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2003-03-17

MILANO: UCCISO UN MILITANTE DELL'ORSO

Oggi all' O.R.So.
via Gola 16, Milano
orso@ecn.org
conferenza stampa h. 12.00
assemblea cittadina h. 18.00




Posted by Comunicato on 17/3/2003, 8:51:03 80.117.37.163 Questa notte (tra il 16 e il 17 marzo) a Milano, in zona Navigli in via Brioschi, 3 compagni del centro sociale O.R.So sono stati aggrediti da un gruppetto di fascisti, aggressione premeditata e nel tipico stile mafioso con cui sono soliti rispondere a quelle che ritengono "offese all'onore": quelle di chi da sempre lavora contro razzismo e ignoranza, quelle di chi si oppone in prima persona al ritorno di ideologie che su questi sentimenti pongono le loro basi. Alla fine un compagno è rimasto a terra, colpito alla gola e al ventre: ucciso ancora una volta da una mano fascista. A seguire è nato spontaneamente un presidio di solidarietà all'ospedale San Paolo di Milano, dove però la polizia ha subito reagito con cariche dentro i corridoi e alcuni fermi.

Neanche un'ora dopo l'omicidio si scatena la macchina della disinformazione di regime, e l'ansa s'affretta a coprire l'assassinio definendo "scontri fra giovani dell'are antagonista", cercando di far apparire un'aggressione da parte di fascisti, seguita da una durissima repressione da parte della polizia sui compagni accorsi all'ospedale s. Paolo, come una "brutta serata" tra "i soliti" violenti no-global.

Ribadiamo invece che di vera a propria aggressione a sangue freddo si tratta, in cui un compagno ha perso la vita. E rimarchiamo che la polizia non ha perso tempo a proteggere i fascisti, scatenandosi persino con spranghe di ferro e mazze da baseball nelle corsie dell'ospedale contro i compagni accorsi a dare solidarietà e presidiare.

Presidio/assemblea: Milano, 17 marzo ore 18:00, centro sociale O.R.So

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From: Meletta <meletta@aconet.it>
Subject: disinformazione sull'uccisione di un compagno a Milano

Ecco un bell'esempio di "giornalismo" velinaro e infame:

Scontri nella notte, muore un giovane

Una rissa tra giovani appartenenti ai centri sociali e militanti di estrema destra degenera in omicidio. La vittima è un ragazzo di 26 anni. Il delitto dà il via a una vera e propria guerriglia urbana.

MILANO ­ Notte di forte tensione per le strade di Milano: una rissa scoppiata, secondo una prima ricostruzione, tra giovani appartenenti a diverse aree politiche degenera nell’omicidio di un giovane di 26 anni. Il delitto porta la tensione alle stelle: per ore proseguono gli scontri tra gli amici del giovane e le forze dell’ordine, intervenute per riportare la calma, ma coinvolte a più riprese, in una sorta di guerriglia urbana. Alla fine il bilancio è di un morto e di sedici feriti: otto sono agenti di polizia e carabinieri, gli altri sono giovani che apparterrebbero all’area antagonista.
Teatro del delitto è la strada antistante a un locale frequentato dai giovani dei centri sociali, il Tipotà in via Brioschi, nella zona a sud della città. Ieri sera davanti al bar c’era anche Davide Cesare, la vittima. La rissa è scoppiata tra i giovani dei centri sociali e un gruppo di militanti dell’estrema destra, secondo quanto riferiscono i testimoni interrogati in questura in queste ore.
Basta una parola di troppo e compaiono i coltelli: i giovani si affrontano senza esclusione di colpi. Cesare viene colpito (ma la dinamica dell’omicidio resta ancora da accertare) e si accascia a terra.
Alcuni fuggono, altri si trovano di fonte polizia e carabinieri intervenuti per sedare la rissa. Intanto monta la rabbia tra gli amici del giovane ferito gravemente. Accerchiano il corpo e vietano a chiunque di avvicinarsi.

Persino i lettighieri delle ambulanze vengono aggrediti tanto da essere costretti ad allontanarsi in tutta fretta, senza aver avuto la possibilità di suturare sul posto le ferite alla gola e al torace. Tra i feriti ce ne è uno particolarmente grave: Sandro A. è stato colpito da otto coltellate alla schiena. Ora è in sala operatoria.
Un’ambulanza riesce a portare Davide Cesare all’ospedale San Paolo. Al nosocomio si dirigono anche gli amici del ferito. In poco tempo l’astanteria si riempie: feriti, giovani ancora su di giri. Troppo. Tanto che non appena giunge dalla sala operatoria la notizia della morte di Cesare la rabbia monta di nuovo: i ragazzi dei centri sociali vogliono portar via il corpo dell’amico. Alcuni giovani danneggiano l’ospedale, altri fuori si scontrano con polizia e carabinieri.
Gli agenti fronteggiano una cinquantina di manifestanti. Alcune auto rimangono danneggiate, ma ci sono feriti anche tra polizia e carabinieri, almeno otto. Il più grave è un poliziotto che, a quanto si è saputo, avrebbe avuto la mandibola fratturata da un sasso.
Alla fine i manifestanti vengono fermati: di una notte di scontri rimane segno nell’ospedale. Sul pavimento ci sono resti di un vetro andato in frantumi e una larga macchia di sangue, in parte coperta da un foglio di giornale.
Dai centri sociali fioccano anche le accuse contro le forze dell’ordine: “Polizia e carabinieri hanno messo in atto una vera e propria caccia all’uomo sullo stile di Genova, picchiando selvaggiamente e senza motivo”. Secondo la ricostruzione dei giovani implicati negli scontri, gli agenti avrebbero avuto anche mazze da baseball. I militanti rimandano però ogni accusa al mittente: non ci sarebbe stato alcun tentativo, dicono, di fermare le ambulanze.
Il vicequestore Vincenzo Boncoraglio difende l’operato dei suoi: “Gli agenti sono rimasti feriti per riportare la calma tra giovani che sia pur in un momento di dolore hanno occupato il pronto soccorso. Non è nostro costume fare caccia all’uomo, escludo sia possibile”.
Nei centri sociali oggi è giorno di lutto: “Le botte si danno o si prendono, fa parte del gioco. La cosa veramente grave è che hanno ucciso uno di noi, un compagno. Era un ragazzo coraggioso e buono”.
(17 MARZO 2003, ORE 8:30) www.ilnuovo.it