ALFREDO
BONANNO
LA DISTRUZIONE NECESSARIA
La distruzione
necessaria è stata scritta di getto nel febbraio 1968. Mille problemi
urgevano dentro di me, avvolti nel bisogno di assolutezza che ingigantiva
sempre di più. Proprio questo bisogno dettava i limiti del quadro interpre-tativo:
uscire dalle regole, rompere con la sentenza unifor-mante che mi ospitava,
dire questa rottura, dirla al più presto, a qualsiasi costo.
Ogni
esigenza è sempre un atto parziale, riflette e si nutre di quello che
c'è in casa. L'armamentario giacobino è evidente in questo libro e il
lettore deve tenerne conto. L'ideale anarchico è lontano ma non del tutto
assente, emergerà più tardi. Mi muovo in quella direzione ma sono ancora
portatore della misura rivoluzionaria appresa sui libri.
Segnare i punti di minore o maggiore distanza dall'anar-chismo, dal mio
anarchismo maturo, è opera inutile e fastidiosa. Il lettore può assolvere
a questo compito, ma è pregato di non tenere conto dei risultati. Se quello
che siamo è un universo assoluto, mai definibile con precisione, lo è
come esigenza, come compito infinito mai completabile, implicito in ogni
cosa che facciamo. Restare silenziosi come pesci in un acquario di fronte
alle proprie arretratezze, ai conti da pagare con il passato, è vigliaccheria
e stupidaggine. Se voglio diventare quello che sono è perché sono di già
quello che diventerò. In caso contrario la partita è persa in partenza.
Tutti scoprono più o meno presto nella vita che non c'è un percorso lineare
da mantenere, ed è il motivo per cui le ricostruzioni del proprio trascorrere
dei giorni è sempre un romanzo di avventure, alieno dal riproporre la
realtà così come è stata. Ma poi, come è stata veramente la realtà?
Il mio essere quello che sono non è mai esplicitato pienamente. Ogni tentativo
è rammemorazione, ripresentifi-cazione di un passato che aspira all'avvenire
anticipando il proprio destino. Liberarsi del convincimento che la diversità
(la stessa innocua novità) ci è nemica, sradicarlo dal fondo dell'animo
di ognuno di noi dove giace indisturbato come una malattia sconosciuta,
è il primo passo di questo processo, la porta di entrata. Ogni sillogismo,
ben grattato, porta alla luce questa malattia e la congenita paura.
La conquista del potere, il ruolo dell'intellighentia, il valore dei princìpi,
il ritorno alla tradizione, sono ancora punti di riferimento che nel mio
libro non vengono affrontati criticamente. Lo stesso impulso immediato
e violento inteso come bisogno della violenza liberatoria è visto filtrato
dalla logica giustificativa, quella stessa logica che qualche anno dopo
definirò dell' "a poco a poco", la logica mirabilmente ingegnosa dell'aggiustamento
e della riproduzione del dominio. La storia che avevo letto, studiato
e meditato, era piena di echi nel buio, echi ricordati con terrore dai
redattori, echi delle esplosioni di rabbia della povera gente, ma il tutto
lo vedevo come deformato dal prisma della guida e della indicazione teorica.
Le unità ideali del passato, pur continuando a ruotare attorno al concetto
di potere, cominciano a costituire un riferimento legato al concetto di
"distruzione necessaria". La vita attesta i suoi diritti imprevidenti
e ribalta le pretese dei luoghi miserabili e sordidi dell'ideologia dominante.
L'occultato viene alla luce e mostra la misera eredità dei postulati non
discussi. La nuova presenza sotterranea lavora attivamente, alla lunga
emergerà il nuovo punto di riferimento: la rivoluzione dal basso.
Ad assistere questa seconda edizione de La distruzione necessaria ho chiamato
alcuni studi preparatori e collaterali in grado di fare vedere gli interessi
più o meno dichiarati che completavano il quadro dei riferimenti. Il lettore
potrà individuare in essi le origini di alcuni temi portanti del libro,
ma anche riflessioni abbandonate che in altra sede troveranno sviluppo.
L'Introduzione del 1989 è stata scritta nel carcere di Bergamo.
I saggi su Machiavelli sono le pagine residue di un libro dal titolo Filosofia
di Machiavelli, andato perduto alla fine del 1958. Il saggio su Ortega
y Gasset, ultimo di una serie di saggi su alcuni pensatori "reazionari"
che penso di pubblicare in futuro col titolo di Studi indecenti,
viene qui inserito perché connesso alle idee di fondo de La distruzione
necessaria. La teologia dei primi pensatori greci è la continuazione
de Il problema della verità alle origini del pensiero filosofico,
pubblicato su "Studi e ricerche", 1965, pp. 33-48, di cui un rifacimento
è stato inserito nel primo capitolo del mio libro: Dire la verità
[2001], pp. 25-41. Il saggio Analisi della normalità, redatto all'inizio
del 1980 nel carcere di Parma sulla base di appunti risalenti al 1967,
è stato riscritto e completato nel 1990 nel carcere di Bergamo.
Contenuto
del volume:
Introduzioni
Seconda edizione de La distruzione necessaria.
Studi preparatori:
Storia: Ricerca di definizioni [1965]
Il valore come delimitazione dell'esperienza [1965]
Primo saggio su Machiavelli. L'uomo [1968]
Secondo saggio su Machiavelli. Teoria della fortuna [1968]
Terzo saggio su Machiavelli. Il metodo [1958]
La realtà nel pensiero di Ortega y Gasset [1968]
La storiografia moderna e il concetto di Medioevo [1969]
La verità effettuale [1968]
Fine e mezzi [1968]
La teologia dei primi pensatori greci [1968]
Analisi della normalità [1967]
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