Sulla situazione di Francesco Gioia
Ricordiamo che Francesco è stato arrestato l'11 maggio a Barcellona durante un'operazione congiunta del ROS (sezione operativa speciale dei Carabinieri) di Pisa e della brigata antiterrorismo della polizia spagnola (operazione condotta tramite Europol). Francesco è incarcerato a Madrid in attesa dell'estradizione che sarà stabilita durante l'udienza preliminare prevista per il 21 ottobre. Essendo sotto inchiesta per associazione sovversiva e appartenenza alle COR (cellule di offensiva rivoluzionaria), che hanno rivendicato una serie di azioni incendiarie e minacce a partire dall'estate del 2003 a Pisa, Roma e Milano, dal 7 agosto del 2004 è entrato in clandestinità.
Francesco non è stato condannato per alcun reato, dal momento che gli arresti spiccati contro di lui erano cautelari e che la detenzione in Spagna è il risultato di un'indagine e non di una condanna definitiva.
A Soto del Real è entrato in contatto con altri prigionieri politici (tra cui un altro anarchico imprigionato dal 2003, alcuni comunisti del PCE e dei prigionieri baschi). Supponiamo che la perquisizione straordinaria messa in atto nel modulo 7 contro i prigionieri anarchici e del PCE sia stata causata dai numerosi atti di solidarietà verso Francesco realizzati in diverse città e concretamente a Barcellona.
In un primo momento la perquisizione non ha avuto altre conseguenze. Ma nel giro di un giorno Francesco è stato spostato nel modulo 4 dove non ci sono prigionieri politici (si sono accaniti con lui sebbene non domini la lingua e lo hanno privato dell'unico legame politico che manteneva nel carcere), qui gli hanno fatto dividere la cella con un altro prigioniero. Dopo una notte ha denunciato questa situazione e la risposta dei funzionari è stata l'isolamento. Al momento non sappiamo quale sia la situazione di Francesco. L'ultima notizia che abbiamo ricevuto su di lui ci è stata riferita dagli altri prigionieri del modulo 7 che lo hanno visto portare via in un'altra area del carcere da 7 agenti.
Temiamo che stiano facendo pressione sul nostro compagno per giustificare l'applicazione del primo grado di preventivo articolo 10. Si può supporre che le sue ore d'aria siano state ridotte a 3 e c'è la possibilità che sia trasferito in un altro carcere. Non sanno come fermare le azioni di solidarietà che stanno avvenendo in diverse località e hanno deciso di farne pagare le conseguenze a coloro che sono direttamente alla loro mercede.
La repressione mira a tutti quelli/e che non si rassegnano alla miseria alla quale siamo condannati, vorrebbe soffocare ogni grido di libertà da qualunque parte provenga. La fortezza Europa rafforza le sue frontiere senza scordarsi dei suoi nemici interni. La stampa diffonde il terrore e la repressione punta alla dissidenza.
La solidarietà è il delitto che non ci stancheremo di commettere.
Ora più che mai dobbiamo proseguire con la nostra lotta quotidiana.
Solidarietà rivoluzionaria su tutti i fronti
Libertà per i prigionieri/e. Abbattimento delle carceri