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2001-04-11

Relazioni pericolose

Periodicamente accade di dover segnalare delle pratiche repressive già note, ma sulle quali si rischia, col passar del tempo, di farsi sorprendere con la guardia abbassata.
Senza voler alimentare forme eccessive di paranoia o prudenza che già non siano ben radicate e motivate, dobbiamo battere il chiodo sulle forme di controllo e di repressione, anzi, su un loro aspetto particolare ed endemico; se ormai non ci sorprendono più le cimici in casa, la registrazione delle telefonate, le fotografie, con le microcamere installate davanti alle nostre case e luoghi, i pedinamenti, questo del contatto diretto e della delazione è un metodo di ‘recente’ applicazione, che molti forse si trovano ad affrontare per la prima volta.
I fatti sono avvenuti, con modalità diverse, in numerose città, e riguardano sia la Polizia che i Carabinieri: diversi anarchici, soprattutto persone giovani, interessate a varie attività ma non schedate poliziescamente come ‘partecipanti o militanti di vecchia data’ vengono convocate (questura o caserma) con inviti vaghi o informali (in un caso anche diretti e ufficiosi); costoro si ritrovano in tali luoghi e si rendono conto che in realtà non ci si trova a dire nulla in particolare ma semplicemente a parlare.
Succede semplicemente che le forze dell’ordine cercano di capire un po’ con chi hanno a che fare: tastano il polso alle persone, realizzano chi è più portato a parlare (ma anche a indignarsi, a protestare, a fare scena muta) e chi no. Anche dal diniego verso alcune domande ricavano informazioni utili sui legami personali (dati che possono utilizzare un domani per creare dal nulla fantomatiche costruzioni giudiziarie come l’inchiesta / processo Marini), sui contrasti, sulle frequentazioni, valutano se piazzando una cimice da questo piuttosto che da quell’altro otterrebbero più informazioni…
Naturalmente è una buona occasione per intimidire, per spaventare.
Comunque anche solo dal fatto che alcuni abbiano seguito l’invito (non obbligatorio in alcun caso, da quanto ne sappiamo) di presentarsi, gli sbirri hanno tratto utili informazioni. Ad esempio che c’è chi si ritrova sprovvisto delle più elementari nozioni utili ad affrontare la situazione anche dal punto di vista legale, non avendone evidentemente parlato coi propri amici o compagni (che avrebbero probabilmente fornito altre indicazioni) o avendolo fatto solo dopo averne parlato con l’avvocato (che fornisce esclusivamente pareri tecnici, che vanno però inevitabilmente elaborati con la propria testa anche nel caso dei cosiddetti “avvocati di movimento”).
Cerchiamo di capirci bene: non ci sono state ‘proposte dirette’ di delazioni, ma il senso dell’operazione è questo: la delazione, soprattutto indiretta, verificare le possibilità di collaborazione e raccogliere informazioni tese anche solo a schedare a 360° le persone. A conoscere l’altrui giro d’amicizie e inimicizie, a capire con chi si è legati e con chi si è in disaccordo.
Magari se ne approfitta per seminare un po’ zizzania, per diffondere false notizie (magari proprio su altri che sono andati lì ed hanno ‘parlato’), per legittimare falsità nei verbali di altre indagini riguardanti altre persone (come hanno fatto negli ultimi anni, certi del fatto che vi è chi considera indiscutibili eventi e parole descritte nei verbali e nelle intercettazioni).
Niente di ufficiale e magari di legale per le varie polizie, ma d’altronde nessuno è stato costretto ad andare da costoro, e tutte le informazioni sono sempre utilizzabili e per scopi di vario calibro.
A Torino invece c’è stato un contatto diretto e una richiesta diretta di informazioni (banali), motivate con un possibile scambio di favori riguardo ad una testimonianza di un processo: contatto diretto senza frutto, naturalmente.
Di fronte a fatti del genere ci teniamo a riproporre alcuni indispensabili indicazioni:
- Non si è praticamente MAI obbligati a recarsi in Questura o caserma, a meno che non lo stiano facendo loro di forza.
- La prima cosa da fare è parlare SUBITO coi propri affini prima ancora che con gli avvocati. Nel caso in cui, si decida di presentarsi alla convocazione ci si va con l’avvocato.
- Non esistono questioni private o personali con alcun tipo di polizie: telefonate, inviti a voce o peggio ancora rapporti personali (“a tu per tu”): ogni volta che uno sbirro dice ‘se fosse per me’ o ‘io la penso come te’, o anche solo che parla del più e del meno, sta applicando una tecnica vecchia e banale che mira solo a stabilire un contatto. Costoro mentono per mestiere, per soldi. Non ci possono essere contatti sani di nessun tipo con costoro: è tutto buono per loro ed è tutto a vostro (e altrui) pericolo. Insomma, non esistono sbirri buoni o che ti fanno favori (o che agiscono neutralmente).
E, ricordiamo, anche parlare con i giornalisti può sortire effetti deleteri e incontrollabili.
Smascherare queste porcate è utile e necessario così come contrastare le più brutali e usuali forme di repressione.

ANARCHICI CONTRO LA REPRESSIONE