Universale

 Libertaria

 

E. Cœurderoy, I giorni dell'esilio (pp. 208), euro 5


L'opera principale dell'anarchico francese, proscritto del 1848, in cui vengono tratteggiate tutte le tematiche che successivamente saranno patrimonio del movimento rivoluzionario europeo. Lo scritto preferito dai situazionisti francesi che ne hanno curato una antologia in cui si trovava, come premessa, il lavoro di Raoul Vaneigem, "Terrorismo o rivoluzione". Oggi questo libro di Cœurderoy è considerato - anche dal punto di vista letterario ed artistico - un vero e proprio capolavoro.

"Per far passare la rivoluzione attraverso questo secolo come un ferro rovente, bisogna fare una sola cosa: demolire l’autorità. Questa proposizione non ha bisogno di essere dimostrata. Che ciascuno si interroghi e dica se è per sua volontà o per forza che sopporta che un altro si proclami suo padrone e agisca come tale. Dica se non ritiene di valere quanto un altro. Dica se è contento di fare ingrassare sem­pre papi, imperatori, re, rappresentanti, monopolisti, medici, istitutori, giudici, giornalisti, tribuni, direttori, dittatori. Dica se non desidera essere al più presto sollevato da tutto ciò. Dica se non capisce meglio da solo ciò che gli è utile e se volentieri si rimette nelle mani di altra gente".

 

A. Libertad, Il culto della carogna(Biblioteca di Anarchismo, pp. 72), euro 5

La presente raccolta di scritti di Albert Libertad non rende conto in maniera adeguata della figura e dell’azione anarchica di questo lottatore, morto sulle scale di Montmartre nell’ennesimo scontro con la polizia, mentre difendendosi attaccava con le proprie stampelle di paralitico.
Non rende conto perché si tratta di parole, di poche parole, quando l’essenza del pensiero di Libertad è tutta, o quasi, nell’azione, nella contina azione di attacco con qualsiasi mezzo contro il nemico. La sua influenza sulle scelte degli anarchici francesi del suo tempo fu immensa, lo si capisce dal modo in cui le sue tesi vennero accolte: da un canto con l’entusiasmo dei pochi, dall’altro con l’indifferenza dei molti, ma anche, come spesso accade, con l’acredine e il veleno degli imbecilli. Molti compagni, anche a seguito di esperienze recenti e meno recenti, pensano che la dimensione analitica sia faccenda di secondaria importanza, che quello che conta sia soltanto l’azione, lo scontro in primo luogo, sia avvertire il respiro dell’odiato nemico, individuarlo fra i tanti fantasmi che ci circondano e colpirlo con qualsiasi mezzo.

E sbagliano. Il colpire in queste condizioni è quasi sempre un vano dibattersi. Molti altri pensano che l’analisi sia necessaria, anzi indispensabile, ma sia faccenda di estrema difficoltà perché fondata su uniformità ed esattezze che solo a pochi è dato cogliere, quindi non realizzabile da tutti, delegabile pertanto soltanto a pochi capaci di realizzarla, per cui finiscono per sentirla come faccenda estrema, anche quando per loro avventura gli capita fra le mani qualcosa che lontanamente ad un’analisi somiglia.
E sbagliano. Il capire in queste condizione è un inutile equivoco con se stessi. Lo stesso agire finisce per somigliare molto ad un continuo rinvio in attesa di chiarimenti.
Libertad fu uno di quei compagni che seppero fondere l’analisi, semplice e immediata, con l’azione, sempre collegata con i presupposti analitici, mai fine a se stessa o banale attestazione d’esistenza in mancanza d’altro.

 

 

A.M. Bonanno, Autogestione e anarchismo(pp. 132), euro 4 - ESAURITO
Il libro più ampio e articolato sul problema dell’autogestione. Non è possibile nessuna autogestione della produzione senza una contemporanea autogestione delle lotte.

A.M. Bonanno, La rivoluzione illogica(pp. 128), euro 5 ULTIME COPIE
Un libro dedicato a chiarire le contraddizioni dell’azione rivoluzionaria, La lotta e il recupero.

 

 

AA.VV., L'ipotesi armata(pp. 264),euro 10 - ULTIME COPIE

Contenuto del libro:
I - La settimana rossa. 19-26 agosto e 21-23 settembre 1978. Diario delle lotte nel lager speciale dell'Asinara relativo ai due periodi di massima intensità. Il testo da cui si è sviluppato un dibattito che ha finalmente messo in chiaro le fondamentali divergenze tra due modi di intendere la lotta armata.
II - Contributi alla critica armata libertaria. Tutti i più significativi documenti redatti dall'organizzazione "Azione Rivoluzionaria", dai quali emerge, via via con sempre maggiore chiarezza e puntualità, il tentativo di contrapporsi con la critica delle armi al progetto del fronte stalinista e marxista-leninista delle organizzazioni armate agenti in Italia, nelle sue diverse varianti.
III - Parafulmini e controfigure. Risposta critica alle tesi contenute nel precedente contributo di Azione Rivoluzionaria.
IV - Del terrorismo, di alcuni imbecilli e di altre cose. Partendo da una polemica interna al movimento anarchico, nata a partire dalla pubblicazione del libro di Emile Henry, Colpo su colpo, il testo approfondisce la tematica relativa al "colpire nel mucchio della borghesia", affrontando tutti gli argomenti, oggi importantissimi, della lotta armata e dell'attuale livello dello scontro di classe.

"In situazioni tutt'altro che rivoluzionarie il movimento specifico esprime una sua insostituibile capacità: sviluppa sollecitazioni nei confronti del movimento reale e ciò non intacca o condiziona in nessun modo la potenzialità autorganizzativa di quest'ultimo. Al massimo ne sollecita il funzionamento. Quello che ci distingue dai cosiddetti teorici astratti dell'insurrezione, è l'avere sottolineato i limiti e la significatività dell'intervento minoritario, accanto e non contro il meccanismo autorganizzativo del movimento reale".

 

AA.VV., Scontro di classe e difesa della natura(pp. 184), euro 7.50 -
Contiene i tre libri: sull’inquinamento, sulla radioattività e i suoi nemici, sulla grandezza e miseria dei seguaci dell’amianto.

 

AA.VV., Limiti e prospettive del situazionismo (pp. 336), euro 7,50

Contenuto del libro:
I - Contributi alla lotta rivoluzionaria destinati a essere discussi, corretti e principalmente messi in pratica senza perdere tempo. Un'analisi della società della sopravvivenza. Contro l'ideologia produttivistica. Per la costruzione di un ampio progetto di sabotaggio della produzione. Una critica dell'alienazione della vita quotidiana. Gli elementi politici del saccheggio e dell'esproprio. Le considerazioni fondamentali che giustificano gli attacchi contro i capi e i responsabili dello sfruttamento capitalista.
II – Miseria del femminismo. I motivi per cui il femminismo, mal­grado le sue arie emancipatrici e radicali, rimane sul terreno della società capitalista e si fa perfino guardiano dell'alienazione femminile tradizionale.
III - Introduzione alla scienza della pubblicità. L'elaborazione di uno strumento analitico per mettere a nudo il presente ordine spettacolare, economico e sociale.
IV - Viaggio nell'arcipelago occidentale. Primi cenni di riflessione sul carattere capitalista e sulle condizioni in cui un soggetto si trova ad operare tendendo a liberarsi dal processo di addomesticamento che pesa su ciascuno di noi in misura crescente. Sulla necessità che la rivoluzione coinvolga gli stessi modi di comprendere il mondo, che arrivi a spaccare gli schemi di una conoscenza in cui molti chiudono, attraverso l'ideologia materializzata, troppe dimensioni del vivente.
V - Trattato del saper vivere di nulla ad uso di tutte le generazioni. Fantasticheria (ma non tanto) sul perché il reale non prende parte alla costruzione della vita, per cui si arriva a vivere senza mai capire nulla della vita.

 

AA.VV., Irrazionalità e rivoluzione(pp. 220), euro 7,5

Contenuto del libro:
I - L'irrazionale in politica. Amore e politica. Il testo inglese più noto sulla repressione sessuale nei rapporti con la repressione economica e politica. Un tentativo di capire attraverso quali meccanismi la società moderna manipola i suoi schiavi affinché accettino la schiavitù.
II - Comunicato urgente contro lo spreco. Una denuncia contro lo spreco. Contro lo spreco di noi stessi e di noi stessi trasformati in merce. Il testo più penetrante dell'ala creativa dell'anarchismo spagnolo contempo­raneo.
III - La rivoluzione prossima futura. La nuova società anarchica non nascerà deterministicamente, ossia dall'evoluzione interna dell'attuale società, ma per la presa di coscienza, per la volontà di tutta l'immensa maggioranza degli sfruttati.
IV - Alice nel paese delle meraviglie. Traduzione di un libretto in lingua inglese, in circolazione in Sicilia, portante il titolo: Alice in Wonderland e come indicazione di autore: Lewis Carroll, senza luogo e data. Una dettagliata analisi - o meglio, un vero e proprio programma - per un'organizzazione siciliana di lotta di liberazione nazionale.

"In fondo abbiamo paura della rivoluzione. E' proprio lei che apre le ragioni del cuore e sovverte la ragione dominante. Distrugge il tiranno che ci sta davanti, nemico odiato da sempre, ma distrugge anche le sicurezze che sono in noi. Ce ne accorgiamo in una carezza, in un gesto, in un improvviso scoppio di gioia, in un sogno. Quando tutte queste cose ci giungono dall'esterno inaspettate, fuori della logica che l'ortodossia impone all'attesa, ci sconvolgono".

 

A.M. Bonanno, Chi ha paura della rivoluzione (pp. 168), euro 6

Un libro la cui lettura è particolarmente indicata oggi. In un periodo di crisi, quando i vecchi ideali sembrano svanire tra rifiorenti tentativi - di ogni genere - di entrare in contrattazione col potere, è molto importante scrivere una specie di catalogo delle varie forme di "paura" della rivoluzione.
Tanti compagni vengono incoraggiati, con parole più o meno chiare, al rifiuto della lotta e dell'impegno rivoluzionario. Da coloro che si sono dichiarati favorevoli all'amnistia a coloro che rifiutano la lotta in nome di una vaga e cervellotica "delegittimazione", passando per gli imbroglioni di mestiere, per gli imbecilli che non capiscono nemmeno cosa leggono, per i "bravi ragazzi" che non vogliono dispiacere né moglie né marito, per arrivare fino al disgusto dichiarato del pentitismo e del tradimento. Il panorama è tutto qui.
La paura della rivoluzione può prendere forme diverse. Solo alcune possono camuffarsi sotto le spoglie di una continuazione della lotta sotto forme diverse. Altre, quelle più evidenti, sono semplicemente desistenza e squallore. Un libro - se vogliamo - spiacevole. Ma è tempo di dire le cose spiacevoli, è tempo di parlare senza mezze parole. Per noi che vogliamo "ricominciare daccapo" è tempo anche di fare il punto della situazione. Se non altro per conoscere con chi possiamo ricominciare, e in che modo. "Solo dopo aver capito fino in fondo quante infinite volte si è costretti a ricominciare si può capire anche in che modo si sviluppa il processo rivoluzionario.
Chi si era illuso di trovarsi davanti ad una guerra in campo più o meno aperto, ad un movimento di massa capace di sanzionare, in tempi brevi, una vittoria o una sconfitta, deve ricredersi. La lotta è lunga e le vicende sono alterne. Per questo ricominciamo sempre, proprio perché non abbiamo mai "lasciato".
Chi abbandona oggi non può sperare di ricominciare domani. L'abbandono della lotta segna il dissolvimento della propria identità di compagno. Molto di più in momenti come questo in cui ogni segno di cedimento viene registrato e amplificato dal potere".

 

P. Bertelli, La dittatura dello schermo (pp. 84), euro 4

Non soltanto uno studio sul cinema fascista ma anche - e principalmente - una riflessione sul fascismo visto attraverso il suo principale stru­mento di propaganda: il cinema. I "telefoni bianchi", infatti, non furono solo un effetto esotico e scenografico, ma un segnale diretto a sollecitare un comportamento e a codificarlo. Il cinema in camicia nera mira all'essere per il divenire. Si appropria del soggetto e lo trasforma in oggetto. Produce e promuove il diritto alla festa e i partecipanti non si accorgono che è una esecuzione capitale: ciò che afferma è sempre e solo il simulacro mussoliniano. La serialità dei segni nel cinema fascista rimanda a un solo segno e decreta il dominio del modello. Centralità e totalitarismo promuovono la fede, asservimento e adorazione la perpetuano.
Il libro è preceduto da un saggio sulla "lingua totalitaria nel cinema muto italiano", che completa e approfondisce l'indagine sul tessuto culturale e politico in cui si innesta il cinema fascista.

"Il fascismo non è mai morto. Ogni potere si definisce per quello che propone e rappresenta. La macchina-Capitale fa rivivere nella festa del consumabile la sua miseria come splendore".

 

A.M. Bonanno, E noi saremo sempre pronti (Contro l'amnistia) (pp. 56), euro 3 - ESAURITO

Non è possibile continuare a mettere la testa sotto la sabbia per quanto riguarda il pro­blema del carcere e del "che fare?" riguardo al carcere. Bisogna dire - senza peli sulla lingua - quello che è possi­bile fare, quello che diventa ormai inutile sognare di fare, e quello che non si vuole fare perché lo si reputa controproducente. È ormai giunto il momento che qualcuno sollevi questa pietra sotto cui si potrebbe di già essere formato un pericoloso verminaio.
Non esiste risolvibilità del problema all'interno della struttura capitalista. Le carceri vanno abbattute in modo totale e definitivo. Non possiamo contrattare una liberazione parziale. Possiamo imporre invece una condizione di intollerabilità per lo Stato, tale che - da solo - addivenga ad una parziale soluzione del problema. Ecco perché nella proposta nuda e cruda dell'amnistia c'è il latente desiderio di non andare avanti.
Occorre rovesciare l'ignobile teorema che viene proposto: contrattare la liberazione dei compagni per riprendere la lotta, nell'affermazione molto più logica e conseguente: riprendere la lotta per imporre la liberazione dei compagni.

"L'enorme pressione morale di quattromila corpi che stanno praticamente morendo in solitudine non può farci chiudere gli occhi davanti all'evidenza. Scegliendo la strada del patteggiamento, della contrattazione con lo Stato non riusciremo mai a tirarli fuori realmente. Porteremo fuori quattromila simulacri di donne e di uomini che si andranno a collocare in una dimensione in cui ritroveranno sempre le sbarre di un'altra prigione: la prigione della propria inutilità, del proprio svuotamento, del sentirsi costantemente "altrove", in quel posto dove hanno consegnato la propria identità di rivoluzionari".

 

A. Borghi, Mezzo secolo di anarchia (pp. 373), euro 6
Uno dei libri più appassionanti dell’anarchismo. Lucido, semplice. Una "memoria" delle lotte di mezzo secolo.
ESAURITO

 

A. M. Bonanno, Movimento e progetto rivoluzionario (pp. 224), euro 5 - ESAURITO

"La minoranza anarchica è portatrice di una profonda lacerazione. L'inadattabilità del modello chiuso come riproduzione della totalità rivoluzionaria rischia di privarla della qualità della rivoluzione, cioè della nuova qualità della vita. Solo accettando questa rinuncia, cadendo vittima dell'illusione quantitativa, essa può mettere a tacere l'intima tensione che la travaglia, ma, così facendo, uccide anche il senso del proprio progetto rivoluzionario anarchico e si taglia ogni vero contatto con la massa.
Non solo, ma i suoi militanti, in quanto individui coscienti della possibilità rivoluzionaria, tagliati fuori (consapevolmente) dalla totalità rivoluzionaria, vivono un'altra tensione, ancora più sentita perché tocca la vita di ciascuno.
Quest'altra tensione non può soddisfarsi con giochi quantitativi, con analisi globalizzanti, con memorie del proletariato. Ha bisogno di identificarsi in un'altra tensione, ancora più ampia, quella della massa stessa. O la minoranza accetta di vivere la tensione degli individui singoli che la compongono e di vivere, nello stesso tempo, la tensione della massa, oppure è condannata a restare avanguardia e, come tale, a rendersi responsabile di tutte le conseguenze che ne derivano".

 

Atti del convegno, Anarchismo e progetto insurrezionale (pp. 108), euro 7.50 ESAURITO
I punti essenziali della teoria insurrezionalista anarchica, per la prima volta elaborati nel corso del Convegno tenutosi a Milano il 13 ottobre 1985.

 

P. Kropotkin, La grande rivoluzione (pp. 400), euro 6

Uno dei libri forse meno celebri di Kropotkin, nondimeno è un bell'esempio di letteratura storica, e può sostenere il paragone, per la sua qualità come per l'autenticità della sua informazione, con le migliori storie dello stesso periodo.
E' un libro ingegnosissimo e molto interessante, pieno di movimento e dotato di uno stile svelto e facile, utilizzante accortamente una grande quantità di dettagli riguardanti gli aspetti più semplici ma non per questo meno importanti della Rivoluzione francese.
Tutte le teorie concernenti la natura, gli svolgimenti e le necessità delle rivoluzioni, sostenute da Kropotkin durante la propria attività di militante, prendono posto nel suo disegno storico e sono sottoposte a prove ed analisi convincenti. Egli dimostra l'azione reciproca della miseria economica e del malcontento degli spiriti, il radicarsi della rivoluzione nei cuori degli uomini e i suoi progressi impetuosi malgrado gli sforzi per frenarla fatti da coloro che l'avevano scatenata, la tendenza continua del governo rivoluzionario di rallentarne la marcia in avanti, fissandosi come potere a scapito della pressione popolare e, in fin dei conti, a lasciar sussistere una spaccatura fondamentale negli stessi ranghi rivoluzionari, aprendo la strada alla contro-rivoluzione.

"Ciò che si impara oggi studiando la Grande Rivoluzione, è che fu la fonte di tutte le concezioni comuniste, anarchiche e socialiste della nostra epoca. Non conosciamo ancora bene la nostra madre di noi tutti; ma la ravvisiamo oggi in mezzo ai sanculotti, e comprendiamo quanto ci resta da imparare da lei".

 

B. Thomas, Jacob (pp. 304), euro 7.50

Conosciutissimo il suo surrogato falsato Arsenio Lupin (creato da Maurice Leblanc), al contrario l'ispiratore del "personaggio" è poco noto. Jacob e i suoi compagni dei "Lavoratori della notte" portarono a termine, nel giro di appena tre anni, all'inizio del XX secolo, più di mille attacchi alla proprietà privata.

"Ogni uomo ha il diritto al banchetto della vita. Il diritto di vivere non si mendica, lo si prende". "Il furto è la restituzione, la ripresa del possesso. Piuttosto che esser rinchiuso in un'officina come in un penitenziario, piuttosto che mendicare ciò di cui avevo bisogno, ho preferito rivoltarmi e combattere palmo a palmo i miei nemici facendo la guerra ai ricchi, attaccando i loro beni...".

 

J. Varlet, L'esplosione (pp. 56), euro 3
Il teorico delle posizioni "popolari" della rivoluzione francese. L’unico fra gli "enragés" che si pose il problema della gestione della società rivoluzionaria.

 

F. Tirendi, De Rebeldìa (pp. 164), euro 6
Un testo teatrale su tre personaggi: Lope de Aguirre, Rimbaud e Durruti. La ribellione come condizione essenziale della vita.

 

M. Corsentino, Michele Schirru e l'attentato anarchico (pp. 68), euro 3

Questo libro nasce dall'intenzione polemica del suo autore di chiarire alcune interpretazioni poco corrette fornite da Papa e Fiori, recentemente, e da altri scrittori durante e subito dopo il fascismo. In questo modo esce limpida la figura di Michele Schirru, l'anarchico sardo fucilato durante il fascismo per avere cercato di mettere in atto, senza comunque riuscire a passare alla fase decisiva, un attentato contro Mussolini.
Malgrado tutti i tentativi di oscurare e infangare il ricordo di questo coraggioso compagno che osò, fra i pochi, cercare di fare qualcosa contro l'oppressione del suo tempo, viene fuori il comportamento di un anarchico che non ha avuto fortuna nella sua azione ma che ne subisce tutte le conseguenze con fermezza davanti ai giudici e davanti al plotone di esecuzione.

In Appendice un'ampia Documentazione chiarisce alcuni aspetti della vicenda.

 

F. Tirendi, Necaev (pp. 48), euro 4

La drammatizzazione di uno dei personaggi più controversi e affascinati della storia delle rivoluzioni. Un testo teatrale attraverso il quale viene fuori, con brevi tratti , tesi e incisivi, un Necaev nei momenti decisivi della sua vita e della sua attività: l'uccisione di Ivanov, l'amore di Natal'je, gli incontri-scontri con Bakunin, il tradimento della spia che lo consegna agli agenti della Terza Sezione, il processo, la prigione.
L'autore non scende mai nel didascalico, toccando con sapiente attenzione tutti i punti in cui ci sarebbe pur stato questo considerevole pericolo: che è poi il rischio supremo di ogni testo che riporta in vita personaggi e accadimenti della lotta che gli sfruttati hanno da sempre impegnato contro gli sfruttatori. Quindi una possibile lettura tutta d'un fiato, con in fondo la profonda impressione suscitata dalla forza di carattere di quest'uomo che al di là delle sue scelte politiche e delle pratiche della sua attività rivoluzionaria, a distanza di più di un secolo continua a suscitare rispetto e ammirazione.

 

P. Besnard, Il mondo nuovo (pp. 112), euro 4

Il dibattito sui veri o presunti fondamenti rivoluzionari dell'anarcosindacalismo, si può dire che non si sia mai interrotto. In questi ultimi anni, poi, ha visto un riaccendersi dell'interesse e un rifiorire delle analisi. Forse sarebbe stato meglio che al posto di tanto materiale teorico, anche recente, ci fossero state delle esperienze concrete, di carattere organizzativo; esperienze realizzate all'interno del movimento dei lavoratori. Il libro di Besnard è invece il prodotto di una diversa situazione essendo stato scritto in un'epoca in cui gli anarchici erano l'elemento portante dei grandi sindacati. In effetti si tratta di un classico dell'anarcosindacalismo. Un libro che per la chiarezza dell'esposizione, per la struttura lineare dell'organizzazione che descrive, per l'approfondimento dell'analisi, può considerarsi un vero e proprio manuale del sindacalismo anarchico e rivoluzionario. Comprende nove grafici che descrivono le strutture dell'organizzazione anarcosindacalista nei vari settori della produzione e del consumo.

"Il sistema anarcosindacalista ha per scopo di eliminare completamente lo Stato, di rendere solidali in un lavoro comune tutti i lavoratori: operai, tecnici e scienziati, di garantire agli individui e ai gruppi il massimo di libertà, di dare a tutti il modo di esercitare pienamente la loro iniziativa nella pienezza della loro responsabilità, di stabilire il controllo di tutti, fraterno ma severo, su ogni azione individuale e collettiva".