Ci risiamo. La questura di Torino vorrebbe toglierci un'altra amica, un'altra compagna. Già da qualche giorno avrete visto noi o i nostri manifesti in piazza, per strada, sui muri. Dicevano: "Giù le mani dalla bulgara! Giù le mani dai clandestini!". Sotto questo slogan abbiamo parlato degli stranieri, tra cui la nostra amica Labul Gara, che ogni giorno rischiano la deportazione dall'Italia per non avere in tasca il foglio giusto, il foglio che dica chi sono.
Ma non è necessario essere stranieri per essere cacciati da Torino, basta avere la voce per gridare contro le galere, contro le espulsioni, il cuore per combattere chi le rende possibili. Evelin ha ricevuto un foglio di via firmato dal dott. Berrettoni in persona, signor questore di Torino. Per due anni non potrà entrare in questa città, non potrà stare vicino a chi e cosa le garba. Perché partecipa "attivamente alle iniziative pubbliche contro il carcere, la repressione, la solidarietà ai migranti e contro i C.P.T." Testuali parole.
Espulsioni per gli indesiderabili stranieri e fogli di via per gli indesiderabili italiani. Due lati della stessa medaglia: provvedimenti repressivi che mirano a spezzare i rapporti personali, sociali, veri, sulla base di concetti arbitrari come residenza, nazionalità, contratto di lavoro.
Non siamo mai riusciti a stare con le mani in mano di fronte a cancelli che rinchiudono, frontiere che separano, a sperare che non tocchi mai anche a noi essere tra gli indesiderabili, tra i rinchiusi, tra gli espulsi. Non riusciremo a starci ora, che sono in gioco due nostre amiche.
La nostra legge è la libertà
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Tanti sono i motivi per cui lottare ogni giorno contro questo stato di cose, contro le sue gabbie, le sue frontiere e le sue espulsioni. Adesso ne abbiamo uno in più.