Orsi in mostra
di Emilio Campanella
Il leoncino alato di D'Alatri (autore della sigla della LIV Mostra del Cinema di Venezia) è inutilmente svolazzato sul centro storico, sull'area marciana, per poi ruggire minacciosamente dalla sua colonna ed essere infine vergognosamente consegnato al pessimo HANA BI di Kitano Takeshi che in questa settima parte delle avventure di un poliziotto MOLTO violento si compiace di sangue, stragi e schizzi di materia organica al 'ralenti'.
A ripensarci, forse nessuna delle pellicole in concorso avrebbe meritato il massimo premio, poichè la qualità era decisamente limitata; in effetti ho visto molti più films del solito, e purtroppo molti più brutti films del solito !
E se potevo pensare di aver scelto male nel crearmi un percorso fra la forse eccessiva offerta, ho avuto la conferma delle medesime impressioni da colleghi che non avevano visto le medesime cose.
Un ulteriore problema dall'organizzazione di gran lunga peggiore del solito nonostante la disponibiltà e cortesia del personale.
Si potrebbe dire che questa manifestazione si è retta su tre eventi di altissimo livello tutti fuori concorso, infatti il regalo fattoci da Felice Laudadio (curatore della mostra) e rappresentato dal pirotecnico ed esilarante "Decostructing Harry" dell'eterno Woody Allen è stato un inizio che aveva fatto sperare ben altro. Elegantissimo nel linguaggio filmico, con un montaggio velocissimo, con un intreccio di storie vere/false costruite sulla realtà e la finzione non troppo mascherata del protagonista scrittore; ancora una volta con uno stuolo di attori straordinariamente bravi e una colonna sonora, una volta di più, sapientissima, è vero non ci sono orsi, ma non perdetevelo ugualmente !
La sorpresa finale è stata la visione di una copia restaurata di "Arancia meccanica" che dopo tanti anni rivedevo finalmente in versione originale e che a distanza di quasi trent'anni risulta di un'attualità sconcertante. Giustamente premiato con un Leone d'oro alla carriera di Stanley Kubrick vedremo una rassegna itinerante dei titoli maggiori, organizzata dalla Biennale stessa per I prossimi mesi.
Ulteriore evento di grande portata la seconda parte del 'serial' "The
Kingdom" diretto da Lars von Trier (foto a lato), che vedremo anche
in Italia, essendo coprodotto anche dalla RAI. Si tratta di una saga che
mescola decine di storie e di temi con una maestria e un'ironia rare; attori
notevolissimi, fotografia estremamente curata e dai viraggi fantasiosi;
divertiemento continuo ed emozioni assicurate con tutti I generi che potete
immaginare (eccettuato, forse, il western). Un ruolo importantissimo la
ha Jens Okking nel ruolo del portantino BULDER, gigantesco e simpaticissimo
orso.
Fra queste meraviglie altre cose meritevoli di nota, ma non sempre per la qualità cinematografica. Un esempio è rappresentato da "Tango Lesson" di Sally Potter: pessimo cinema con dell'ottima danza; più di metà del film è di, su e dentro il tango danzato pirotecnicamente e un po' troppo esteriormente da Pablo Veron e con molta e notevole buona volontà dalla stessa regista; per cui se amate il tango non mancate anche perchè a Buenos Ayres la nostra va a lezione da Gustravo Naveira e Fabian Salas due 'tangueros' orsacchiotti strabravi e se ne torna come rinnovata (sfido !) basta vederli danzare fra di loro per sballare, e quando diventano tre con il protagonista, e da ultimo si aggiunge anche lei in una coreografia a quattro è veramente da urlo. Peccato che non ci si risparmino nè I lungosenna, nè la nebbia nè i bateaux-mouches !
Orsi cantanti e ballerini anche nel godibilissimo "Tano da morire"
di Roberta Torre, forse l'unica vera rivelazione del festival. Uno
scombiccheratissimo 'musical' di argomento mafioso, a dir poco esilarante
e pieno di divertentissime citazioni in uno stile che più 'trash'
non si può.
Consiglio "Keep cool" di Zhang Ymou, ignorato, forse a ragione, dalla giuria, tanto perchè il regista è già stato premiato recentemente proprio qui, e forse anche per evitargli ulteriori seccature in patria. Film notevole nella prima parte e un po' macchinoso nella seconda, ma interessante e molto spiritoso (!!!) anche grazie agli ottimi interpreti. Jiang Wen, il protagonista è un bell'orsacchiotto cinese un po' alla Bruce Willis, ma più simpatico.
In un film piuttosto interessante "Vor" di Pavel Chukhrai (figlio di Gregorij) il piccolo Misha Philipchuk risulra simpaticissimo, come bravi sono Ekaterina Reenikova (la madre, anche molto bella) e il ladro del titolo: Vladimir Mashkov, un bonazzo tutt'altro che trascurabile. Il film ha una costruzione tradizionale benchè interessante, grazie a un tema insolito anche se cede un po' nel finale, peccato.
Consiglio da ultimo "The winter guest" di Alan Rickman per l'ambientazione invernale e l'interpretazione di tutti gli attori, e in special modo di Emma Thompson e della madre (vera) Phyllida Law. "Nettoyage à sec" di Anne Fontaine è secondo me un ottimo esempio di come non si dovrebbero affrontare le tematiche omosessuali, pur facendo un ritratto e un'ambientazione della provincia francese di tutto rispetto.
In chiusura due film da evitare assolutamente: "Chinese Box" di Wayne Wang e "Face" di Antonia Bird.
Emilio Campanella