...e quasi un anno è passato!
La quarta udienza del processo, riguardante l’ Operazione Nottetempo, non ha apportato significativi cambiamenti all’attuale situazione dei ragazzi imputati. La Corte si è limitata, ancora una volta, ad acquisire atti per l’inchiesta e vagliare le querele mosse contro di loro.
L’istanza di revoca degli arresti domiciliari per Marina è stata respinta, come pure non è stata accolta la richiesta del PM di tramutarli in carcerazione e intanto la Cassazione, tenutasi a Roma il 18 aprile 2006, ha accolto il ricorso del PM esercitato contro la sentenza del Tribunale delle Libertà che concesse, nell’agosto 2005, la libertà vigilata per Annalisa; pertanto, salvo ulteriori ricorsi della difesa, Annalisa deve ritornare agli arresti domiciliari.
Saverio e Salvatore, continuano ad essere trasferiti ai carceri di provenienza (Sulmona e Voghera) al termine di ogni udienza. Nonostante le reiterate richieste, pare che la Corte non possa (o non voglia ) interferire con le disposizioni dell’amministrazione penitenziaria.
Per venire incontro alle esigenza del PM, che aveva improrogabili impegni, l’inizio delle prossime due udienze, del 2 e 5 maggio 2006, è stato rimandato alle 15,30 facendo cosi slittare l’acquisizione delle testimonianze al 19 maggio…e un anno, dall’inizio di questa brutta storia, sarà passato con gli amici in carcere o ai domiciliari, tante chiacchiere e abusi di potere e poca sostanza.
La solidarietà e la partecipazione alle udienze è sempre molto numerosa e calorosa e questo pare infastidire molto i signori della Procura e della Questura che si vendicano, non appena possono, con i loro mezzi: dopo l’imputazione per propaganda sovversiva accollata a numerosi compagni che giravano per strada con un volantino o una rivista, è ora stata notificata una esosa multa per un volantinaggio con breve blocco del traffico (dieci minuti appena) nei pressi del Tribunale, a seguito della prima udienza di questo processo.
Ci rendiamo conto che è l’alienazione e la nevrosi dei repressori locali a provocare questo grottesco “sparare a zero” su qualsiasi cosa si muova in città e abbia parvenza anarchica…
Tuttavia la solidarietà non cessa anzi si moltiplica e ciò rappresenta per noi una fonte inesauribile di gioia e complicità da ogni luogo essa provenga.
L'ECO DEL SALENTO
Lecce, 22 aprile 2006