propria dignità?
Tanto
da permettere ad un popolo di resistere, di combattere con sassi , bottiglie e
barricate un esercito professionale, dotato di armi, carriarmati, elicotteri da
guerra e quant'altro. .
Israele
oggi è tra gli stati più potenti del mondo, sotto l'ala del grande fratello
americano,continua impunemente ad uccidere "guerriglieri" di quindici,
vent'anni, ossessionato dal problema della propria "sicurezza" in
terra altrui.
I
governi occidentali continuano a legittimare le argomentazioni del più forte,
ignorando tutto ciò che il governo israeliano non vuole riconoscere, come ad
esempio la risoluzione 181 dell'Assemblea Generale dell'O.N.U. che riconosce al
profughi-palestinesi, fuggiti nel '48 per sottrarsi ad un'occupazione militare, il
diritto al ritorno nelle loro case. Nel
'48 molti fuggirono lasciando non solo le loro case. ma tutto ciò che avevano.
I Palestinesi hanno pagato a duro prezzo quello che tutti conosciamo come
"processo di pace" in Medio Oriente.
Le trattative cominciate nel '93 tra Arafat e Rabin partivano da una
situazione di fatto che assicurava ad Israele la sua supremazia politica ed
economica. L'economia palestinese non è mai "decollata”,
migliaia di palestinesi sono costretti ogni giorno a recarsi nei territori
israeliani per lavorare, a loro spettano i lavori peggio retribuiti e
discriminazioni, anche giuridiche. di vario genere.
Le
risorse idriche sono distribuite tutte a vantaggio dello stato israeliano.
mentre Il 20% della popolazione ebraica occupa l'80% della Palestina. l'80%
della popolazione palestinese può godere del rimanente 20%.
Qualche
volta i numeri rendono immagini più chiare di quanto possono le parole.
Con
il riconoscimento dell'Autorità Nazionale Palestinese e di Territori Autonomi
si è certamente affermato il diritto di esistenza dei popolo palestinese,
troppo poco se si considera che spostarsi da un luogo all'altro dei Territori
continua ad essere un rischio mortale per la popolazione arabo-palestinese..
Il
governo israeliano continua ad armare i coloni ebrei, di sicuro non meno
fondamentalisti di un Hezbollah, intanto Barak tratta con il Likud. l'estrema
destra, per la costituzione di un governo d'emergenza che sappia prendere in
mano la situazione, togliendo ogni dubbio sulle sue intenzioni di
"pace" e di dialogo.
Tutti
conosciamo la capacità di dialogo del leader del Likud, Ariel Sharon,
responsabile in prima infatti persona del massacro dì duemila palestinesi.
avvenuto nel '82 a Sabra e Chatila, e responsabile oggi dell'esplosione di
rabbia di un popolo che giustamente si indigna per una sua visita sulla spianata
delle moschee.
L'intifada
di oggi è la stessa di ieri, Israele non vuole la pace, non vuole restituire
Gerusalemme, non pensa neanche lontanamente ad un'equa redistribuzione della
terra e delle sue risorse, non riconosce le risoluzioni dell’O.N.U., continua
ad uccidere impunemente.
La
Palestina continua a resistere con dignità e a sperare in una pace giusta.
C.S.A. "Depistaggio"