Classici dell'Anarchismo

(volumi rilegati in tela)

 

(13) E. de la Boétie, La servitù volontaria – (pp. 86), euro 5

Nel secolo della nascita delle monarchie centralizzate, La Boétie si chiede perché la rivolta contadina e perché la repressione, perché l'accettazione degli strumenti simbolici della repressione all'interno della dimensione della rivolta, e perché la difesa di interessi padronali di un certo tipo di fronte ad interessi di un altro tipo, ma comunque sempre contrari a quelli degli sfruttati.
E a queste domande, rese più stringenti dalle esperienze vissute dal giureconsulto, la risposta è una sola: dev'esserci qualcosa di illogico nell'amore delle proprie catene. Uno dei "classici" dell'anarchismo. Il testo di un pensatore isolato del Seicento, contemporaneo di Montaigne. Il primo affannoso chiedersi sul perché l'uomo accetti volontariamente di sottomettersi alla schiavitù.

In appendice: Michel de Montagine: Lettera al padre. Prefazione di Félicité de la Mennais. Piene Leroux: Il Contr'Uno di Etienne La Boétie. Prefazione di Auguste Vermorel. Gustav Landauer: Estratto de La Rivoluzione. Introduzione di Murray N. Rothbard all'edizione americana.

 

(12) A. Lorenzo, Il proletariato militante – (pp. 342), euro 7.50

Un lavoro fondamentale sulle vicende dello sviluppo del movimento operaio spagnolo. Leggendo questo libro per quel che appare, nella sua forma piana ed espositiva, con i continui riferimenti alle testi­monianze originali e ai documenti, finisce per sembrare quello che non è: una selva di notizie, di ricordi personali, di vicende rivoluzionarie, di delusioni e speranze, di costante crescita quantitativa di un movimento che ebbe dell'incredibile, che affiorando quasi dal nulla gettò nel panico il potere, segnando una svolta nella lotta popolare spagnola contro secoli di oppressione e di miseria. Certo, anche questo, ma più di questo. Lorenzo indica tra le righe le motivazioni teoriche e le cause oggettive che contribuirono a determinare quello sviluppo e ne impedirono uno diverso. Pur restando un uomo del suo tempo, egli riesce a vedere la realtà del movimento spagnolo dei lavoratori che fu e resta profondamente anarchico.

"Quando oggi ci si sofferma ad analizzare la cosa [l'internazionale e il suo sviluppo], si deve riconoscere che l'Internazionale fu una specie di espediente opportunistico abbastanza riuscito per causare un'esplosione di entusiasmo prodotto dalla speranza di un miglioramento e fondato nella realtà della miseria allo stesso tempo che nella indifferenza o nella trascuratezza delle tendenze, ma quell'unione non rafforzata nel­la fiducia di tutti in una sola idea, s'indebolì da sola di fronte all'urto cogli errori tradizionali, e, di conseguenza, anche di fronte alla paura di persecuzioni".

 

(15) A. Berkman, Un anarchico in prigione – (pp. 306), euro 7.50

Alle 13,55 del sabato 23 luglio 1892, un anarchico ventunenne di nome Alexander Berkman, entra, armato di pistola e pugnale, negli uffici del capitano d’industria Henry Clay Frick per commettere quello che riteneva il primo attentato della storia americana.

 

(7, 11) R. Rocker, Nazionalismo e cultura: i due volumi di complessive pp. 530 – euro 12.50

Questo libro è una vasta ricerca, armonicamente strutturata, che affronta le vicende del potere e dello sfruttamento. Per l'ampiezza del progetto, l'insieme dei mezzi storici e filosofici impiegati, la consequenzialità dell'indagine e l'originalità delle deduzioni, costituisce uno dei contributi più importanti della riflessione anarchica alla costruzione di un pensiero rivoluzionario, quindi critico e realizzativo insieme; un pensiero che si autoriconosce capace di rifiutare le sostanzialità del potere anche quando sono camuffate sotto i simboli dell'apparente libertà borghese.

Contenuto del I volume: L'insufficienza del materialismo economico. La religione e la politica. La Chiesa e lo Stato nel Medio Evo. Il potere e la cultura. L'ascesa dello Stato nazionale. La Riforma e il nuovo Stato. L'assolutismo come ostacolo per lo sviluppo economico. La dottrina del contratto sociale. Le idee liberali in Europa ed in America. Il liberalismo e la democrazia. La filosofia germanica e lo Stato. La democrazia e lo Stato nazionale. Romanticismo e nazionalismo. Il socialismo e lo Stato. La religione politica del nazionalismo.

Contenuto del II volume: La nazione come comunità spirituale di interessi e di costumi. La nazione come comunità di linguaggio. La nazione e le moderne teorie della razza. Unità politica e evoluzione culturale. Il decentramento politico nell'antica Grecia. La centralizzazione romana e le sue influenze. L'unità nazionale e il declino della cultura. L'illusione della cultura nazionale. Lo Stato nazionale e lo sviluppo della scienza. Architettura e nazionalità. Arte e spirito nazionale. Problemi sociali del nostro tempo. Appendice: Capitolo conclusivo aggiunto alla II edizione americana. Prefazione all'edizione inglese. Prefazione del traduttore inglese.

"E' stato spesso asserito che lo sviluppo della struttura sociale in Europa nella direzione dello Stato nazionale si è prodotta in senso progressivo... In realtà questa favola non deriva da alcuna seria considerazione dei fatti storici, ma piuttosto dal vano desiderio di presentare lo sviluppo sociale dell'Europa nella luce di una evoluzione progressiva".

(14) P. Kropotkin, La conquista del pane – (pp. 173), euro 7.50

Sognare intervalli benefici, condizioni privilegiate – condizioni di bontà e di amore fraterno – insite nell’animo umano, strade che solo il dio del perdono e della compassione può percorrere, è illusione troppo gravida di conseguenze nel grigiore che ci circonda. L’apertura a quello che ci batte in cuore è pur sempre una fessura di luce, che da qualche parte conduce un debole chiarore nella tristezza che abitiamo, ma non si tratta di uno scheletro forte, quella fessura non è contenuta nelle cose, che se ne infischiano di qualsiasi esecuzione preventiva, le cose vanno avanti per la loro strada, assolutamente indifferenti a tutti i modelli interpretativi che suggeriamo loro. Accettare la compagnia inevitabile della distretta è riconoscersi per quello che siamo, condizione imprescindibile per diventare quello che siamo.


E questo riconoscimento è altro dal processo che osserviamo fuori di noi attraverso i tempi e la storia – elettrificazione leninista e autostrade hitleriane –, oggi la tecnica penetra dappertutto nel mondo e vuole accoglierci nel suo grembo protettivo, vuole farci diventare avvenimenti di una quotidianità controllata fin dal levarsi dal letto la mattina, vuole presentarsi come l’amazzone che difende il guanciale del pargolo, mentre non è altro che l’ultima, forse la più terribile, incarnazione delle Madri.


Ed è all’interno di questo quadro se si vuole desolante che dobbiamo ricominciare un discorso di costruzione, oppure rileggere lo stesso testo di Kropotkin, mettendo da parte la spossatezza del vagabondo, il sottile scetticismo di chi ha ormai visto troppo male nella sua esperienza per non dichiararsi convinto che tanto una scelta vale l’altra. Non è vero che non ci siano scelte da privilegiare ad altre, non è vero che non sia possibile scegliere. Solo che per farlo occorre avere il cuore caldo, essere capaci di una carezza ma anche della dura decisione che porta a tagliare il cordone ombelicale che continua a legarci al nemico.

(16) P. Kropotkin, Il mutuo appoggio – (pp. 232), euro 7.50

Questo libro può considerarsi come uno dei più grandi tentativi di dare una base scientifica all'anarchismo inteso come dottrina sociale. Nessun altro scienziato o filosofo aveva prima portato a termine un tentativo del genere, nessun altro, fino ad oggi, ha cercato di farlo.
Ecco perché questo libro, in qualsiasi maniera si considerino le cose, è un "grande" libro, e, come tutti i "grandi" libri ha avuto conseguenze notevoli. Kropotkin accetta la tendenza evolutiva delle forme vitali e critica il cosiddetto principio della "lotta per la vita" ritenendolo insufficiente da solo a spiegare l'evoluzione e sottolinea l'importanza del principio solidaristico come complemento al precedente principio che, comunque, viene corretto e limitato a quanto avviene tra specie, classi e gruppi in contrasto tra loro e non viene considerato operante all'interno della stessa specie.

"La scienza proclama che la lotta di ciascuno contro tutti è il principio dominante della natura, come delle società umane. La biologia attribuisce a questa lotta l'evoluzione progressiva del mondo animale. La storia adotta il medesimo punto di vista e gli economisti, nella loro candida ignoranza, attribuiscono tutto il progresso dell'industria e della meccanica moderna ai ‘meravigliosi effetti’ dello stesso principio. La religione stessa dei predicatori della chiesa è una religione d'individualismo, leggermente mitigata da rapporti più o meno caritatevoli verso il prossimo, particolarmente la domenica. Però, appena tentiamo di capire come vivano milioni di esseri umani, ed incominciamo a studiare le loro relazioni quotidiane, siamo colpiti dalla parte immensa che i principi di aiuto reciproco e di mutuo appoggio tengono ancora nella vita umana".

 

(17) P. Kropotkin, La letteratura russa – (pp. 232), euro 7.50

Se la presente storia della letteratura russa resta un docu­mento d'epoca, legato allo stato delle ricerche raggiunto quando Kropotkin le elaborò; se oggi sono reperibili storie di quella letteratura molto più complete e documentate; in questa coesistono, accanto alle analisi letterarie sui singoli autori, e accanto alle considerazioni più ampie sulla storia del popolo russo (delle sue sofferenze e dei suoi sentimenti di classe); coesistono le direttrici interpretative che rendono riconducibile questa "storia" nell'alveo complessivo delle analisi realizzate da Kropotkin in quanto studioso e militante anarchico. Vogliamo dire che nemmeno in questo caso, come nemmeno nelle sue opere geografiche, sembra possibile una separazione tra "scienziato" e "militante". Quando lo strumento tecnico del primo sembra prendere la mano al secondo, interviene la riflessione sulle condizioni concrete, storiche, di fondo, strutturali, che resero e rendono possibili sia le produzioni artistiche del passato, sia le riflessioni analitiche su quelle produzioni.

"Solamente allorquando una città, un territorio, una nazione o un gruppo di nazioni avranno riacquistato la loro unità nella vita sociale, l'arte potrà attingere la sua ispirazione nell' ‘idea comune’ della città o della federazione. Allora l'architetto concepirà il monumento della città, che non sarà più né il tempio, né una prigione, né una fortezza; allora il pittore, lo scultore, il cesellatore, l'ornatista, ecc. sapranno dove collocare le loro tele, le loro statue e le decorazioni, tutti attingendo la loro forza di ispirazione dalla medesima sorgente vitale, e tutti procedendo gloriosamente verso l'avvenire".