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NOTIZIE EST #66 - ALBANIA

NOTIZIE EST #66 - ALBANIA
15 settembre 1998

PRIMA DEI DISORDINI DI TIRANA

Nell'attesa di vedere quale sarà l'evoluzione della situazione in Albania in questi giorni, pubblichiamo due articoli dell'inviata a Tirana del quotidiano macedone "Nova Makedonija", scritti prima dei disordini di ieri e utili a capirne il contesto.

BERISHA MINACCIA DI INSTAURARE L'ORDINE CON LA FORZA
di Gordana Risteska

Tirana, 10 settembre 1998

Dando prova di un coraggio ritardato, come gli analisti del posto hanno definito la decisione del premier albanese di procedere a un nuovo rimpasto di governo, Fatos Nano è partito ieri per Lisbona, dove rappresenterà l'Albania all'Expo mondiale, accompagnato da quelle che nei fatti sono state le dichiarazioni più radicali del suo maggiore opponente politico, l'ex presidente albanese e leader dell'attuale opposizione Sali Berisha. Berisha, in una conferenza stampa, ha respinto con decisione l'iniziativa di Nano e dei socialisti di congelare il processo contro i sei ex funzionari accusati di avere commesso crimini contro l'umanità. Definendola una politica di violazione della legge e delle norme costituzionali, i leader dell'opposizione albanese hanno affermato di avere l'intenzione di difendere l'ordine costituzionale con la forza. Basta con le parole, ha detto Berisha di fronte ai giornalisti. Ora si ricorrerà alla forza, aggiungendo che ciò è legittimo in ogni società quando si tratta di difendere l'ordine costituzionale. L'opposizione e Berisha, con altre parole, vogliono la liberazione degli ex ministri e alti funzionari arrestati, richiesta che è stata al centro di tutte le manifestazioni di protesta svoltesi nel paese, ma la vogliono in virtù della legge, e non con qualche amnistia o con un congelamento delle accuse.

[...] L'"estasi politica", come alcuni giornalisti albanesi hanno definito la reazione di Berisha, ha subito trovato una reazione presso l'ambasciatore dell'OSCE Dan Everts che si è incontrato con Berisha per due ore, incontro dopo il quale l'agenzia albanese ATA ha scritto che Everts è dalla parte di Berisha quando parla di difesa dei diritti umani e delle libertà, ma che le sue accuse di una violazione di tali diritti e libertà devono avere una base solida, e non, invece, basarsi su quello che scrivono i giornali.

L'iniziativa del premier albanese e dei socialisti non ha dovuto attendere molto per ricevere una reazione da parte del procuratore generale dell'Albania, Arben Raqipi, e del procuratore militare Aleksandar Goga, i quali hanno dichiarato che il processo proseguirà. Raqipi non considera l'iniziativa di congelare l'incriminazione come un intervento politico e un'indebita intromissione nelle leggi, bensì solo come una proposta ed è deciso a proseguire con l'incriminazione. In caso contrario e se verrà sottoposto a pressioni dalle piazze, ha detto il procuratore generale albanese, darà le dimissioni. Il procuratore militare, alle accuse secondo le quali non vi sarebbero prove sufficienti per un'incriminazione basata su crimini contro l'umanità, ha risposto affermando che ciò non è vero e che esse sono numerose.

L'ultimo exploit di Berisha è stato seguito da richieste categoriche di dimissioni da parte del governo Nano, con la formazione di un governo tecnico che riformi la Costituzione e che fissi un termine per elezioni parlamentari anticipate.

Nel frattempo, fonti interne al partito di Nano riferiscono che anche alcuni socialisti hanno chiesto le dimissioni del premier albanese.

(da "Nova Makedonija", 11 settembre 1998 - traduzione dal macedone di A. Ferrario)



EVENTI DRAMMATICI IN ALBANIA DOPO L'UCCISIONE DI UN DEPUTATO
di Gordana Risteska

Tirana, 13 settembre 1998

Azem Hajdari, primo presidente e deputato del Partito Democratico all'opposizione, definito il "leader del dicembre" per la sua partecipazione alle proteste studentesche anticomuniste del 1990, è stato ucciso ieri sera a Tirana in prossimità della sede del suo partito. Il tragico fatto si è verificato intorno alle 21.15 e oggi a Tirana regna una situazione caotica. Si spara di fronte all'edificio del Governo. Le diverse versioni dell'omicidio di Hajdari, avanzate da una parte dal Partito Democratico e dall'altra dalla polizia, non coincidono per quanto riguarda l'autore (o gli autori) dell'uccisione, fuggiti dal luogo del delitto. Secondo le versioni della polizia, i killer sono ignoti e si stanno svolgendo indagini per individuarli, mentre secondo una dichiarazione del PD l'omicidio è stato compiuto dal capo della polizia di Tropoja, città natale del deputato ucciso, Jaho Salihi, il quale, come si afferma, sarebbe fuggito dal luogo del delitto insieme ai suoi complici, allontanandosi su un'auto della polizia con targa 0676 di Valona. La polizia ha smentito di avere una tale automobile nel suo parco macchine e ha comunicato solamente che sul luogo del delitto sono stati rinvenuti un kalashnikov e altre armi. Insieme a Hajdari, ucciso con cinque pallottole e la cui morte è stata constatata dall'Ospedale militare di Tirana, è caduta anche una delle sue guardie del corpo, Besim Ceraj, mentre un'altra, Zenel Neza, è rimasta gravemente ferita. L'omicidio già da ieri sera fino all'alba ha reso incandescente l'atmosfera della capitale dell'Albania, che ha passato una notte di tensione, e alcuni fatti di oggi, come il lancio di pietre contro il Ministero dell'Ordine Pubblico e la sede del governo, o l'incendio di automobili, da parte di sostenitori dei democratici, o come gli spari di armi automatiche che sono echeggiati nel centro della città, sono indizi del fatto che si potrebbe arrivare a disordini, scontri e spargimenti di sangue tra i sostenitori dei due maggiori partiti del paese, vale a dire tra quelli dell'opposizione e del governo. In questa situazione, il presidente albanese Mejdani ha interrotto improvvisamente la propria visita in Grecia ed è tornato nel paese. Mejdani aveva già condannato l'omicidio, definendolo un atto criminale che deve essere condannato da tutti, dalle istituzioni statali, dai partiti politici e da tutti coloro che vogliono la democrazia nel paese, chiedendo alle autorità un'azione energica contro i colpevoli e alla popolazione di mantenere la calma. I democratici e il loro leader Sali Berisha ieri sera hanno reagito duramente all'omicidio di Hajdari, che era stato eletto al parlamento come rappresentante di tre città, Shijak, Bukliza, Tropoja e che presiedeva le commissioni parlamentari sulla polizia e sulla SHIK (i servizi segreti del regime di Berisha). Alla conferenza stampa indetta ieri a mezzanotte da Sali Berisha, l'uccisione di Hajdari è stato definito un orrendo atto, un premeditato omicidio politico e ne è stata addebitata la responsabilità al premier Fatos Nano e alla sua cricca. Hajdari è stato ucciso da Nano e da Milosevic, ha dichiarato Berisha, sottolineando che Hajdari era stato da lungo tempo obiettivo del terrore statale, indicando come esempi l'attentato compiuto contro di lui nel parlamento albanese dal deputato socialista Gafur Mazreku, l'incidente con la polizia in prossimità di Milot, nonché gli spari contro il deputato nella primavera scorsa a Tropoja, quando era stato ferito il giornalista Bardul Polo.

Con questo omicidio, Fatos Nano ancora una volta ha espresso il proprio odio come una bestia inferocita, distinguendosi come un traditore della nazione, un terrorista e un contrabbandiere, che cerca con atti criminali di prolungare la sua permanenza al potere e la sua missione antialbanese e antinazionale, nel nome di coloro che lo hanno messo sulla poltrona - questa è l'opinione di Berisha e del Partito Democratico, i quali aggiungono che con l'omicidio di Hajdari è minacciata la stessa democrazia in Albania, così come la vita di ogni albanese e affermano che si opporranno fino alla fine al terrore di stato e alla reinstaurazione della sanguinosa dittatura comunista, così come lo ha fatto Hajdari. L'uccisione di Hajdari è stata duramente condannata anche dal premier Fatos Nano, che ha diffuso immediatamente un comunicato con il quale esprime il proprio cordoglio alla famiglia e al Partito Democratico in relazione alla morte di Hajdari e condanna duramente l'attentato contro il leader politico [...]. La polizia ha posto una taglia compresa tra 50 e 100 mila dollari per chi fornirà informazioni sugli autori dell'attentato, mentre il ministro dell'ordine pubblico Teto ha smentito che Salihi, sospettato dai democratici, si trovasse ieri a Tirana. [...]

[I timori per uno scoppio di violenza] purtroppo questa mattina hanno trovato una conferma, quando una grande quantità di sostenitori dei democratici, che per tutta la notte si sono radunati davanti alla sede del PD, dopo un acceso ed emotivo discorso di Berisha, pieno di accuse contro il premier Nano, invece di effettuare una protesta pacifica con cinque minuti di silenzio di fronte alla sede del governo, si sono diretti verso la sede del Ministero dell'Ordine Pubblico e del Consiglio dei Ministri, lanciando sassi contro gli edifici e incendiando svariate automobili. Di fronte alla sede del governo vi è stato uno scontro con le forze dell'ordine, sono echeggiati spari di armi automatiche, con ogni probabilità provenienti da ambo le parti, dopo di che la folla è stata dispersa. Alcuni media affermano che negli scontri sono rimaste uccise due persone, ma per ora non vi sono conferme ufficiali di morti e feriti negli incidenti.

[...] Berisha e i democratici hanno dato un ultimatum a Fatos Nano, chiedendone le dimissioni entro 24 ore, e tra le forze politiche, soprattutto quelle al di fuori della coalizione di governo, vi è un consenso informale riguardo al fatto che Nano debba abbandonare il posto di premier. Lo chiedono, a parte Berisha, i partiti della sua coalizione Unione per la democrazia, i leader di Balli Kombetar, il Partito Repubblicano e il motivo di questa richiesta non è solo il tragico omicidio di Hajdari, ma anche le dichiarazioni rese da Nano in Portogallo in merito allo status del Kosovo.

Secondo alcune agenzie, Nano, durante la sua visita a Lisbona, si è pronunciato a favore di uno status di autonomia del Kosovo nell'ambito della federazione jugoslava e contro l'indipendenza della provincia, fatto che ha Tirana ha provocato un'ondata di sdegno contro il premier, che è stato accusato di comportamento antinazionale. Il suo gabinetto ha comunicato che le sue parole sono state male interpretate, ma anche la dichiarazione resa ieri da Nano all'aeroporto di Rinas, al ritorno dal Portogallo, nella quale ha affermato che il governo albanese non può comportarsi come una società patriottica e che invece collaborerà con la comunità internazionale e con i rappresentanti politici del Kosovo per una soluzione definitiva dello status politico della provincia, non ha certo contribuito a placare gli animi, anzi, ha provocato nuove reazioni e richieste di dimissioni dalla carica di premier. Il leader dei repubblicani Sabri Godo, per esempio, ha accusato Nano di avere eletto a dottrina la sua politica antialbanese, a cominciare da Creta, quando si è incontrato con Milosevic, fino al suo ritorno dal Portogallo.

(da "Nova Makedonija", 14 settembre 1998 - traduzione dal macedone di A. Ferrario)