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NOTIZIE EST #147 - ALBANIA
19 gennaio 1999


MAJKO-BERISHA: IL TEMPO DELLA DISTENSIONE
di Blendi Fevziu

[A dicembre si è svolto a Tirana un incontro pacificatorio tra Berisha e il premier socialista Majko. Si tratta di un avvenimento che certo non ha mancato, tra le altre cose, di avere effetti sull'evoluzione della situazione in Kosovo e a tale proposito facciamo notare che esso si è svolto nel periodo critico prima dell'offensiva serba prenatalizia di Podujevo (si vedano "Notizie Est" #132, #133, #134, 26-29 dicembre 1998). Sui conflitti interni ai vertici politici di Tirana si vedano "Notizie Est" #98, #99, #100, 27-30 ottobre 1998. Sulle relazioni tra la situazione politica a Tirana e a Pristina si vedano "Notizie Est" #82, #84, #85, 7-10 ottobre 1998 - a.f.]

Quando il 21 dicembre l'ufficio stampa del premier albanese ha annunciato la notizia che presto vi sarebbe stato un incontro tra il presidente del consiglio Majko e il capo dell'opposizione Berisha, non è stato piccolo il numero di coloro che si sono davvero stupiti. Sebbene né il governo né il Partito Democratico avessero citato il luogo o il momento dell'incontro, alle 15.45 una grande folla di giornalisti, cameraman, fotoreporter e ogni tipo di curiosi affollava già l'entrata principale dell'hotel Rogner, dove si riteneva si sarebbero incontrati i due leader politici.

Majko e Berisha si sono andati reciprocamente incontro in presenza di due studenti del gruppo politico "Dicembre '90", l'organizzazione che ufficialmente si è assunta il compito di fare da mediatrice in questo incontro. Si è trattato del primo incontro tra il trentunenne premier dell'Albania e l'ostinato capo dell'opposizione, dopo un lungo periodo di inimicizia.

DIETRO LE QUINTE DELL'INCONTRO
Non si sa quali altri canali si siano messi in moto, ma si sa che il corpo diplomatico accreditato a Tirana, che ha seguito con preoccupazione il lungo sciopero della fame degli studenti [a dicembre studenti vicini al Partito Democratico hanno effettuato un lungo sciopero della fame contro il governo - a.f.] è stato attivo nel mediare affinché si giungesse a questo incontro. Lo ha ammesso anche il presidente del Parlamento Ginushi, che in un'intervista televisiva ha dichiarato: "L'incontro Majko-Berisha è stato preparato sotto forti pressioni della comunità internazionale e dei suoi ambasciatori a Tirana". I successivi commenti politici hanno indicato come principali ideatori l'ambasciatrice USA Lino e l'ambasciatore OSCE Everts.

Non vi sono dubbi che Majko e Berisha fossero interessati a questo incontro. Majko era più che interessato a che lo sciopero della fame degli studenti, la prima seria sfida al suo governo, finisse senza incidenti. Dal modo in cui fosse riuscito a superare questa prima crisi sarebbe dipeso in buona misura anche il grado di autorità che avrà in futuro il nuovo premier.

Berisha, da parte sua, trovandosi sotto la forte pressione dei fattori internazionali dopo gli eventi del 14 settembre, nonché essendo esposto alle accuse di manipolare politicamente lo sciopero e trovandosi inoltre in difficoltà con i giudici nel processo aperto contro di lui, era interessato a giocare la carta pacifica del dialogo che gli permette di migliorare la sua immagine.

L'INCONTRO
Berisha e Majko hanno discusso per più di due ore in un incontro che non ha avuto alcuna particolare culminazione né si è contraddistinto per tensioni. La questione dello sciopero studentesco, anche se è stato il principale motivo che ha portato all'inatteso incontro, è stata chiusa rapidamente. Sono stati altri temi a dominare l'incontro. Berisha non ha potuto passare così facilmente sulla "questione Hajdari". L'incontro con Majko minacciava in primo luogo la memoria di Hajdari, l'ex leader degli studenti ucciso nel settembre dell'anno scorso. Il premier e capo dell'opposizione hanno concordato la creazione di un apposito gruppo indipendente per la conduzione delle indagini sull'omicidio di Hajdari. Si è trattato del punto più difficile, che ha dato luogo a degli scambi roventi nel corso dell'incontro.

L'altro punto, il Kosovo, sembra essere servito più come simbolo mirato a dimostrare che il dialogo non è stato avviato solo a causa degli studenti, ma anche per problemi più ampi. O comunque come garanzia che Majko e Berisha hanno dato alla comunità internazionale, la quale è molto sensibile riguardo alla questione. Nei fatti, sia Berisha che Majko non hanno dimostrato alcun cambiamento nelle loro idee relative alla risoluzione della questione del Kosovo: autodeterminazione, ma senza alcuna modifica forzata dei confini con il ricorso alla violenza. Alcuni giorni più tardi il Parlamento ha approvato una nuova Risoluzione sul Kosovo che è stata approvata anche da Berisha, indipendentemente dal fatto che il suo partito continua a boicottare il Parlamento.

LE REAZIONI DOPO L'INCONTRO
E mentre Berisha e Majko discutevano di persona nell'hotel Rogner erano pochi i protagonisti della politica che sapevano cosa si stavano dicendo. La maggior parte di loro è venuta a saperlo solo successivamente, quando i giornalisti hanno cominciato ha telefonare loro e a chiedere un'opinione in merito.

L'incontro tra Majko e Berisha senza previe consultazioni con il Partito Socialista ha sicuramente causato dei problemi all'interno della maggioranza. In primo luogo, un incontro inatteso con il leader maledetto dell'opposizione ha trasformato Majko da un premier dall'influenza limitata nell'uomo n. 1 della maggioranza. Questa mossa ha indebolito il ruolo di Nano, che rimane sempre il presidente dei socialisti, sia all'interno del partito che sulla scena politica albanese generale. La responsabilità per l'insufficienza del dialogo nel corso del 1997-1998, naturalmente dovuta anche ai rifiuti e ai capricci di Berisha, è attribuibile anche a Nano. Nano, che non compare sulla scena politica da più di due mesi, non ha reagito ufficialmente, ma i suoi seguaci all'interno del partito non si sono risparmiati nell'esprimere i loro dubbi e hanno perfino attaccato direttamente Majko, perché a loro parere, incontrandosi con Berisha, gli hanno offerto la possibilità di riciclarsi politicamente. Diversamente da quanto ci si aspettava, le reazioni all'interno della coalizione governativa non sono state negative. La maggior parte dei leader del Partito Unione per lo Stato ha espresso il proprio accordo con la decisione di Majko. Ceka, il presidente dell'Alleanza Democratica ed ex ministro degli interni, noto come acerrimo critico di Berisha, ma anche come estremamente incostante nei rapporti con il governo, ha dichiarato che "l'incontro è parte di un processo normale ed è necessario che noi ci abituiamo a vivere in condizioni normali".

Anche Berisha ha dovuto affrontare i propri "falchi", che non si sono risparmiati nell'accusarlo di flirtare con gli ex comunisti, sfruttando addirittura un vocabolario molto emozionale quando lo hanno accusato, "di avere calpestato il sangue di Azem Hajdari incontrandosi con Majko". Tuttavia queste voci non hanno avuto molta eco in confronto ai "motori" della propaganda di Berisha, che hanno presentato l'incontro come un suo trionfo.

Non erano passate che quattro ore dal momento in cui Berisha e Majko avevano abbandonato l'hotel Rogner, che il Dipartimento di Stato americano salutava con favore l'incontro. Il vicesegretario per le questioni europee Malloi ha valutato l'incontro come un evento molto fruttuoso, che dà speranza e che deve essere sostenuto da tutti. Con questi toni, e addirittura con entusiasmo ancora maggiore, hanno salutato l'incontro anche i paesi dell'UE, e in particolare l'Italia, la Francia, la Grecia, la Germania e la Gran Bretagna.

Le tensioni politiche nel paese, che hanno tanto preoccupato nel corso degli ultimi mesi, d'un tratto sono scomparse. Anche i giornali dei rispettivi partiti hanno subito cambiato vocabolario. I termini che paragonavano Majko a Biancaneve e Berisha a un criminale, sono stati sostituiti con altri che li ritraggono come persone disposte al dialogo.

Il primo passo, molto difficile, è stato fatto. La maggiore preoccupazione ora rimane il proseguimento del dialogo e le vie attraverso le quali verrà realizzato. Il presidente della repubblica, il presidente del parlamento e parte del Partito Socialista chiedono a Berisha e al Partito Democratico di tornare in Parlamento, e quindi di mostrare rispetto per le istituzioni. Anche le pressioni della comunità internazionale si concentrano su questo punto. Berisha ha fatto sapere di non escludere un ritorno in Parlamento, anche se tutto lascia pensare che porrà delle condizioni. E a quanto sembra anche Majko non sta a guardare. Egli si è assunto su di sé un ruolo nuovo e dal grande peso per i suoi anni e la sua esperienza, e desidera vincere. In questo tipo di roulette politica vincono indubbiamente sempre i più pazienti.

(AIM, 16 gennaio 1999 - traduzione dal serbo-croato di A. Ferrario)