Testata: Zeri i popullit, 20.6.97, pagg.2-3
Titolo: L'intervento del leader del Ps Fatos Nano all'incontro di ieri al palazzo dei congressi
"Noi porremo fine al caos e alla crisi economica e realizzeremo presto la stabilità macroeconomica, avviando il Paese sulla strada della crescita economica e della integrazione totale nell'Unione europea secondo gli standard internazionali. Il nostro motto sarà: «Un'economia stabile, solidale, aperta e dinamica».
(....) La maggior parte degli albanesi ha puntato l'attenzione sull'opposizione progressista e sulla sua forza principale, il partito socialista. A nome dei socialisti albanesi esprimo la riconoscenza per la fiducia dimostrata verso il Ps e verso l'opposizione progressista. Affronteremo con dignità e grande responsabilità il dovere storico di governare il paese in questi momenti difficilissimi (...). Ricostruiremo un'Albania normale per tutti gli albanesi, un'Albania dove regneranno solo la legge e la giustizia, dove ciascuno si sentirà al sicuro nel suo lavoro, nella sua proprietà libera e con dignità, all'interno di un'Albania europea. L'aspirazione degli albanesi ad una società normale si realizzerà solo grazie alle forze politiche autenticamente democratiche che conquisteranno il potere con libere elezioni. La nuova politica non potrà avere niente in comune con i voti rubati, con le intenzioni autoritarie di ottenere il potere ad ogni costo, con la pratica del partito-stato e dell'uomo-stato, con le divisioni politiche e territoriali, con la corruzione e il nepotismo, con le finanziarie piramidali e con tutto ciò che è stato fatto in questi 5 anni.
(...) Noi siamo per una coalizione di governo tra le forze politiche, comprese quelle di centro e di centro-destra, che hanno l'appoggio reale da parte dell'elettorato. Siamo per una coalizione effettiva e non fittizia. Non ci riferiamo solo alla coalizione governativa, ma anche ai rapporti di collaborazione tra chi governa e chi sta all'opposizione, secondo la formula: governo aperto - opposizione costruttiva. Il ruolo di controllo dell'opposizione è vitale per il normale funzionamento di un paese.
(...) Vogliamo realizzare realmente uno stato dove vengano applicate le leggi. La ricostruzione dello stato e delle istituzioni democratiche e la realizzazione dell'ordine e della tranquillità, il funzionamento delle leggi e della giustizia, sono gli obiettivi prioritari del nostro programma di governo. Una nuova costituzione sarà tra i nostri impegni principali. La nuova costituzione e l'approvazione di leggi fondamentali saranno la garanzia per il funzionamento dello stato e del diritto. Sarà lo stato che applicherà con rigore le sue leggi e che ne chiederà il rispetto ai suoi cittadini. Noi diremo no all'apartheid politica nell'amministrazione albanese. No alla corruzione e alle tangenti, sì alla piena trasparenza nelle attività degli organi esecutivi.
(...) La nuova politica è strettamente collegata al programma economico: «contro la crisi e per lo sviluppo dinamico!». Noi bloccheremo il caos e la crisi economica, otterremo rapidamente la stabilità economica, ponendo il paese sulla via della stabilità, della crescita economica e dell'integrazione globale nell'Unione europea (...). C'impegneremo affinché vengano restituiti i soldi rubati dal potere di Berisha tramite le piramidi, fino al limite massimo raggiungibile. Il controllo urgente, svolto con professionalità, trasparenza ed onestà delle piramidi ancora esistenti e di quelle fallite, lo sfruttamento di altre possibilità e la collaborazione con le istituzioni internazionali, saranno le strade per risolvere la cosiddetta «crisi dell'usura». Noi siamo convinti che su queste basi ogni nuovo lek che sarà creato, risparmiato e investito avrà un valore maggiore di quello che aveva al tempo di Berisha (...). Affinché l'Albania possa risollevarsi rapidamente, noi sosterremo gli investimenti esteri. Il forum di Roma per la ricostruzione dell'Albania sarà la base per una collaborazione fattiva con gli organismi economici e finanziari internazionali e con il mondo industrializzato. Questa collaborazione non ha niente a che fare con lo slogan propagandistico del Pd «noi governiamo e il mondo ci aiuta», ma deve significare impegni e progetti concreti per il cambiamento generale dell'Albania.
Il Ps svolgerà una politica estera aperta, dignitosa e attiva di partnership, per la stabilità dell'area regionale e per l'integrazione euroatlantica. I vantaggi della nostra politica estera saranno riposti nei rapporti di buon vicinato e nella collaborazione regionale, nell'internazionalizzazione della soluzione della questione nazionale, nell'integrazione nell'Unione europea e nella Nato e nell'intensificarsi dei rapporti con i paesi dell'Ue e con gli Stati uniti. La soluzione della questione nazionale è strettamente collegata con la democratizzazione dei Balcani e con il processo di europeizzazione, secondo i principi dei confini aperti e del movimento libero dei beni, dei capitali, dei servizi, delle idee e dei cittadini. Come forza politica collaboreremo intensamente con la sinistra democratica europea e con ogni altra forza politica progressista. Questi sono i nostri principi fondamentali, per la nuova politica di governo, per un'Albania normale ed europea.
Testata: Koha jonë, 20.06.97, pag. 3
Titolo: L'Osce in attesa delle liste, ne sono pervenute solo 67 dai 115 collegi. Senza Le liste, le elezioni rinviate. Osce: "Si cercano osservatori di robusta costituzione e stabili di mente"
Autore: Reuters
Si consiglia solo agli stranieri "stabili di mente e di robusta costituzione" di unirsi al gruppo europeo per il monitoraggio delle elezioni che starà per nove giorni consecutivi in Albania. Lo ha detto giovedì il capo dell'operazione Tony Welch. "Per la verità non sappiamo ancora dove ci sia sicurezza in questo paese. È qualcosa che noi dobbiamo monitorare di ora in ora", ha proseguito. Welch ha parlato il giorno dopo l'incidente durante il quale le forze multinazionali greche hanno ucciso un giovane nella piazza centrale di Elbasan perché lui avrebbe tentato di vendere loro della droga. "Se rischiamo di venire colpiti, noi rispondiamo col fuoco. Punto": così ha detto il portavoce delle forze italiane Giovanni Bernardi ai giornalisti. Nel sud d'Albania, ad Argirocastro, l'Osce ha rischiato di perdere undici membri dello staff in un ristorante per via delle bande armate.
"Chiunque sia venuto qui lo ha fatto come volontario... Nessuno è costretto a rimanere", ha detto Welch durante un'intervista alla Reuters. D'altro canto, aggiunge, finora nessuno degli osservatori ha deciso di andarsene. Welch ha detto che la sicurezza degli osservatori è difficile da garantire, a causa delle difficoltà di comunicazione e dei problemi militari causati dal rilievo montuoso albanese e dall'aridità del suolo. Ma è comunque chiaro che una "macchia nera" resterà, se gli osservatori non raggiungeranno lo scopo.
Una forza di 7000 uomini in totale diretta dagli italiani costituirà la difesa per 450 osservatori ed altri che arriveranno, "ma tutto questo contingente non è sufficiente, secondo quello che ho sentito", dice Welch. "Circa 6500 soldati, che sembrano un po' troppi, per la verità non sono tanti se si tiene presente la struttura geografica di questo paese. La debolezza dei segnali radio, soprattutto dopo il tramonto, quando avrà inizio lo scrutinio, potrebbe causare ulteriori rischi per la sicurezza degli osservatori", aggiunge Welch.
"Gli spostamenti dopo il tramonto diventano molto rischiosi, perciò preferiremmo che lo scrutinio avesse luogo alcune ore prima del tramonto". Secondo gli organizzatori delle elezioni è quasi assente una dead line per la preparazione delle votazioni (...).
"Questa è una delle nostre preoccupazioni". Fino al mezzogiorno di giovedì l'Osce aveva ricevuto 67 liste dalle 115 circoscrizioni elettorali e il resto gli è stato promesso per l'indomani. "Non ci saranno elezioni nelle zone dalle quali non ci sono ancora pervenute le liste", ha detto Welch. "Se le regioni non preciseranno di nuovo il termine ci sarà un parziale rinvio".
Testata: Koha jonë, 20.06.97, pag. 1
Editoriale: Pd : il sud, inaccettabile
Autore: Gavrosh Levonja
Quando mancano solo dieci giorni al 29 giugno e l'ipotesi di rinviare le elezioni è stata ormai bocciata, attira l'attenzione l'intensificazione della campagna del Pd contro il sud. I principali capi d'accusa di questa campagna "antisud" sono l'insicurezza, i comitati, le bande armate, gli attacchi e le pressioni sui dirigenti del Pd, le grandi mancanze durante il periodo preparatorio delle elezioni, ecc. Tutte queste accuse hanno uno scopo finale, quello di preannunciare all'opinione pubblica che le elezioni che si terranno al sud non saranno regolari. Nonostante le anomalie sottolineate, che non sono caratteristiche solo del sud, secondo gli osservatori stranieri e qualche membro della Commissione elettorale centrale che conosce la situazione al sud qui la preparazione delle elezioni non è differente da quella delle altre circoscrizioni dell'Albania. Uno dei candidati del Pd ad Argirocastro si è espresso con parole positive circa la possibilità di uno svolgimento normale delle elezioni.
Per quanto riguarda i comitati, non solo non hanno creato problemi durante la preparazione delle elezioni, ma al contrario hanno dato il loro contributo positivo aiutando, a volte, anche le istituzioni locali. Ormai è certo che i comitati di salvezza di alcune città non hanno niente a che fare con le bande che derubano e usano violenza contro i cittadini.
È vero che vari incidenti, minacce, pressioni, ecc. sui politici sono stati registrati in questa campagna, ma i destinatari non erano solo i dirigenti del Pd e non solo al sud. Così, per esempio, gli incidenti dei quali è stato bersaglio Berisha non sono avvenuti né a Valona, né a Tepelene o ad Argirocastro, ma in quelle parti d'Albania dove lui ritiene di essere amato. Comunque, tranne Berisha, tutti gli altri dirigenti del Pd hanno tenuto comizi elettorali in tutta la "zona calda" del sud eccetto Valona.
Il mistero di questo rumore contro il sud sono gli stessi dirigenti del Pd a rivelarlo in qualche dichiarazione imprudente. Dopo le garanzie fornite da Arbnori negli Stati Uniti e quelle di Berisha agli stranieri che ha incontrato ultimamente, secondo le quali "il Pd accetterà il risultato delle elezioni comunque sia", si sono sentite altre affermazioni dell'alta gerarchia del Pd riguardanti la possibilità di non riconoscere l'esito delle elezioni nel sud d'Albania, dove il risultato per il Pd si presume sia catastrofico. Queste affermazioni vengono rafforzate dalla fretta che alcuni importanti esponenti di questo partito hanno di candidarsi altrove. Essendo consapevoli di una tale sconfitta, la giustificazione migliore sarebbe quella di collegare tutto alla situazione anormale del sud. Quindi il Pd avrebbe presentato come reale rapporto i risultati del resto d'Albania. Tutto questo ci fa sospettare che in qualche occasione "gli incidenti" al sud possono essere progettati negli uffici del Pd per giustificare il risultato del 29 giugno.
Testata: Gazeta Shqiptare, 20.06.97, pag.1
Titolo: Sparisce la risposta Mezini. CANDIDATURA ZANI, PERSI I DOCUMENTI. La commissione elettorale centrale: "C'è una mano misteriosa"
Tirana. Spariscono in modo misterioso le risposte della commissione Mezini*. Il dossier che conteneva le risposte sul passato di Zani e su altri candidati indipendenti, è scomparso ieri negli uffici della commissione centrale. Accuse reciproche sono state scambiate tra due persone di Kume** per la scomparsa misteriosa dei documenti della commissione Mezini. Ylvi Kollari*** ha accusato il segretario della commissione centrale Thimjio Kondi di imprudenza nella conservazione dei documenti giunti dalla commissione per la "limpidezza". Kondi si è difeso affermando di non averli mai avuti tra le mani perché tutto si trova all'interno degli uffici della commissione centrale.
Erano le risposte sulla "limpidezza" di molti candidati indipendenti, quelle giunte alla 17^ ripartizione centrale ieri a mezzogiorno. Ogni plico è stato protocollato nella segreteria centrale della Commissione elettorale centrale per essere poi aperto, secondo le procedure della commissione. Il mistero è iniziato sin dai primi momenti, quando i membri non hanno potuto visionare queste risposte. Secondo fonti interne alla Commissione centrale sembra che una mano misteriosa li abbia nascosti per creare sospetti. "Si sono persi i documenti sulla «limpidezza» di Zani e di altri". (...).
Solo nel tardo pomeriggio è scoppiato il litigio. Il membro democratico Kollari "ha accusato" il segretario Kondi di imprudenza nella sorveglianza delle buste. Comunque accuse e controaccuse non sono servite a fare riapparire i documenti della commissione Mezini. "Non siamo riusciti a far nulla, era previsto che si lavorasse su queste risposte", dice il membro repubblicano Voshtina. Comunque il mistero, proseguito fino a tarda ora, sembra svanire con una "trovata". "Mezini ci deve mandare urgentemente una fotocopia dell'originale". Myrteza Çaushi e gli altri dovranno aspettare un altro po' per sapere qual è stata la risposta della commissione che esegue la radiografia sul passato degli albanesi. Fonti interne alla commissione affermano che la risposta su Zani dei 7 componenti della commissione Mezini è stata positiva. In base alla legge che definisce i limiti per le candidature, sembra che la persona che ha scosso Valona abbia superato il primo ostacolo che lo porterà dritto al nuovo parlamento.
*la commissione cui spetta di verificare se i candidati siano in regola con la "legge sul genocidio", che esclude dai pubblici uffici chi risulta compromesso con il regime di Hoxha
**Kristaq Kume, presidente della commissione elettorale centrale
***membro della commissione elettorale centrale
N.B.: nelle ore successive è stato reso noto che la candidatura di "Zani" è stata definitivamente rigettata per ragioni "tecniche".
Testata: Koha jonë, 20.06.97, pag. 8
Titolo: Le pallottole "tagliano" a metà il ventenne. Il soldato greco spara per autodifesa. "Alba" uccide a Elbasan. Versioni diverse sull'accaduto. Mega: "Era un trafficante di droga". La polizia albanese: "La vittima aveva minacciato i soldati di Alba
Autore: B. Dybeli
Elbasan. La forza multinazionale di pace ha commesso il primo omicidio in Albania. Un ventenne è stato "tagliato" ieri dai proiettili di Alba. L'insolita vicenda è avvenuta intorno alle 16,30 in prossimità della sede di Alba in questa città, nel parco giochi vicino lo stadio. È stato uno dei soldati greci quello che ha sparato sul giovane di Elbasan, di nome G. B. Sakaq, in circostanze incerte. Fonti cittadine fanno sapere che il giovane ventenne ha estratto la sua pistola, ma senza minacciare nessuno dei soldati della Fmp. Secondo un'altra versione il giovane ha cominciato a sparare sui soldati. Il soldato greco, protetto a quanto pare dalle norme sul mandato della Fmp della quale fa parte, ha sparato senza preavviso. Così si registra il primo omicidio della Fmp in Albania (...).
Secondo il commissariato di Elbasan, tempo fa un rappresentante delle forze greche di Alba a Elbasan si è lamentato con il commissariato per le provocazioni che venivano indirizzate di volta in volta ai militari greci da macchine senza targa in vari punti pattugliati della città. Le lamentele si sono ripetute, ma la polizia di Elbasan ha avuto difficoltà ad identificare le macchine in questione, perché (...) in città circolano sovente automezzi senza targa. La stessa fonte ieri a mezzogiorno ha affermato che alcune persone dall'interno di una macchina senza targa non solo hanno minacciato con le armi i soldati greci, ma hanno offerto loro considerevoli quantità di droga. Secondo la stessa fonte, si è intervenuti in qualche modo tatticamente sulla famiglia della vittima affinché quest'ultima non provocasse altri incidenti per vendetta. Le forze di Alba, anche se non hanno voluto rilasciare dichiarazioni alla stampa col pretesto che "gli autorizzati" si trovavano a Tirana, hanno fatto intendere che sparerebbero senza preavviso a chiunque li provocasse o sparasse contro di loro. Nel frattempo la stazione privata ellenica Mega, una delle più importanti in Grecia, ha pubblicato una notizia secondo la quale "un trafficante di droga albanese è rimasto ucciso durante uno scontro a fuoco con una pattuglia greca della Fmp in Albania, insediata ad Elbasan. Il trafficante aveva tentato di vendere droghe ai militari greci. Comunque finora non è stata data alcuna versione ufficiale né dai rappresentanti di Alba a Tirana e nemmeno del ministero degli interni albanese.
Testata: Dita Informacion, 20.06.97, pag.4
Titolo: Ufficiali americani per la ricostruzione dello stato albanese. "Democrazia secondo il modello spagnolo"
Nei circoli americani si sta parlando dell'idea di una ricostruzione dello stato albanese secondo il modello spagnolo. Ciò significa il sostegno ad una monarchia costituzionale, che, secondo l'idea degli americani, espressa anche al giornale Iliria, porterebbe ad una riforma rapida e ad una stabilità simile a quella spagnola.
"La rapida trasformazione in una monarchia costituzionale simile a quella di molti paesi occidentali che aderiscono alla Nato sarebbe un modello dalle alte potenzialità. È molto probabile che una rapida trasformazione in senso spagnolo sarebbe il modo più veloce per realizzare la democrazia". Questo è il messaggio che giunge dall'analisi del segretario di stato Allbright, che si è espressa per una ricostruzione rapida dell'Albania.
Ma Allbright non si è espressa in modo preciso sulla forma dello stato, anche se per la realizzazione di una democrazia in tempi rapidi ha preso come riferimento la Spagna.