1 aprile 2005 COMUNICATO DI TOMBOLINO
Pell’anarchia non esiste rassegnazione, ne ieri, ne oggi, ne mai…
Il 27/07/04 lo stato "deterrente" (che terrorizza creando un nemico interno) parte alla carica e arresta me e altri tre compagni per l’operazione "Cervantes"; le accuse sono la solita ass. sovv. (270) e vari reati specifici (270bis) come per me l’attribuizione della paternità del pacco bomba che fece saltare la mano ad un servo dello stato, ragion per cui viene anche ipotizzato e contestato il reato di strage.
La mia responsabilità viene collegata al ritrovamento di una lettera scritta da me nel periodo che lo stato mi ha tenuto prigioniero nel carcere di Regina Coeli, (12/12/03) perché ritenuto responsabile (secondo loro) di aver pestato un altro servo infiltratosi nel corteo del 04/10/03 a Roma; dopo quattro mesi di reclusione, tre dei quali ai domiciliari, la corte di appello di Roma mi ha assolto.
In questa lettera era rappresentata una mano con qualche dito mozzato e vicino una scritta: "più mani monche"; inoltre hanno trovato altre lettere dove appariva scritto: "più arditi in giro, più dita sparse in giro", scritti da altri inviatomi nello stesso periodo (dicembre 2003).
Questi sono i grandi gravi indizi che dicono di avere per rappresentare la mia colpevolezza e non mi spiego perché, trovandoli in data 20/02/04 durante una perquisizione per droga e armi in casa di mio padre costretto ai domiciliari, mi abbiano arrestato dopo ben cinque mesi!!?
Forse perché le accuse erano ancora in fase di "montaggio"?
Perché anche sapendo che quello voleva essere solo un disegno e nessuna rivendicazione per le dita saltate e per un attacco nei confronti di chi difende anche con molta vigliaccheria il potere, è stato trasformato invece nella principale prova su cui si basa la mia carcerazione?
Dopo l’interrogatorio di garanzia dove mi sono avvalso della facoltà di non rispondere (29/07/04) mi è stato notificato il provvedimento di censura sulla corrispondenza, il 06/08/04 gli avvocati si appellano al tribunale della libertà, ma in un periodo del genere nessuno si prende la responsabilità di ritenere inammissibile il nostro arresto - tengo a precisare che personalmente non ritengo opportuno un arresto per nessuno, che sia colpevole o innocente.
Nel frattempo protesto contro questa ennesima montatura giudiziaria dello stato contro uomini che non accettano le sue regole ribellandosi quotidianamente, con l’unico modo rimastomi: lo sciopero della fame a singhiozzo perché in quel periodo avevo tanti problemi fisici.
Il 10/08/04 arriva "finalmente" il rigetto del tribunale della libertà, - finalmente in quanto l’attesa della speranza di una possibile scarcerazione è una delle peggiori sofferenze inflitte dal carcere.
Dopo qualche giorno decido che forse sia il momento di reagire diversamente e non più autolesionandosi ulteriormente e interrompo lo sciopero; inoltre anche se non coindagata mi vengono bloccati i colloqui con la mia compagna e la mia famiglia e solo dopo cinquanta giorni, il 13/09, finalmente li sbloccano!
Si passa da un’attesa snervante all’altra aspettando le motivazioni del rigetto per così poi poter presentare il ricorso in cassazione, motivazioni che verranno presentate a fine settimana appena qualche giorno prima del tempo massimo (60 giorni). Leggendole ci si rende sempre più conto di quanto tutto questo sia solo una montatura ma nonostante ciò nessuno, né giudici nè p.m, intende prendersi la responsabilità per l’eventuale scarcerazione, essendo tra l’altro piene di parole insignificanti che cercano soltanto un filo conduttore a sostegno di questa fantomatica organizzazione, cadendo spesso in contraddizione con l’ordinanza iniziale a cui si ricollega più volte.
I legali preparano l’istanza per appellarsi in cassazione e la presentano alla corte suprema in data 03/11, nel frattempo fuori la solidarietà nei nostri confronti non si è mai arrestata e spero che mai nessuna repressione esercitata possa farlo!
I primi giorni di novembre a Milano scoppiano vari ordigni e subito dopo arriva veloce la risposta dello stato perquisendo le nostre celle; il mandato farebbe testo a una fantomatica missiva arrivata alla direzione dei 4 carceri dove siamo reclusi e alla ricerca di quant’altro possa valere come rivendicazione. Premetto che in quel periodo ero sottoposto a censura della corrispondenza, comunque i 6 rappresentanti della digos Napoletana si portavano via qualche opuscolo e lettere
Anche i primi di marzo avvengono nelle vicinanze di caserme di Genova e Milano altri episodi, a seguito dei quali il Ministro degli Interni dichiara: "gli anarchici alzano il tiro non più con piccoli ordigni ma con un’autobomba!!!" dopo gli attentati avvenuti in Sardegna nelle vicinanze di un lager di stato.
Ditemi se questo modo di agire da parte delle istituzioni cosa è se non un "deterrente"?
Il 16/12 ho l’opportunità, dopo tanti mesi, di vedere tante facce di amiche compagni/e a Viterbo in occasione di un udienza per un’occupazione, nel 2001, di alcune palazzine disabitate ed abbandonate da anni al degrado in Bagnaia ed è stato veramente uno dei pochi momenti che ricorderò più intensamente in questi mesi anche se il dispiegamento dei cani da guardia è esagerato… anche in questa occasione abbiamo potuto ancora una volta vedere la funzione "deterrente" dello stato.
Questa mia gioia l’ho vissuta anche il 21/1, come ogni qualvolta che vi sapevo fuori le mura di un carcere a gridare la nostra rabbia .
L’1/2/05 viene revocata la censura sulla corrispondenza.
L’8/2 mi arriva l’ennesimo avviso di garanzia dalla procura di Napoli come persona sottoposta ad una indagine per minacce in concorso (art 610-110), con altri appartenenti all’organizzazione eversiva F.a.I /s.i per l’ invio di una missiva al direttore "porcellin" del carcere di Poggioreale dell’11/11/04 con contestuale notifica di presenziare per l’11/02/05 ad un interrogatorio al quale non risponderò
Sinceramente non ho mai cercato di analizzare questa ennesima manovra che penso abbia solo lo scopo di un ulteriore pressione psicologica nei miei confronti, vista anche l’assurdità di questa ulteriore accusa, pressioni a cui io rispondo ridendo .
Però è proprio questo il discorso che voglio affrontare, perché in questi mesi abbiamo dovuto affrontare tanta pressione?
Mi viene da pensare la cosa più semplice che è quella che lor signori (accusa) abbiano pensato ad un nostra possibile rassegnazione facendo il loro gioco con le manovre scaturite dalle loro menti aguzze.
Basterebbe confermare la loro tesi d’accusa consegnata ai magistrati dai miseri digossini e ros che hanno avuto il loro bel da fare per montare intercettazioni e riuscendo a far diventare rivendicazione un disegno .
È bello poter essere sicuri che nella lotta anarchica di fronte a tanta violenza da parte dello stato in passato come in futuro, nessuno di noi si rassegni!!!!!!!!
Nei mesi passati non ho perso lo spirito ribelle e mai ho abbassato la "china" di fronte alle loro mille provocazioni o umiliazioni, sinceramente anche se recluso, non mi sento impotente e a modo mio come è giusto che sia continuo a lottare con i miei metodi che prevedono anche la solidarietà per i detenuti come me… mai ho girato la testa dall’altra parte di fronte a una discussione tra guardia e detenuto, purtroppo mi sono reso conto che molti lo fanno e mi chiedono il motivo per cui io non lo faccio.
Beh è facile per chi mi conosce immaginarlo, ma per chi non mi conosce sappiate che per me l’egoismo è una di quelle cose che il potere inculca nella maggior parte delle persone per mantenere inalterata la forza degli oppressori sugli oppressi.
All’inizio di questa esperienza pensavo di trovare più voglia da parte di tutti i detenuti di lottare per garantirci almeno condizioni migliori, invece ora mi rendo conto di quanto una legge illusoria come la Gozzini possa placare la rabbia feroce e le varie situazioni che si vennero a creare negli anni settanta, ottanta tra i detenuti pronti a tutto pur di ottenere un miserabile miglioramento.
Purtroppo anche con le chiacchierate che mi faccio con gli altri detenuti è difficile analizzare e approfondire anche discorsi e questo mi fa molto male ed è la mia sofferenza più grande…ma penso che tutti condividano l’idea che uno dei metodi "frustranti"del carcere sia quello di isolare determinati soggetti da altri "ribellosi".
Vi assicuro che l’isolamento non lo determina nessun muro né sbarra ma bensì esso è determinato dall’impossibilità affrontare discorsi in cui si crede.
Marzo è un mese che ho aspettato con molta fiducia e speranza per la cassazione fissata dopo quattro mesi per il quattro marzo però invece nella stessa giornata i miei carcerieri mi comunicano la scomparsa di mio padre avvenuta in data 03 03 05 .
Penso che la morte di qualcuno a cui si vuole bene è pesante da accettare, ancora di più è resistere alla buffa situazione che si era venuta a creare nella mia cella, dove i miei carcerieri hanno provato ad abbozzare un poco di parole confortanti zittiti dalla mia espressione di rabbia soprattutto nei loro confronti e uscendosene immediatamente dalla cella: buffoni!
Il 05 03 vengo tradotto nella chiesa del mio paese per partecipare all’ultimo saluto a mio padre dove oltre alla splendida cornice dei compagni accorsi per sostenermi anche in questa situazione difficile, trovo purtroppo una situazione raccapricciante con la presenza di tanta sbirraglia. Penso che non è come avrebbe voluto lui! Come al solito le guardie si danno da fare per la riuscita della classica commedia :creare quella "paura" di fronte a un pericoloso terrorista. Terrorista per me è lo stato che cerca di accentuare qualsiasi episodio che sia di matrice anarchica, musulmana, o una che vada ad attaccare organi facenti parte di esso,condannando poi i presunti responsabili ad anni di galera.
Nei giorni successivi vengo a sapere l’esito negativo della cassazione.
Rivendico il mio essere anarchico e condanno qualsiasi processo inflitto dallo stato borghese.
Chiunque si contrapponga al potere borghese di stato anche solo con le idee sa che si potrà trovare al posto nostro di oggi … ma di certo questo non rappresenterà mai la nostra sconfitta!!!Anche se nella loro giustizia non ho fiducia e non ci credo, non rifiuterò mai la mia difesa fino a quando non ci sarà più nessuna possibilità di essere nuovamente libero, e presenzierò a qualunque udienza a mio carico ignorando chi mi giudica e sorridendo ai miei compagni.
Esprimo tutta la mia solidarietà a chiunque si ribella a ciò che c’è di opprimente, alle migliaia di detenuti/e sparsi nelle infinite galere di stato. Spero di vedervi tutti/e in aula a Viterbo il 29/04 per continuare a dichiarare il nostro affronto al nostro oppressore, vi saluto con un pugno chiuso e una mano aperta fieramente!!
Tombolino
Mi farebbe piacere che questo mio comunicato girasse il più possibile e soprattutto arrivasse a tutti/e i/le compagni/e detenuti/e
Marco Ferruzzi
via Nuova Poggioreale 170
c.c Poggioreale sez.Venezia
Napoli