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![]() NOTIZIE EST #415 - BOSNIA 14 marzo 2001 ECOLOGIA: IL PAESE DEI DEPOSITI SELVAGGI di Branko Peric - (AIM, 14 luglio 2000) [Prosegue, con questo articolo e quello di "Oslobodjenie" riportato più sotto la rassegna sulla situazione ecologica in Bosnia, cominciata con "Notizie Est" #401 del 14 febbraio 2001. I due articoli che pubblichiamo sono dell'anno scorso, ma rimangono ancora pienamente attuali] Banjaluka - La Bosnia ed Erzegovina è il paese dei depositi selvaggi! Questo non è il grido di un ecologo impotente ma l'opinione che si sente sempre di più tra i semplici mortali. Carcasse di macchine, vecchi frigoriferi, lavatrici e fornelli pendono sulle sponde dei fiumi in tutta la BiH e come dei fantasmi spuntano dai cespugli lungo la strada. Accanto ad essi ci sono mucchi d'imballaggi di plastica, di vetro, vario ciarpame di casa, spazzatura gettata dai rimorchi dei trattori. I fiumi assomigliano sempre di più a depositi scorrevoli. Sugli alberi, lungo le rive, pendono i sacchetti dei famosi centri commerciali europei "Billa" e "Spar", le compagnie mondiali di moda, l'assortimento vario di produttori nazionali della roba di plastica, fino agli enormi sacchetti di concime artificiale "Kann" e "Urea". In questi giorni vicino a Banjaluka a Klaznica da sotto il ponte di Vrbas sono stati estratti dieci camion di rifiuti che si sono depositati lungo le colonne del ponte. Nell'acqua limpida, dei fiumi turchesi decantati nelle canzoni, si rispecchia lo sviluppo tecnologico della civilizzazione e la caduta dell'uomo. Poco tempo fa i lavoratori della nettezza urbana a Banjaluka, secondo il mandato dell'ispezione, hanno eliminato dal territorio della città cinquanta carcasse di macchine. Per la loro rottamazione sono stati spesi 50.000 KM (marchi convertibili n.d.t.) in un solo mese. "In sostanza i proprietari buttano le loro vecchie macchine nei corsi dei fiumi oppure le abbandonano sulle strade periferiche della città. Quando le macchine hanno la targa, cerchiamo i proprietari, tuttavia per la maggior parte dei veicoli non riusciamo a trovarli" spiega in questo modo l'impotenza delle ispezioni, riguardo la punizione di questo tipo di infrazioni comunali, il segretario del Segretariato per i lavori di ispezione a Banjaluka Miodrag Mrkic. I depositi selvaggi non finiscono soltanto nelle periferie delle città, sulle rive dei fiumi e lungo le strade. Sul territorio ristretto della città di Banjaluka è possibile vedere i depositi di spazzatura in ogni piccolo vicolo e in ogni luogo che sia un po' più lontano dagli edifici abitati. Nel quartiere di Paprikovac, sotto il Centro clinico ospedaliero, c'è un deposito selvaggio che si sta riempiendo da anni. Per aggravare di più la cosa, si sta riempiendo anche il principale deposito della città a Ramici, 12 Km da Banjaluka. Dentro questi depositi si potrà depositare per prossimi cinque anni la spazzatura casalinga, stradale e industriale che supera una quantità di 900 m3. Oltre il rifiuto solido che si produce ogni giorno nelle regioni urbane, un'altra minaccia ecologica è rappresentata dalle enormi quantità di medicine che sono arrivate nella BiH sotto forma di aiuti umanitari durante la guerra e che hanno sorpassato la data di scadenza . Per ora nessuno sa quale sia la quantità di questa specie di rifiuti. Attorno al Centro clinico ospedaliero di Banjaluka si trovano alcune tonnellate di queste medicine immagazzinate in botti di ferro. Nel mondo, per la distruzione delle medicine esistono fabbriche speciali che le bruciano. Quella più vicina a noi è in Germania, ma mancano i soldi per il trasporto. Perciò come metodo di distruzione è stata accettata la loro (delle medicine n.d.t.) miscelazione con il cemento, nell'attesa che si concluda la fase della degradazione biologica. Nel comune di Sivsa vicino a Tesanj, alcuni mesi fa gli ispettori hanno per caso trovato dentro una casa un grande magazzino di medicine scadute. Né il proprietario della casa né gli ispettori sapevano cosa fare, così il caso è passato ai poteri dei cantoni e delle entità. Di questi magazzini "bellici", di pericolosi aiuti umanitari che sono fuori controllo, ce ne sono sicuramente altri. Cosa succederà se i proprietari non istruiti scaricheranno con facilità sulla natura il loro carico inutile? Il Governo e la popolazione sono coscienti della dannosità di questo tipo di rifiuti chimici? La cura dello Stato per l'ecologia si è ridotta alla semplice imitazione di ciò che in Occidente esiste come competenza statale per l'ecologia. Nel Governo della Repubblica Serba, l'ecologia è compresa nel Ministero per l'urbanizzazione e l'organizzazione dello spazio. Il vice ministro incaricato per ecologia (Milenko Stankovic) a causa di molti impegni ha rimandato per giorni l'incontro con il giornalista. Per dimostrare quanto lo stato badi alla protezione dell'ambiente dell'uomo, possono servire come prova i numerosi depositi di truciolo di molte segherie private, che i proprietari scaricano vicino le strade magistrali, i sentieri dei boschi e le strade secondarie. Vicino la strada Banjaluka- Teslic, a metà del valico di Borja, ad alcuni chilometri dal paese di Maslovar, un enorme deposito di questa specie di rifiuti da giorni viene riempito da alcune segherie private. Lungo questa strada privata si possono vedere decine di depositi di questo tipo di rifiuti. Dall'altra parte di Borja la segheria privata "Drvokomerc" da Pribinici sta costruendo lo stesso deposito. L'ispettore delle risorse idriche della Repubblica Goran Soskic afferma che per gli acquedotti e per il fondo per la pesca il fenomeno è diventato preoccupante. Porta come esempio le segherie esistenti lungo il corso del fiume Drina, in modo particolare nel lago di Ivanic e in Drnjaca. In occasione dell'emissione del permesso di lavoro, l'organo comunale deve determinare la locazione per il deposito che deve rispettare le condizioni prescritte. Il problema è che il maggior numero di segherie lavora senza permesso oppure non rispettano le condizioni prescritte, spiega Soskic. Anche l'ispettore forestale della Repubblica, Pero Milojevic, è al corrente dei problemi. Buttare gli scarti del legno è vietato e punibile (da 300 a 3.000 KM). Ma la competenza della sua ispezione si limita ai sentieri dei boschi. "I depositi attorno alle strade pubbliche sono di competenza della ispezione comunale e sanitaria" così spiega per quale motivo la sua ispezione non impedisce ciò che accade. In fin dei conti, per questo tipo di infrazione comunale sono competenti quattro ispezioni, delle quali due comunali e due della Repubblica. Il fatto che nessuna delle due fa il proprio lavoro illustrano abbastanza com'è il Governo e in che direzione sta andando l'ecologia. Poco tempo fa è venuto a Banjaluka Richard Klark, l'esperto per la protezione dell'ambiente e per l'ecologia, del Centro per le ricerche delle aree protette in Europa, all'università di Londra, con l'intento di fare nella BiH una valutazione su eventuali inquinamenti dell'ambiente. Ancora prima di aver visto (se li vedrà!) i depositi selvaggi, Klark avrebbe detto ai giornalisti: "E' noto che questa territorio possiede una delle bio-riserve più grandi d'Europa, quindi è nell'interesse di tutti i paesi di questo continente proteggerlo in modo adeguato". Il professore Klark spera che si instauri una collaborazione scientifica e professionale tra l'università nazionale e i suoi istituti e che ciò qui divenga il contributo per la protezione dell'ambiente. Se si fosse trovato per caso a Banjaluka, alla vigilia di Petrovdan (12.luglio), una festa ortodossa, e avesse visto come bruciano i mucchi di gomme delle vecchie macchine nei quartieri di Banjaluka sulle sue alture, sicuramente avrebbe perso ogni speranza circa la possibilità di parlare di ecologia con l'attuale potere e con questo popolo. Vale a dire, i serbi rurali hanno trasferito in città questa vecchia usanza contadina, di accendere le torce fatte con la corteccia secca del ciliegio per la vigilia di Petrovdan, sostituendo la corteccia secca di ciliegio con le vecchie gomme delle automobili. La pesante nuvola di fumo puzzolente sopra la città di Banjaluka quella sera non ha disturbato né il potere civico né i suoi cittadini. Gli ottimisti, tranne Klark, sono ancora soltanto gli entusiasti, radunati intorno un piccolo numero di movimenti ecologisti nella Repubblica serba. "Eko movimento" di Banjaluka è uno di quei pochi che si occupano ancora di problemi ecologici dell'ambiente urbano. Il suo presidente Milos Stojakovic vorrebbe che la sua associazione riuscisse ad avere un'influenza sull'opinione pubblica al fine di sviluppare la coscienza ecologica. Cerca anche di collaborare con il potere, ma crede che l'ecologia debba far parte del ministero della sanità oppure di un ministero speciale. Al Governo della Repubblica serba per adesso stanno lavorando al progetto "Lo sviluppo della strategia nazionale nella collocazione dei rifiuti solidi" e i suoi sostenitori sono l'Istituto dell'urbanistica della Repubblica serba e il Ministero per l'urbanistica, per le attività alloggio-comunali, per l'ingegneria edilizia e per l'ecologia. Il progetto è stato finanziato dall'Unione europea e la sua realizzazione dura già da un anno. Il suo scopo è, dicono, di aiutare il Governo della Repubblica serba nella realizzazione delle strutture amministrative adeguate allo sviluppo di una politica ecologica. E mentre si aspetta la realizzazione dei grandi progetti, il quadro che si aveva all'inizio di questo testo si è attenuato. Con esso potrebbe anche entrare, nel Parlamento, il recentemente fondato, movimento Ecologico della Repubblica serba, purché la sua apparizione non sia soltanto parte del folclore politico. KRUG 99 (CIRCOLO 99) Il colpevole della rovina economica della BiH è il Governo ("Oslobodjenje", 23 aprile 2000) SARAJEVO- "Contributo alla strategia per lo sviluppo sostenibile nella BiH [Bosnia-Erzegovina]" è il titolo del libro che l'autore, Prof. Dott. Mustafa Omanovic, ha presentato la scorsa domenica durante la sessione ordinaria dell'Associazione di intellettuali indipendenti Circolo 99 a Sarajevo. Del libro hanno parlato il presidente del Circolo 99 Vlatko Dolocek, il prof. Aleksandar Knezevic e Anton Jerkovec. Questo libro o meglio il manuale, come preferisce l'autore stesso, è dedicato a tutti quelli che si occupano di sviluppo sostenibile e vi comprende la sua nozione, inoltre tratta di quei punti che sono importanti per eseguire i progetti nei paesi in transizione e un capitolo particolare parla del rapporto che hanno le organizzazioni non governative riguardo la strategia dello sviluppo sostenibile. Lo stile dello scrittore è semplice e non richiede una conoscenza precedente. Gli editori sono: il Forum dell'alternativa democratica, il Circolo 99 Sarajevo e TRAEQS ufficio Zenica e lo sponsor del progetto è Heinrich Boll Stiftung, fondazione tedesca per la protezione dell'ambiente. Omanovic ha rilevato che per scrivere il libro è stato stimolato dal fatto che la BiH e le sue entità non dispongono di una strategia di sviluppo come un documento cornice per creare le strategie dei cantoni e dei comuni e, inoltre, l'esperienza che ha avuto lavorando alla protezione dell'ambiente nel Consiglio dei ministri alternativo. Durante l'odierna sessione del Circolo 99, Omanovic, in veste di introduttore del tema dei principi ecologici dello sviluppo della BiH, ha parlato dei trasporti dal punto di vista ecologico e del problema energetico; concludendo che l'unica cosa riguardo la sostenibilità della BiH risiede in una società della tolleranza e nell'economia sostenibile. Parlando del problema dei trasporti ha affermato che oggi non è possibile far arrivare i minerali da Ljubije, Repubblica serba, che sono di una qualità superiore rispetto a quella che si può ottenere nella Federazione, per non parlare poi del traffico ferroviario di viaggiatori da Doboj a Belgrado, delle fabbriche metallurgiche nella Federazione BiH non hanno la ferrovia e infine che viene esportata energia elettrica ad un prezzo minimo di 2-3 pfenning. Ha sottolineato fra altro che i quasi 10.500 depositi selvaggi, che sono stati creati durante la guerra, sono collocati sulle rive dei fiumi della BiH, e che di questi alcune migliaia di tonnellate sono medicine. Ha aggiunto, inoltre, che i rifiuti nucleari di Knin vengono trasportati nella Bosnia Occidentale e a tal riguardo ha chiesto un monitoraggio da parte del Governo, ma non ha mai ricevuto alcuna risposta. "Se si dovesse cercare il colpevole per la rovina economica della BiH, il colpevole è il Governo", considera Omanovic, fondatore del movimento Eco della BiH, che ne è stato suo presidente per undici anni. Durante la discussione è stato rilevato che dopo la guerra nella BiH non si è più badato al rinnovamento della natura degradata; che, durante il periodo di pace, si è continuato con un'aggressione alla natura e che, infine, l'ecologia è stata ridotta ad un fantasma. (traduzioni di Ivana Telebak e Luka Zanoni) |