ORSI ITALIANI MAGAZINE
Orsi Rubensiani
Proveniente dal Museo Nacional di Città del Messico, ecco al palazzo dei Diamanti di Ferrara, la bella mostra Rubens e il suo secolo inaugurata il 27 marzo scorso. L'esposizione è ovviamente piena di spunti ursini, si occupa di Rubens e di alcuni dei maggiori fiamminghi della sua epoca, proponendo temi che si rimandano da un artista l'altro in uno stimolante palleggio di riferimenti; ad esempio: Diana e le ninfe partono per la caccia, mentre una di queste viene insidiata (le altre guardano sornione e divertente), ma anche un po' di più da un satirone assatanato (non vediamo, poiché la coscia di lui e la mano di lei ci occultano il risultato dell'infoiamento sul quale non ci sono dubbi !)... Ad ognuno o i suoi problemi, a chi le fatiche erotiche, a chi quelle venatorie! Sembra di cogliere un consapevole debito Tizianesco la cui lezione il nostro tenne sempre ben presente. Come in una continuazione, dopo la caccia, Diana e il suo seguito si riposano e ricevono l'omaggio di un nonno/satiro (potremmo dire un orso bianco satiresco) che offre frutta, mentre altri fanno musica, e nel contempo uno di loro, e guarda caso, insidia una ninfa: un'altra ninfa insidiata da un altro satiro, in un'opera di un altro pittore, ma i temi si ritrovano, se là era Rubens, qui è Jordaens.
C'è una magnifica Pietà, ancora di Rubens in collaborazione con Jan Wildens, il cui Cristo è proprio un bel CRISTONE, nel quale mi sembra di ritrovare la pienezza della spalla e l'abbandono del braccio dell'Ercole Farnese.
Per altri versi è tutto un occuparsi di divinità pagane che sono tra i primi più frequenti di una pittura per gente ricca e borghese che abita, veste e mangia molto, ma per quest'ultimo punto, bisogna dire " non sempre " bene! Come si può vedere nella bella sala di ritratti ufficiali raffrontando il protagonista della mostra al suo allievo Van Dyck, al solito con tele i cui soggetti sono rappresentati con grande eleganza e disinvoltura. Si parlava di temi per una committenza che arreda con i dipinti che acquista: le natura morte, i paesaggi, dal talvolta sapiente bozzettismo (Teniers il giovane, fra gli altri). Il sacro può essere impressionante come San Cristoforo di Jordaens, imponente per dimensioni, forza, bellezza, e giocate, guarda caso, sui tagli di luce. La Giuditta dall'occhio pericoloso di Gerard Seghers; Susanna insidiata da due giganteschi vecchioni, non proprio da buttar via per chi ama gli uomini maturi; Una natività popolata da begli uomini barbuti e con un pastore erculeo in primo piano.
Una piccola sala mozzafiato con tre crocefissi: due di Van Dyck e uno di Rubens (come gli ultimi soggetti sacri citati) a dir poco sconvolgenti e ambientati sotto cieli corruschi.
Per concludere il ritratto virile di Christiaan Luckys: una vera scoperta; i soodati che giocano a dadi di Michael Sweerts; lo scavo psicologico del ritratto di Dona Maria d'Austria tecnicamente " buttato lì" ma quanto impressionante!
Il satiro straseduttivo e sorridente con un gesto di frutta che più caravaggiesco non si può!
In ultimo la misteriosa "venditrice di frutta " di Jordaens che ha, però, un altro titolo: 'sogno d'amore'. Una donna guarda verso di noi tenendo un gesto di frutta, dietro di lei inquadrati in una cornice con fregi decorativi classicheggianti (una porta, uno specchio) una donna e un uomo in atteggiamento affettuoso, lei scherma con una mano la candela che tiene nell'altra lui l'abbraccia teneramente, un pappagallo sovrintende a tutta la scena... Luci, ombre, seduzione misterio era peraltro l'epoca dello stile dei pittori definiti tenebristi, la stessa delle " leçons de ténèbres " nella musica francese.
Molto altro e di molto bello lascio scoprire a voi citando solo qualche nome fra gli altri i: Jan Breugel dei Velluti, Joo de Momper, Cornelius de Vos , Martin Rickaert, Jan e Petre Breugel !
Emilio Campanella