CAGLIARI 20 Febbraio 2002
Ritrovata tre giorni fa
nella sede di un noto circolo cagliaritano di area anarco-comunista-indipendentista
(ERSU) una splendida telecamerina digitale delle dimensioni di 1 dado, con obiettivo
grandangolare, e trasmettitore radio in bassa frequenza. Valore presunto decine
di milioni di lire; presunto perchè fuori commercio.
Ritrovata accesa, c'è da immaginare che qualcuno stesse godendo dello spettacolo
di riprendere le immagini del circolo 24 ore su 24, trasformando così i frequentatori
dello stesso in attori simili a quelli del grande fratello.
In un periodo in cui le classi meno protette lamentano i tagli alla spesa pubblica,
c'è quindi da gioire per tanto impegno da parte del Ministero degli Interni
nello spendere cifre e lavoro (quanti saranno di turno di fronte alle immagini?
quanti sbobineranno?) in simili coglionate.
Accortisi di essere stati beccati, i proprietari del gioellino tecnologico si sono precipitati per riavere indietro il giocattolo, ma senza nessuna autorizzazione come, probabilmente, non ce l'avevano per introdurla in casa altrui. Tentandosela con scarso successo, perchè i ragazzi del circolo non si sono lasciati prendere alla sprovvista, hanno quindi ammesso di aver evaso la legge che loro stessi dicono di far rispettare.
E' importante far girare la notizia
Cagliari 14-15 febbraio 2002
In via Sardegna 130 a
Cagliari, giovedì 14 febbraio, casualmente è stata scoperta, celata dietro il
perlinato (rivestimento in legno delle pareti), una apparecchiatura consistente
in: una microcamera autofocus digitale, composta da un obbiettivo, un trasformatore
da 10-12,5V ed un trasmettitore. Insospettiti da questo rinvenimento, abbiamo
operato una bonifica della sala (ovvero smontato pezzo per pezzo il perlinato)
e individuato due microfoni, uno dei quali era nascosto ad arte dietro la scatola
del salvavita, mentre l'altro all'interno di una presa elettrica, ambedue funzionanti
con lo stesso tipo di circuito elettrico.
Venerdì 15 febbraio verso le ore 15, cinque individui qualificatisi come appartenenti
alla D.I.G.O.S., accompagnati da due volanti della polizia, irrompendo ed esigendo
l'esibizione dei documenti di identificazione, chiedevano insistentemente la
restituzione del materiale ritrovato. Al rifiuto di restituirglielo e alla richiesta
dei compagni di un eventuale mandato (al fine di appurare se questa azione di
spionaggio fosse autorizzata dalla magistratura o meno), rispondevano di non
avere nessuna autorizzazione scritta ma soltanto verbale. I poliziotti che invadevano
i locali, dopo un vivace diverbio venivano allontanati in maniera decisa.
I suddetti ritrovamenti sono stati documentati tramite foto e video (nella loro collocazione originaria), in modo da avere una immediata testimonianza e di non dare ai prodi tutori della legge l'occasione di smentire tutto. Non è la prima volta che il C.D.A. Fraria è nel mirino degli apparati repressivi, infatti numerose sono le inchieste nei confronti delle persone che lo frequentano ed è anche plausibile che le medesime tecniche di spionaggio, che violano il privato degli individui, siano o possano essere state adottate nelle case dei compagni\e.
A conferma di ciò, un avvenimento accaduto nell'abitazione di alcuni compagni, venerdì 21 dicembre scorso alle ore 10,20 uno dei compagni in attesa che la sua compagna rincasasse, quindi rimasto solo in casa, avverte dei rumori provenienti dalla porta e vi si precipita, scoprendo che due individui, un uomo ed una donna dall?aspetto giovanile, tentavano furtivamente di introdursi nell?abitazione. Ci troviamo di fronte all'ennesima provocazione da parte delle forze dell?ordine: ai pedinamenti, alle perquisizioni, alla continua richiesta di documenti e al controllo capillare del territorio, si aggiungono questi sofisticati metodi di controllo. Quello che vogliono è il controllo delle nostre menti, delle nostre personalità e dei nostri corpi, il tentativo di bloccare preventivamente chi si pone al di fuori dei meccanismi istituzionali autorganizzando i propri percorsi di lotta. Evidentemente siamo di disturbo rispetto al tentativo di omologazione e subordinazione delle coscienze, cui loro aspirerebbero per il completo indottrinamento del nostro essere.
Venerdì ore 16 Ersu via Trentino ASSEMBLEA APERTA Non intendiamo lasciarci intimidire e proseguiamo nel nostro percorso di LOTTA E LIBERTA' FRARIA Via Sardegna 130 migrantes@virgilio.it
LE
APPARECCHIATURA RITROVATE A CAGLIARI:
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E INOLTRE A TERAMO...
TERAMO LOSCHI FIGURI CI SPIANO
Da circa un mese esiste nella città di Teramo il laboratorio anarchico "La ramaccia". Nato dall'esigenza di alcuni/e compagni/e di confrontarsi e di rendere il più continuo possibile la propria ostilità verso una società che proprio sul compromesso e sull' aconflittualità sociale basa la sua misera esistenza, il laboratorio diviene da subito un archivio con materiale rivoluzionario e una distribuzione anarchica. Prende parte a iniziative contro il carcere e le istituzioni totali e soprattutto si lancia in modo chiaro nella lotta contro il terzo traforo del Gran Sasso. Autogestione della lotta, nessuna mediazione con le istituzioni, azione diretta sono parole che iniziano a prendere forma e a riscuotere l'interesse di alcune persone che si avvicinano alla Ramaccia. Quello che per noi è solo un piccolo passo verso la distruzione totale di ogni oppressione sociale edi ogni autorità, riscuote un enorme interesse da parte di alcuni loschi figuri: magistrati e sbirri vari.
Così nei
giorni scorsi scopriamo che:
-Domenica 10/02/02: uno strano aggeggio, che somiglia tanto ad una telecamera,
viene notato su un palo della luce di fronte ai locali del laboratorio. Scoperto
scomparirà nel giro di due ore.
-Martedì 12/02/02: all'interno del laboratorio viene trovata una microspia,
dentro una presa di corrente.
-Mercoledì13/02/02: altre due microspie vengono trovate nell'abitazione di
un compagno e di una compagna che vivono sulla costa teramana. Questo è quanto.
Niente commiserazione, niente vittimismi. L'installazione di microfoni e telecamere contro di noi è solo il segno della preoccupazione che lo Stato dimostra verso chi, desideroso di riprendersi la pienezza della propria vita, lotta senza ipocrisie o vantaggi elettorali al fianco di ogni sfruttato/a. Non ci interessa lamentare la mancanza di democrazia, anzi vogliamo, propro attraverso questo caso specifico, ribadire la natura repressiva del regime democratico in ogni suo aspetto. Il tutto è molto semplice, non appena si esce dal teatrino spettacolare della politica e dai limiti, imposti da chi si vuole padrone delle nostre vite, la la democrazia, guardiana delle grandi ricchezze, minaccia e punisce. Evidenti, inoltre, sono le menzogne di politici e mass-media sulle libertà di cui dovremmo godere. Libertà che ha solo chi comanda, al resto degli individui non resta che violenza e repressione quotidiana: violenza di una vita venduta per un salario, spesa in attività nocive che sopportiamo tutt'al più con la rassegnata abitudine spacciata per necessità; violenza di un'educazione che reprime i sentimenti e le sensazioni più spontanee e abitua alla necessità che qualcuno decida per noi; violenza dei politici che pretendono di decidere per le nostre vite, che recitano a chi più è interessato al nostro bene, difendendo sulla nostra pelle poltrone e interessi economici; violenza della distruzione ambientale, dell'avvelenamento continuo di aria, cibo e acqua; violenza della tecnologia, che con la scusa del progresso e della sua necessità, spia ogni singolo momento della nostra esistenza. Democrazia è tutto questo e chiedere il rispetto delle regole o invocarne il miglioramento non significa altro che riconoscere la sua logica nemica della libertà. Noi vogliamo tutt'altro: distruggere questa immensa gabbia in cui siamo costretti . A tutti i gestori e difensori di questa società di morte non riserviamo che il nostro odio. Non saranno certo orecchie o occhi tecnologici a farci ricredere sulla necessità di eliminare sfruttatori e opportunisti dalle nostre vite. La scelta è obbligata: o trascinarsi come marionette in una sopravvivenza sempre più determinata o dire basta e ribellarsi per farla finita, una volta per tutte, con questi loschi figuri, terroristi delle nostre vite. Sempre saremo al fianco di ogni uomo e di ogni donna in lotta per una vita finalmente libera.
PER LA
RIVOLTA
ALCUNI ALLEGRI
BRIGANTI