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PRESIDIO CONTRO OGNI FASCISMO E OGNI RAZZISMO
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A ROVERETO, SABATO 12 LUGLIO, LARGO POSTA ORE 18
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LA SOLIDARIETÀ È UN’ARMA
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Sabato 12 luglio organizziamo a Rovereto un presidio contro ogni fascismo e contro ogni razzismo. Tenuto conto del clima di linciaggio mediatico e politico che si respira in città, invitiamo i compagni da fuori a partecipare numerosi. Cerchiamo di riassumere un po’ la situazione.
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Dopo varie occupazioni conclusesi con degli sgomberi nei mesi precedenti, il 9 giugno una cinquantina di persone rioccupa uno stabile vuoto da tempo. Nel rifiuto di ogni trattativa con le autorità e di ogni rapporto con i mass media, l’occupazione dura quasi un mese (finora la più lunga). Quotidiane sono le iniziative all’insegna della gratuità (cene, concerti, proiezioni) e contro ogni gerarchia. Come “appuntamenti segreti fra le generazioni”, vengono organizzati due incontri, uno sui Consigli operai e un altro sull’esperienza degli Arditi del popolo e sulla resistenza sconosciuta. Oltre alle discussioni quotidiane su vari temi, si svolge un dibattito sulla devastazione ambientale alla luce dei vari progetti di nocività che coinvolgeranno le vallate circostanti (autostrade, alta capacità ferroviaria, inceneritore, impianti di risalita). La partecipazione è buona. Quasi tutti i giorni usciamo in città con attacchinaggi e scritte, affrontando soprattutto la questione della casa e della speculazione immobiliare, ma anche quella degli spazi collettivi, del controllo urbanistico e sociale. Ignoti rovesciano della spazzatura nell’atrio del municipio come contributo in merito alle menzogne giornalistiche sugli occupanti che insozzano i… giardini pubblici. Dopo quasi un mese, appunto, lo sgombero per ordine pubblico (in assenza, cioè, della querela da parte del proprietario dello stabile). I compagni sono preparati all’evenienza, quindi più di cento celerini – soprattutto di Padova – arrivano per sgomberare uno stabile… vuoto: i compagni sono già usciti, per occupare un altro spazio la sera stessa. Questa volta, nel giro di mezz’ora gli sbirri sono pronti per sgomberare, mobilitando tutte le forze disponibili (polizia, carabinieri, vigili urbani, guardia di finanza, vigili del fuoco). Gli anarchici decidono allora di uscire e andarsene, con otto volanti che tentano di fermare una decina di compagni senza riuscirci… i giornali dovranno inventarsi le versioni più inverosimili.
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AN e Forza Italia annunciano un presidio davanti al Bocciodromo occupato per pretenderne lo sgombero. Nonostante la polizia abbia già svolto l’infame compito, AN decide di fare un presidio in città per invocare la repressione degli anarchici e denunciare la “mancanza di fermezza” da parte della giunta di centro-sinistra. Una quindicina di compagni scendono in piazza per opporsi e si trovano di fronte in qualche istante più di trenta fascisti, tra cui vari del Veneto Fronte Skinead, con tanto di bastoni, celtiche, saluti romani e “boia chi molla”: uno spettacolo che a Rovereto non si vedeva da anni. I compagni rimangono in piazza finché possono, poi partono in mini-corteo tracciando scritte sui muri in ricordo di Dax e contro i fascisti. Non una parola da parte degli antifascisti roveretani. Mentre riportano le foto di bastoni e saluti romani, i giornalisti continuano a parlare genericamente di “giovani di destra”, oppure giocano la carta sporca degli opposti estremismi (anche mesi prima, dopo varie scritte razziste a Trento, avevano riportato come pericoloso precedente gli attacchi… alle sedi della lega e di AN).
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Mentre ignoti sfasciano le vetrine di alcune agenzie immobiliari e incendiano il portone dell’anagrafe, un gruppo di anarchici lunedì scorso volantina in città sulla questione delle case e degli spazi sociali, contro gli sgomberi e la speculazione immobiliare. Al megafono e sui manifesti si spiega cos’è accaduto sabato in piazza. Ad un certo punto passa il capogruppo di AN Pappolla. Un compagno lo avvicina insultandolo per i nazisti veronesi che il suo partito ha chiamato sabato. Il fascista alza le mani per primo e si becca un pugno in faccia. Per i giornali, imbeccati da costui, si è trattato di un pestaggio di sette contro uno, con il fascista preso a calci mentre era già a terra. Foto, ambulanza, lettino d’ospedale, giornalisti accolti in casa sdraiato a letto… il consigliere inscena un patetico spettacolo. Il risultato è un clima di linciaggio. Il portavoce dei Disobbedienti e consigliere comunale di Rifondazione “comunista”, Donatello Baldo, si reca al pronto soccorso per esprimere la sua solidarietà al fascista e definisce “squadristica” l’azione… dei compagni. I “Comunisti” italiani invocano la galera. Vi lasciamo immaginare le posizioni della sinistra più moderata e quelle della destra (il consigliere provinciale di AN dichiara: “Andremo a prenderli uno per uno”). Per il quotidiano locale di centrosinistra i compagni in città sono “una squadraccia che volantina”. L’Unione dei commercianti pretende il pugno di ferro. Il commissario minaccia di massacrarci in piazza e si becca un comizio volante contro di lui, contro la repressione, contro i documenti, comizio piuttosto apprezzato da alcuni immigrati. Il questore di Trento promette arresti e fogli di via, ed annuncia l’arrivo di squadre speciali anticrimine da Napoli. Gli sbirri non hanno mai avuto le mani così libere. Intanto, ignoti bruciano tre auto della Telecom lasciando, a detta dei giornali, un breve volantino contro il capitale e le multinazionali.
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Nessun lamento. Quando per anni si critica radicalmente il potere e tutti i suoi servi, il vecchio mondo fa quadrato per difendersi. Ciò che è imperdonabile per tutti i politici, non è certo la violenza, di cui lo Stato ha il monopolio, bensì la pratica dell’azione diretta e il rifiuto di ogni dialogo con chi sfrutta ed opprime. Se questo è il crimine, siamo tutti criminali.
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Ora per noi è fondamentale parlare in piazza di quello che sta accadendo in città e più in generale degli attacchi alle condizioni di vita di tutti (non ci interessa parlare di noi stessi, bensì difendere idee e pratiche), anche per capire dove finisce l’isolamento politico-mediatico e dove comincia quello sociale. Vorremmo insistere soprattutto sulla lotta al razzismo e sulla solidarietà con gli immigrati. AN ha già annunciato una contro-manifestazione e i fascistelli locali si fregiano di chiamare i loro camerati del Veneto Fronte Skinead, di Bergamo e di altre città.
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Nessuno ci deve togliere la possibilità di parlare.
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alcuni anarchici roveretani
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