A Roma si terrà il processo per i fatti avvenuti il 2 aprile 1998 a Brosso Canavese.
“E’ il giorno dei funerali di Edoardo Massari. Malgrado parenti e amici dell’anarchico abbiamo manifestato il desiderio di una cerimonia privata, senza politici e giornalisti, questi si presentano comunque all’appuntamento. Invitati ad allontanarsi, alcuni di loro seguono il consiglio, ma non tutti. A farne le spese maggiori è Daniele Genco, giornalista che già in passato aveva calunniato Baleno, che si trova sul sagrato della chiesa ad attenderne il cadavere. Genco viene picchiato duramente, finirà in ospedale.”
Il 14 aprile dello stesso anno vengono incriminati dalla procura di Ivrea per lesioni gravi personali Arturo, Andrea e Luca. Ad accusarli è lo stesso Genco, personaggio noto per la falsità dei suoi articoli nei confronti del movimento della zona. Andrea sarà assolto in primo grado, Luca in appello. Arturo subirà l’accanimento di una magistratura di provincia che si è vista sfuggire di mano le prime pagine dei giornali.
Tre compagni scelti nel mucchio, processati per ciò che è stato un gesto collettivo, un gesto di dignità contro l’ennesima prevaricazione di chi si crede impunibile.
Non c’è ragione per cui un giornalista debba essere rispettato, soprattutto se si comporta come un avvoltoio. Costoro servono padroni e potenti, spianano la strada a giudici e politici, ci illudono e ci annientano, presentando la realtà come più aggrada al padrone di turno.
A Brosso l’azione diretta ha dimostrato com’è possibile difendersi dai falsari dell’informazione: basta uscire dal ruolo passivo dello spettacolo che ci è imposto.
Solidarietà con Arturo.
Liberi tutti.
Post Scriptum: Arturo è sempre libero.