In data 6 ottobre inizierà a Viterbo il processo contro alcuni compagni per un presidio di solidarietà non autorizzato svoltosi nella primavera del 2003 di fronte al carcere di Mammagialla a Viterbo.
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Saranno presenti in aula, tra gli altri, accusati di radunata sediziosa e danneggiamento, anche Simone, Stefano, Massimo e Tittarello, imputati in altro procedimento penale, quello dell'Operazione Cervantes, per il quale stanno subendo, ormai da mesi, una carcerazione preventiva. Procedimento, questo, che merita forse due note di aggiornamento: avviato dai magistrati nell'estate del 2003 in seguito ad una esplosione presso l' istituto spagnolo " Cervantes " a Roma, attacco rivendicato dalle Cellule contro Capitale Carcere i suoi Carcerieri e le sue Celle, ha portato ai primi quattro arresti per associazione sovversiva con finalità di terrorismo il 27 luglio '04, quando venivano appunto tratti in arresto Sergio,
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Simone, Tittarello e Tombolino, tutti accusati oltre che del reato associativo, anche di vari e differenti attacchi contro il dominio. Lo stesso giorno numerosi tra compagni e compagne subirono perquisizioni e vennero raggiunti da avvisi di garanzia per il reato di 270 bis.
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Quest' ultimo 26 maggio vengono rese esecutive ulteriori cinque custodie cautelari firmate dallo stesso giudice che emette anche circa una ventina di
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avvisi di garanzia.
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Massimo, Stefano, Claudia, Danilo e Valentina vengono tradotti in varie prigioni di Stato. Poichè le custodie cautelari per reati terrorismo hanno durata di un anno con la possibilità di proroga il 27 luglio, con le indagini ancora aperte, Tombolino, Simone e Titto vengono raggiunti in carcere dalla notifica di proroga di 2 mesi di custodia cautelare. Sergio pochi mesi prima aveva ottenuto i domiciliari poi tramutati in obbligo di firma giornaliero e obbligo di dimora nel comune di Roma ( misura restrittiva revocata successivamente).
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Il 29 luglio il Tribunale di Roma chiude le indagini per gli otto prigionieri più Sergio e nei giorni che seguono fissa per il 26 settembre la data per l'udienza preliminare.
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Per tutti/e gli/le altri/e le indagini restano aperte.
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Ieri, 26 settembre 2005, si è dunque svolta l'udienza preliminare per i nove compagni anarchici. Iniziata alle dieci circa del mattino ha visto la presenza in aula di tutti i nove imputati che hanno così avuto modo di vedersi e comunicare.
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Il dibattimento, durato fino a sera, si è svolto con l'alternarsi degli interventi di PM e difensori che hanno respinto le accuse mosse ai/alle compagni/e sostenendo la natura politica del processo.
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Tutti sono stati rinviati a giudizio: la prima udienza del processo si terrà il 30 novembre prossimo pressola prima Corte d'Assise del Tribunale di Roma.
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Alcuni/e compagni/e hanno atteso l'esito di questa udienza all'interno del Palazzo di "Giustizia", assediato da Polizia e Carabinieri che non hanno perso occasione per tenere alto il clima di tensione creato da Stato e giornali intorno a vicende di questo tipo.
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Il PM Vitello e la GUP Ciriaco scortatissimi, l'ingresso e i corridoi presidiati in maniera massiccia.
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Anche i giornalisti sono presenti, stanno a debita distanza e, pur non potendo entrare in aula, ricevono le veline dagli inquirenti oggi pubblicate fedelmente sui quotidiani.
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L'udienza si è svolta a porte chiuse ed è durata fino alle ore 19:00 quando la GUP ha emesso il verdetto.
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Oltre lo scontato rinvio a giudizio per tutti, si è riservata di decidere sugli arresti domiciliari, avendo il PM dato parere favorevole, per tutti i detenuti tranne Massimo, Valentina e Danilo. Il primo perchè ritenuto dagli inquirenti il "leader degli anarco-insurrezionalisti" e gli altri due per il pericolo di reiterazione di reato in base ad un episodio contestatogli.
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Si avrà una risposta entro i prossimi cinque giorni. A Sergio resta l' obbligo di firma quotidiano.
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Sta per prendere così l'avvio uno dei diversi processi che vedrà come imputati gli anarchici con l'accusa, oltre che di fatti specifici, di associazione sovversiva.
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Ormai quasi tutte le procure d'Italia stanno aprendo indagini con base reati associativi ed uso indiscriminato delle intercettazioni telefoniche o ambientali, non solo contro gli anarchici ma per chiunque sia accusato di reati che diano spazio ad ulteriori carichi penali o contro chiunque contesti l'attuale esistente. Tutto ciò garantisce visibilità mediatica a procure e PM, richieste di pene detentive sempre più elevate, pressante allarme sociale che favorisce il clima di paura e la continua richiesta di sicurezza.
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Sotto le direttive del ministro Pisanu diversi magistrati tentano di condannare gli anarchici per associazione sovversiva formulando così il precedente necessario per ulteriori condanne, tentano di iscrivere la rivolta determinata e spontanea di decine di individui nel registro degli indagati, tentano di dividere e intimorire perchè nessuno,ma proprio nessuno, si alzi in piedi e li accusi a voce alta di ciò che lo Stato e questa società palesemente sono: terroristi e assassini, guerrafondai e razzisti, distruttori di vita, terra e uomini.
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All'imbrunire i compagni escono nei blindati e li raggiunge un caloroso e rumoroso saluto.
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Ci saremo ancora al loro fianco, come siamo al fianco di coloro che combattono quotidianamente rassegnazione e omologazione, al fianco di sfruttati, clandestini e ribelli.
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Contro l'isolamento e per solidarizzare con i compagni saremo presenti in aula il 6 ottobre alle 9:00 presso il Tribunale di Viterbo, sito in via Falcone e Borsellino (di fronte all'Università).
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Anarchici e anarchiche
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