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NOTIZIE EST #13 - ALBANIA
16 gennaio 1998

IL RITORNO A UNA POLITICA ESTERA
di Remzi Lani

TIRANA, 1 novembre 1997 [...] In politica estera, Tirana ha svariati obiettivi: raggiungere un equilibrio tra l'orientamento europeo e quello americano, aumentare fortemente il proprio coinvolgimento negli affari balcanici, migliorare le relazioni con i propri vicini, ivi inclusa la Serbia, mantenere un equilibrio tra i suoi vicini che fanno parte dell'Europa Occidentale, l'Italia e la Grecia (gli albanesi non hanno ancora deciso se la strada per l'Europa passa attraverso Roma o Atene), così come tra la Grecia e la Turchia.

Il ministro degli esteri albanese Milo ha suscitato sorpresa quando prima di assumere ufficialmente la propria carica ha annunciato l'apertura di un dialogo con la Serbia. Si è quindi dopo breve tempo incontrato con il proprio collega jugoslavo Milan Milutinovic nella sede delle Nazioni Unite a New York, il primo incontro di questo tipo dopo il 1990. [...] La stampa di Tirana ha inoltre reagito con soddisfazione alla vittoria del liberale Djukanovic nelle elezioni presidenziali del Montenegro, anche se i portavoce del governo hanno espresso delle riserve, probabilmente per non aumentare i problemi con Milosevic prima del summit di Creta. Tirana non nasconde il suo desiderio di stabilire delle relazioni privilegiate con il suo piccolo vicino nordoccidentale.

In contrasto con la posizione di apertura nei confronti della Serbia, Tirana è stata molto più fredda nei riguardi del suo altro vicino, la Macedonia. Gli eventi di Gostivar hanno causato delle reazioni molto nette in Albania e diversi incidenti di confine hanno causato delle tensioni. Milo ha ricordato a Skopje che l'Albania "ha sostenuto la Macedonia nel suo periodo più difficile. Abbiamo aperto le nostre porte quando gli altri le stavano chiudendo. C'è stato da parte nostra un riconoscimento ufficiale del nuovo stato quando altri si sono rifiutati di farlo". Il primo incontro tra i presidenti Gligorov e Meidani a Strasburgo sembra avere migliorato le relazioni.

Il grande progetto del Primo Ministro Nano è quello di una "Schengen dei Balcani", mentre il presidente Meidani concentra la sua attenzione sul Corridoio n. 8. Entrambi i progetti richiedono l'apertura dei confini, l'abolizione graduale dei visti tra i paesi balcanici e il libero flusso delle persone e delle merci. Si tratta di un'idea attraente, non solo per aumentare i contatti economici, ma anche perché significherebbe libera comunicazione tra gli albanesi di tutti i paesi. Tuttavia l'idea ha poche possibilità di successo se si considera che la Serbia teme un tale livello di contatti inter-albanesi e, aspetto ancora più importante, che la Grecia, come futuro membro della Schengen europea, è obbligata a chiudere le porte di fronte ai suoi vicini balcanici.

Il Corridoio n. 8 tra l'Oriente e l'Occidente non è una nuova idea. Due anni fa, i presidenti di Macedonia, Bulgaria e Turchia hanno firmato a New York un accordo che prevede la costruzione di un'autostrada che collegherà il porto di Durazzo, Skopje, Sofia e Istanbul, vale a dire il mare Adriatico e il Mar nero. Gli Stati Uniti hanno appoggiato questo progetto, ma la Grecia li ha criticati perché ridurrebbe l'importanza del porto di Salonicco. Dati gli eventi esplosivi nella regione e l'opposizione della Grecia il progetto è stato accantonato [nota di "Notizie Est": in realtà l'Italia ha continuato a lavorare molto attivamente, in questi due anni, per la concretizzazione del progetto - a.f.]. [...] Ora sembra che la Grecia sia disposta ad accettarlo, perché nella sua seconda fase dovrebbe essere realizzata una diramazione del Corridoio fino al porto di Salonicco. Gli USA hanno stanziato $30 milioni per la prima fase e presto dovrebbe essere organizzata una riunione dei ministri dei trasporti dei quattro paesi per discutere l'implementazione del progetto.

Un vento nuovo ha cominciato a soffiare anche nelle relazioni tra Albania e Grecia. Il Primo Ministro Simitis, che è legato a Nano da una lunga amicizia, ha di recente visitato Tirana, dove si sono svolti numerose riunioni a livello di primi ministri nel corso degli ultimi tre mesi. [...] A Tirana è diventato una consuetudine che a ogni visita di un ministro greco faccia seguito la visita di un ministro Turco. [...] Tirana desidera mantenere delle buone relazioni con entrambi i suoi vicini, senza interferire nelle loro dispute. Se Atene è certamente un importante partner economico e politico, Ankara rimane pur sempre, dopo Washington, il maggiore partner militare di Tirana. Anche se l'Albania potrebbe non fare una dichiarazione ufficiale di rinuncia alla condizione di membro della Conferenza Islamica, sembra che Tirana abbia intenzione di congelare la sua partecipazione a questa organizzazione. Allo stesso tempo, il presidente Meidani parteciperà per la prima volta alla Conferenza delle Nazioni Francofone che si svolgere a Hanoi e l'Albania diventerà un membro stabile di questa organizzazione.

Il summit di Creta, che ha riunito otto paesi della regione, ha rappresentato una possibilità senza precedenti per la realizzazione di politiche nell'area, soprattutto per quanto riguarda i colloqui bilaterali. Un aspetto chiave è stato quello dell'assenza di ogni partecipante americano o europeo occidentale. E' stata firmata una dichiarazione congiunta e si è deciso di incontrarsi l'anno prossimo in Turchia. E' stato tuttavia impossibile raggiungere un accordo sul tema del Segretariato Balcanico. La candidatura della Grecia ha ricevuto l'energica opposizione della Turchia. Si è rimandata a una data a venire ogni decisione in merito. Milosevic è riuscito a fare cancellare un intero paragrafo sulla NATO. Egli ha affermato che i paesi dei Balcani sono capaci di risolvere i loro problemi da soli. Con alcune difficoltà, l'Albania è riuscita a fare inserire nella dichiarazione quello che Fatos Nano ha definito "dialogo interetnico", ovvero una promessa formulata per iscritto che vi sarà l'apertura di un dialogo tra Belgrado e Prishtina.

L'incontro bilaterale tra Nano e Milosevic è durato un'ora e mezza invece dei 45 minuti previsti, aspetto che è stato considerato un buon segno da parte del ministro degli esteri serbo Milutinovic. Si è trattato del primo incontro di questo genere al livello più alto, da quando c'era stato l'incontro tra Hoxha e Tito nel 1947. Nano ha chiesto a Milosevic di trattare con Ibrahim Rugova, ma Milosevic non ha fatto promesse. Non ha nemmeno menzionato l'Accordo sull'Educazione e ha insistito sul fatto che il Kosovo è un problema interno della Serbia. Il presidente jugoslavo ha chiesto a Nano di rispettare la minoranza serbo-montenegrina nel nord dell'Albania. Nano ha risposto che la democratizzazione di entrambe le società è l'unico modo per garantire il rispetto delle comunità etniche. Mentre attendevano nel corridoio al di fuori della stanza in cui i due si stavano incontrando, i ministri degli esteri di Jugoslavia e Albania hanno avuto una discussione parallela che a tratti è stata animata.

Nano ha anche incontrato il presidente macedone Gligorov, che è stato costretto ad aspettare fino al termine dell'incontro albanese-serbo. Dopo il suo incontro, ha dichiarato che questa è stata la prima volta che ha sentito un leader albanese chiedergli la legalizzazione dell'università in lingua albanese di Tetovo. "Sali Berisha non me lo aveva mai chiesto", ha affermato Gligorov. [...]

[da: AIM Review]