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NOTIZIE EST #401 - BOSNIA
14 febbraio 2001


10.000 DEPOSITI SULLE SPONDE DEI FIUMI
intervista a Mustafa Omanovic, presidente dell'"Eko Pokret" [Eco Movimento] della Bosnia-Erzegovina, a cura di Mesud Djulan ("Oslobodjenje, 4 febbraio 2001)



ZENICA- Neanche gli abitanti più anziani di questo nostro pianeta ricordano un'aggressione così forte alla natura e all'ambiente come quella verificatasi negli ultimi anni. I giornalisti e i media elettronici sono pieni di informazioni in merito, ma molte "malattie" stanno aspettando la medicina per la guarigione. Questi sono stati solo alcuni dei motivi per dialogare con il professore universitario dott. Mustafa Omanovic, ma la vera ragione è che di recente, insieme alla sindrome balcanica, si è parlato anche di sindrome bosniaca. Cosa si sottintende con ciò?- è stata la nostra prima domanda al prof. dott. Mustafa Omanovic, il presidente dell'Eco movimento della BiH [Bosnia-Erzegovina].

"Dal momento che conosco bene la situazione nella BiH, ho voluto evidenziare la parte che la nostra gente ha avuto nella devastazione del nostro ambiente, nella distruzione dei boschi, nell'inquinamento delle acque e del suolo. Purtroppo riguarda anche le questioni delle leggi, che non esistono ancora, sebbene siano passati cinque anni dagli accordi di Dayton, e le medicine scadute".

Si tratta dunque di regolamentazione legale e di difesa dell'ambiente?

"Proprio così. Con gli accordi di Dayton, il campo della difesa dell'ambiente vitale è stato retrocesso al livello delle entità e dei comuni. Nessuna di queste entità dispone delle tre leggi più importanti: la legge sulla protezione della natura, la legge sull'ordinamento degli spazi e la legge sulla difesa dell'ambiente. Affinché il paradosso diventi ancora più grande sono state fatte leggi sulle concessioni che, in assenza delle leggi citate, rappresentano una nuova aggressione all'ambiente della BiH.. Prendete soltanto come esempio il grande numero di segherie. E con i boschi che vengono distrutti senza pietà spariscono anche le acque. Si creano frane, erosioni del suolo, si distrugge la rete di comunicazione, il fondo abitativo... Ricordiamoci dell'attività di tre frane a Zenica che hanno cancellato dalla terra alcune case, ucciso alcune persone e minacciano di riattivarsi".

In svariate sue dichiarazioni lei ha richiamato l'attenzione in particolare sul problema della difesa delle acque?

"Credo che sia il problema più grande della BiH. Perciò elencherò soltanto alcuni esempi del nostro rapporto con le acque come l'acqua potabile, la bellezza dei nostri fiumi e dei laghi. Quando si tratta di acque potabili ci sono due ragioni. La prima si riferisce al grande numero di epidemie che nel corso dell'anno sono state causate proprio dall'acqua potabile - direttamente o indirettamente; e la seconda è che nel cantone di Zenica - Doboj momentaneamente imperversano epidemie a causa delle quali nel periodo passato si sono ammalate alcune centinaia di persone, principalmente in conseguenza dell'acqua inquinata proveniente dal sistema di canalizzazione. Sul lago di Prokos, famoso per le specie endemiche, il comune competente l'estate scorsa ne ha dato ai privati la concessione sull'uso, e le conseguenze sono note. L'esempio di Modra, vicino Lukavac, che abbiamo dichiarato "il mare bosniaco" è altrettanto interessante. Intorno ad esso sono state costruite centinaia di costruzioni senza sistema di canalizzazione. E quando l'anno scorso è sceso il livello del lago a causa della siccità, dal fondo del lago sono venuti a galla tutti i nostri rapporti con la natura, tutta la nostra noncuranza - dice il prof. dott. Mustafa Omanovic e aggiunge: Il problema principale sono i circa 10.000 depositi sulle sponde dei nostri fiumi. Oltre ai depositi dei rifiuti comunali ci si trovano alcune migliaia di tonnellate di rifiuti sintetici (per lo più medicine) e altri rifiuti pericolosi. Tutte nostre irresponsabilità.

Sul pericolo dei rifiuti sintetici e sulle grandi quantità delle medicine avete già informato il pubblico e le autorità. Com'è adesso la situazione?

"Secondo i dati raccolti in entrambe le entità della BiH sono entrate circa 35.000 tonnellate di medicine tramite vari canali, e soltanto circa l'8% erano in regola. Dunque, il maggior numero delle medicine non era in regola per la data, alcune erano scadute da venti anni. Una quantità minore di medicine è stata rifiutata perché non sono state esaminate secondo gli standard delle competenti istituzioni mondiali. In alcuni casi si trattava perfino di tentativi di probabile influenza sul potenziale biologico delle donne, con indicazioni ai medici di seguire i risultati e i comportamenti delle pazienti. Poiché la BiH non possiede forni speciali, si è provato a bruciare queste medicine nei termoenergenti esistenti e nei forni industriali, una cosa che sarebbe comunque di grande pericolo per gli abitanti locali. In particolare, il prezzo per bruciare una tonnellata di rifiuti sintetici in Slovenia costa circa 2.700 DM, e a Zagabria (Jakusevac) costa circa 3.500 DM. Quindi sarebbe un bene, e anche razionale, che il Consiglio dei Ministri acquistasse un tale forno per la BiH- considera il prof. Dott. Mustafa Omanovic.

La BiH è minacciata anche dall'uranio impoverito e dal plutonio?

"Esatto. Ma anche dagli isotopi che si trovano dentro i parafulmini di moltissime case. Si sa che è stato distrutto un grande numero di stabili, e i parafulmini adesso giacciono per terra e ovviamente irradiano. Bisognerebbe fare subito un'inchiesta, mentre ancora esiste la documentazione sugli stabili dove erano montati i parafulmini agli isotopi. Quanto alle munizioni e ai proiettili all'uranio impoverito e al plutonio, bisognerebbe oggettivizzare la situazione fino il fondo. Segnare i posti sul suolo dove sono stati notati e, secondo le possibilità, realizzare la decontaminazione necessaria.

Lei ha detto che la sindrome dei Balcani è l'azione sinergetica di diversi fattori?

"Con questo intendo il passato periodo bellico durante il quale una parte della popolazione è stata esposta all'azione incontrollabile dei "rifiuti umanitari"- gli alimentari, le medicine, la pessima qualità dell'acqua da bere… Purtroppo l'intossicazione alimentare prosegue. Tre anni fa si trattava di polli alla diossina e oggi di mucca pazza…- ha sottolineato alla fine il presidente del movimento Eco della BiH il prof. Dott. Mustafa Omanovic. L'aggressione alla natura e all'ambiente della BiH la si può impedire soltanto con l'unione delle forze di tutti quelli ai quali essa sta a cuore. Prima di tutto mi riferisco agli alpinisti, pescatori, sciatori, raccoglitori dei funghi, gorani (volontari che si occupano della tutela dei monti e dei boschi, n.d.t.), tutte le organizzazioni non governative, e tutte queste persone sono membri collettivi delle organizzazioni non governative della protezione dell'ambiente. Riguardo ciò è stato fatto un primo passo al raduno a Banja Luka, dove è stata presa la decisione di agire in comune sul territorio della BiH. Il secondo passo è stato fatto sabato 3 febbraio di quest'anno a Tuzla all'Assemblea fondatrice del Forum delle organizzazioni non governative per la protezione dell'ambiente della BiH, adottando lo Statuto e il programma di lavoro.

(traduzione di Ivana Telebak e Luka Zanoni)