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![]() NOTIZIE EST #98 - ALBANIA CHI E' PANDELI MAJKO, IL NUOVO PREMIER ALBANESE? [Con questo articolo prende il via una mini-serie in tre numeri sulle principali personalità della scena politica di Tirana - a.f.] Il paese più povero, più controverso e più politicamente instabile d'Europa ha nominato negli ultimi giorni di settembre il più giovane premier del vecchio continente, Pandeli Majko, di appena trent'anni. Majko ha fatto la sua comparsa sulla scena pubblica con il movimento studentesco che all'inizio degli anni novanta ha avuto in questo paese un indiscusso ruolo politico. Nella biografia ufficiale di Majko si racconta della firma da parte sua della lettera aperta all'ex premier albanese Adil Carcani con la quale gli studenti chiedevano migliori condizioni di studio e una riforma del sistema universitario di allora e, inoltre, della sua successiva partecipazione (come rappresentante della facoltà di elettrotecnica) alla delegazione degli studenti che ha trattato degli stessi problemi e delle libertà politiche con l'allora presidente Ramiz Alia. Figlio di un ufficiale e di un'impiegata dell'Università provenienti dalla regione meridionale di Kolonja, sposato e con un figlio, Pandeli Majko a 22 anni ha formato con cinque colleghi una sottosezione del Partito Socialista, il Forum degli eurosocialisti, dopo avere abbandonato il primo partito politico legalizzato in seguito alla caduta del monismo in Albania, cioè il Partito Democratico, nonché i primi 300 membri che allora lo avevano fondato. Majko, in un'intervista rilasciata a suo tempo a "Zeri i popullit", ha spiegato il passaggio dalla parte degli sconfitti, che ha meravigliato alcuni dei suoi colleghi, con i propri ideali e con l'idea di creare di una forza democratica di sinistra in Albania. In occasione del congresso degli eurosocialisti svoltosi nel 1992 è stato eletto presidente dell'organizzazione, carica che ha ricoperto fino al 1995, anno in cui ha lasciato il posto a Illir Meta, un uomo che Majko stesso ha presentato come il proprio braccio destro e che fino allora era stato il segretario di stato per l'integrazione europea. Dopo avere portato a termine nel frattempo il suo secondo corso di laurea, in diritto, l'anno successivo Majko ha fatto brillare la sua stella nella vita politica interna del Partito Socialista schierandosi a fianco dell'allora incarcerato, e oggi ex premier, Fatos Nano e della sua ala riformista, quando dallo statuto dell'erede riformato del Partito del Lavoro di un tempo è stata tagliata la barba di Marx, come si dice qui. Il ragazzo dai capelli bianchi, come i socialisti chiamano Majko a causa del ciuffo bianco nei capelli, è riuscito grazie a quella lotta interna al partito a ottenere la funzione di segretario addetto alle relazioni pubbliche del PS e ha così cominciato la sua ascesa nella politica albanese. Nel corso delle proteste organizzate dal Partito Socialista allora all'opposizione contro Sali Berisha e il suo Partito Democratico, in particolare durante le elezioni del maggio 1996 e tutto il periodo che vi ha fatto seguito, nonché nelle attività dei socialisti durante i tumulti dell'anno scorso e il crollo del paese, quando al timone del PS è arrivato l'attuale presidente della repubblica Rexhep Mejdani, Majko si è delegittimato politicamente assicurandosi tra l'altro, sia presso l'opinione pubblica che presso i propri compagni di partito, la fama di uomo del compromesso. Una fama di cui tuttavia non ha mai goduto presso gli oppositori politici e in particolare Berisha, che ha rifiutato energicamente la candidatura di Majko a premier del governo di salvezza nazionale. Dopo le elezioni parlamentari anticipate del luglio scorso che hanno portato Nano alla carica di premier, Pandeli Majko è diventato segretario generale del Partito Socialista e capo del gruppo parlamentare dei socialisti ormai giunti al potere. I falchi del partito sono dell'opinione che Majko sia una persona pronta a qualunque compromesso e che sa essere autorevole solo quando viene messa ai ferri corti. Gli ultimi avvenimenti in Albania hanno portato Majko direttamente alla posizione di presidente del consiglio e si tratta di un enorme balzo in avanti nella sua carriera politica, non solo per la sua giovane età. Si tratta di un fatto che in una certa misura ha confermato egli stesso quando, solo alcuni giorni prima della sua elezione a premier ha risposto alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se si sarebbe potuti arrivare a un rivolgimento tale per cui Nano sarebbe stato costretto a dare le dimissioni, facendolo diventare suo erede, con le seguenti parole: "Ma che scemenze dice mai?". Con la fiducia dei socialisti e in collaborazione con Mata e alcuni altri ministri di governo anch'essi in passato membri del movimento democratico degli studenti albanesi, Majko, nonostante la sua inesperienza nell'amministrazione, ha avuto una chance che non è solo sua, ma è anche di un'intera generazione di politici albanesi. Viso sorridente, come lo chiamano alcuni colleghi, è entrato a fare parte della non allegra politica albanese proprio con la promessa di introdurvi la mentalità della sua generazione, chiedendo al suo oppositore Berisha di fare altrettanto e di lasciare il posto ai più giovani leader dei democratici con i quali, secondo l'attuale premier, è possibile avviare un dialogo nell'interesse della stabilizzazione non solo dei rapporti politici nel paese. Atteso come una marionetta di Nano e allo stesso tempo come un traditore della nazione, un filogreco, chiamato ancora solo alcuni mesi fa dalla stampa dell'opposizione anche un filomacedone, bersaglio in questi giorni di Berisha e dei suoi che minacciano di screditarlo con documenti relativi a una sua presunta grave malattia psichica, Majko è riuscito subito a ottenere l'appoggio internazionale, concesso nell'attesa che si confermi come l'uomo dei compromessi. Per quanto sia banale concludere dicendo che da lui e dal suo governo dipende come tali aspettative saranno soddisfatte, nonostante il caos politico nel paese e le pressioni di un'aggressiva opposizione, e quanto a lungo egli riuscirà a durare, le cose stanno esattamente così. (da "Nova Makedonija", 3 ottobre 1998 - traduzione dal macedone di A. Ferrario) |