Enunciazione dei motivi che hanno indotto il detenuto Michele Pontillo ad intraprendere uno sciopero della fame di protesta e solidarietà nella casa circondariale di Livorno.
Che dire dei mali che l’Uomo subisce dall’uomo come la povertà, la prigionia, l’infamia, la tortura, le insidie, il tradimento, le ingiurie, i processi?
Non era forse Hobbes che parlava di Homo hominis lupus?
E’ Pura follia, non vi è dubbio. Il 27 maggio 2005 vengono arrestati a Bologna sette
Anarchici con l’incredibile accusa di formare un’ associazione sovversiva con finalità eversiva dell’ordine democratico applicando l’articolo inventato dallo Stato durante il periodo cosiddetto emergenziale fine anni ’70.
Il potente Stato con le sue impalcature normative, giudiziarie, disciplinari, ausiliato dall’inviso apparato repressivo composto da migliaia di sciocchi mercenari teme che sette fragili individui possano minacciare, anche lontanamente, il suo indissolubile potere.
Non è anche questa follia?
Lo stato mostra i muscoli. Incapace di risolvere i tanti e gravi problemi che turbano e immiseriscono la popolazione s’inventa il nemico, lo produce, gli fa indossare la pelle del leone e gli da’ la caccia. E’ noto il proverbio secondo cui quando qualcosa non esiste il miglior sistema è fingere che ci sia.
Non è forse vero che oggi, quasi come ieri, non si sta utilizzando la stanchezza democratica, la nausea di fronte al nulla, lo sconcerto di fronte al disordine come avallo di una nuova situazione storica di eccezione che richiede un nuovo autoritarismo persuasivo e dissuasivo, unificatore della cittadinanza in clienti e consumatori di un sistema, un mercato, una repressione centralizzata?
Ecco che lo Stato si adopera proficuamente per costruire I clienti del proprio sistema repressivo, del carcere, dei dispositivi di controllo e vigilanza mettendo gabbie là dove ci dovrebbe essere solamente libertà.
Ma chi sono questi eversori duramente criminalizzati dallo Stato?
Semplici appartenenti a quei settori della Società penalizzati dalla precarizzazione salariale, dalla disoccupazione strutturale e dal disagio sociale con in testa e nel cuore una bellissima idea: l’ Anarchia.
In modo particolare Lucia RIPPA, madre di due adolescenti e costretta, nella ricca Italia berlusconiana, a svolgere ben due lavori per assicurare vita e dignità ai propri figli ed assistere il marito da nove anni rinchiuso nei GULAG occidentali.
Ecco la forza dello Stato messa a nudo!
Vigliaccamente si accanisce contro i più deboli ed indifesi, con chi con difficoltà riesce a procurarsi i mezzi di sostentamento della vita e che non ha certo tempo per dedicarsi a ridicole cospirazioni.
Legulei, ministri, procuratori, inquirenti de inquisitori, con la loro voce asinina ragliano soddisfazione e si compiacciono dalla loro epica impresa.
Congratulazioni!
Avete arrestato una pericolosa mamma lavoratrice.
Wiliam Faulkner docet allorchè scrisse che proprio a chi non ha fatto niente si può accollare qualsiasi cosa.
Sarà dunque vero che la vita umana non è altro che un gioco della follia?
Lasciamole dunque la parola, aquesta imperante follia.
Di fronte a questo ennesimo atto di prepotenza e di lapidaria ingiustizia annuncio che dal 7 giugno 2005 inizierò lo sciopero della fame ad oltranza fino a quando la costruzione fantastica contro la mia adorata moglie Lucia Rippa ed i suoi altrettanto fantastici complici non sarà riportata alla realtà delle cose con l’unica ed attesa conseguenza di vederla libera e nuovamente dedita alla cura dei suoi figli.
Questo mio atto è particolarmente “dedicato” all’ esimio dottor Enrico Di Nicola, procuratore capo della dotta, grassa e colta Bologna che ha probabilmente scambiato la realtà con l’onirico.
Il mio atto di protesta pacifico è altresì diretto ad attirare l’attenzione sulla mostruosità dei reati associativi così come attualmente peìartoriti dal nostro Codice sanziatorio e secondo cui l’effimero, l’inqualificabile o l’etreo diventano macigni granitici del niente.
Chiedo alla mia Classe, al Proletariato italiano ed internazionale che restauri la Solidarietà di base, recuperi l’unita di Classe ed espella dalle sue procedure i valori imposti da pensiero neo-liberista ovvero competitività, territorializzazione, gerarchia, falsa morale, sostituendoli con il mutuo appoggio, l’azione diretta e la pratica.
Michele Pontillo
c/o Casa Circondariale
Via delle Macchie 9
57124 Livorno